La prima edificazione della chiesa di Pontenure deve risalire al XII secolo, in quanto già nel 1138 è ricordata in alcuni documenti ecclesiastici. Fino al 1770 la chiesa era a tre navate, con travature in legno e ospitava tre cappelle dedicate a San Rocco, al Crocifisso e alla Beata Vergine. Alla fine del XVII secolo l’economo Serafino Inzani, che sostituì il parroco Fiorenzo Politi, ricoprì i pilastri originariamente in mattoni ed ancora in parte visibili, costruì le volte sulle tre navate e innalzò la cupola. Nel 1873 l’arciprete Gioacchino Cella fece ingrandire la chiesa rendendola di cinque navate. Si devono a monsignor Giuseppe Cardinali, arciprete dal 1909 al 1952, i lavori di risistemazione della facciata: infatti in quegli avvenne la chiusura delle finestre semicircolari sovrastanti le porte laterali e l’apertura di un finestrone centrale più ampio. A questo link è possibile conoscere ulteriori dettagli sulle origini e sulla storia della chiesa di Pontenure.
La nostra Chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro Apostolo, sorge al centro di Pontenure, lungo la Via Emilia, con orientamento est-ovest. La chiesa è preceduta da un ampio sagrato e da una scalinata monumentale, a ventaglio, in pietra. La facciata barocca si presenta a vento, con la parte centrale coronata da un frontone triangolare e rinserrata agli angoli da due ordini sovrapposti di lesene a fascio, separati da una trabeazione in leggero aggetto, mentre le due sezioni laterali sono più basse rispetto alla sezione centrale. La parte superiore si raccorda a quella inferiore con rampanti curvilinei a volute. Sulla facciata si aprono tre portali, coronati da altrettanti frontoni, triangolari ai lati e curvilinei al centro, posti su mensole, che consentono di accedere alla Chiesa. Nella parte superiore, al centro della facciata si apre un finestrone rettangolare, sormontato da un frontone curvilineo interrotto. Sopra porte e finestre è inserito un motivo ornamentale che cerca di simulare un cartiglio. Al fronte destro si addossa la Canonica. Sul muro perimetrale esterno che si affaccia sulla Via Emilia, vi è un bassorilievo in rame sbalzato di Gianni Bergonzoni raffigurante la Crocifissione.
Nei fronti laterali si aprono due finestroni rettangolari per ciascun lato. Al di sopra della campata centrale del transetto si eleva una lanterna circolare. Sulla sinistra della facciata si addossa la torre campanaria, costituita da mattoni a vista. A pianta quadrata, su tre ordini, separati da cornici ad archetti pensili, con pilastri di angolo, termina con una cella campanaria, aperta sui quattro lati da bifore a sesto acuto al di sopra delle quali si trovano nicchie circolari. La cella è coperta da tetto a falde in coppi.
La Chiesa si presenta con una pianta basilicale a tre navate, separate da archi a tutto sesto su pilastri quadrati, cui, verso la navata centrale, si addossano lesene corinzie, al di sopra delle quali corre una trabeazione spezzata in aggetto, lungo la navata e nel presbiterio. Le navate sono scandite in cinque campate, quelle minori sono coperte con volte a crociera, quella maggiore con volta a botte, percorsa dagli archi trasversali a tutto sesto e forata dalle unghie dei finestroni del claristerio. La campata centrale del transetto è coperta da un lanterna su pennacchi sferici. Lungo le navate laterali si trovano le cappelle votive, quelle di destra dedicate a San Rocco e Sant’Antonio da Padova, quelle di sinistra dedicate al Battistero e alla Confessione. Sempre presso la navata di sinistra si trova una nicchia dedicata alla Madonna di Caravaggio, mentre presso quella di destra un’altra nicchia ospita il Crocefisso. Il transetto ospita nel braccio sinistro la cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù e presso quello di destra la cappella dedicata alla Beata Vergine del Rosario, con i relativi altari in marmo.
Il presbiterio, rialzato di due gradini di marmo rosso rispetto al piano della chiesa, si presenta a pianta rettangolare, con un’unica campata, ed è voltato a botte. Il nuovo altare, acquistato nel 1972 dall’allora arciprete Silvio Losini, è stato ricavato da un masso di marmo rosa del Portogallo sagomato in stile moderno, e reca scolpito un particolare della moltiplicazione dei pani e dei pesci del Murillo, mentre il precedente altare maggiore è stato spostato in fondo al presbiterio. Ai lati del presbiterio sorgono inoltre due cantorie: quella di sinistra è dedicata a San Pietro Apostolo, mentre quella di destra alla Passione; presso quest’ultima si trova la porta che consente di accedere alla Sagrestia. Sulla parete frontale del presbiterio è appeso il grande dipinto ad olio raffigurante il patrono, San Pietro Apostolo, risalente al XVIII secolo.
Il tetto della Chiesa è a falde con manto in coppi. La copertura è stata oggetto nei secoli di svariate riparazioni: ne viene accennata una nell’anno 1831, una seconda nel 1877, all’epoca del secondo ampliamento, una terza nel 1908, ed è stata completamente rinnovata per l’ultima volta nel 1981. La pavimentazione, in stile veneziano, è stata offerta nel 1922 dal commendatore Armando Raggio e da sua moglie.
Le volte del transetto di sinistra e della navata centrale sono decorate con due tempere raffiguranti rispettivamente “Cristo nell’Orto degli Ulivi” e la “Resurrezione“, che risalgono al 1923 e sono opera del prof. Umberto Giunti dell’Accademia di Pisa. Del medesimo autore sono le due grandi tempere che si trovano sulle pareti ai lati del presbiterio, che raffigurano “La vocazione di Pietro” e la “Consegna delle chiavi“. Sempre opera del Giunti sono alcuni tondi raffiguranti i profeti Ezechiele, Davide, Daniele e Isaia sulla volta che ornano la volta della navata centrale. La volta del transetto di destra, che ospita l’altare della Beata Vergine, è invece decorata con un affresco raffigurante la “Madonna del Rosario con San Domenico“, opera del pittore Gioacchino Moraschi (seconda metà del XVIII secolo). La cupola è invece decorata con affreschi del pittore Enrico Prati raffiguranti il “Trionfo di Maria Regina della Pace“, attorniata dalle Virtù cardinali, e quattro tondi raffiguranti gli Evangelisti, risalenti alla fine dell’Ottocento.