Festa di San Pietro 2017, la Santa Messa in onore del Patrono
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Festa di San Pietro 2017, la Santa Messa in onore del Patrono
Nella giornata di ieri, giovedì 29 giugno, in cui la Chiesa festeggia e ricorda gli Apostoli Pietro e Paolo, la nostra comunità parrocchiale si è raccolta in chiesa per prendere parte alla santa messa vespertina in onore del patrono della nostra parrocchia, San Pietro.
Si è trattata di una cerimonia davvero suggestiva e molto partecipata da parte dei fedeli, arricchita dalla giovinezza e dall’entusiasmo di una buona parte dei circa duecento fra bambini e ragazzi che in queste settimane di giugno hanno preso parte al Grest organizzato come ogni estate dalla nostra parrocchia. Erano ovviamente presenti le autorità civili e militari del nostro comune: il vicesindaco Angela Fagnoni, in rappresentanza del sindaco Gruppi, e il maresciallo Luciano Salatino, comandante della stazione dei Carabinieri del nostro paese.
La solenne celebrazione liturgica è stata presieduta dal nostro parroco don Mauro Tramelli, rivestito della pianeta di colore rosso, simbolo della passione di Cristo e del sangue versato dai martiri come i due santi apostoli, che secondo la tradizione furono entrambi martirizzati a Roma durante il regno dell’imperatore Nerone. Il nostro parroco era assistito dal diacono Claudio Fervari, assistente spirituale della Comunità Masci “Intorno al fuoco”, e da don Josuè Brito da Silva, parroco di Paderna e Valconasso e collaboratore presso la nostra parrocchia, che ha concelebrato la solenne cerimonia.
Come dicevamo la santa messa è stata caratterizzata dalla gioiosa e vivace presenza dei bambini e dei ragazzi del Grest, che con il loro genuino entusiasmo hanno contribuito ad animare la liturgia partecipando ai canti intonati dai cantori del Coro “Perfetta Letizia” e leggendo le preghiere dei fedeli. Anche le letture proposte dalla liturgia del giorno erano tutte incentrate sulle figure dei due Santi Apostoli: «Pietro, che per primo confessò la fede nel Cristo, e Paolo, che illuminò le profondità del mistero; il pescatore di Galilea, che costituì la prima comunità con i giusti di Israele, e il maestro e dottore, che annunziò la salvezza a tutte le genti. Così, con diversi doni, hanno edificato l'unica Chiesa, e associati nella venerazione del popolo cristiano condividono la stessa corona di gloria».
La prima lettura, tratta dagli Atti dagli Apostoli, narrava infatti della miracolosa liberazione di San Pietro da parte di un angelo, dopo che l'apostolo era stato incarcerato per ordine di Erode Antipa, mentre come seconda lettura è stato letto un breve brano della Seconda Lettera di Paolo a Timoteo, nel quale San Paolo dopo aver combattuto la buona battaglia e annunciato il Vangelo di Cristo a tutte le genti si prepara al congedo dal mondo, anelando la corona di gloria del Cielo. Al momento del Vangelo, proclamato dal diacono Fervari, è stato letto il brano tratto dal Vangelo secondo Matteo in cui Pietro riconosce per primo Gesù come «il Cristo, il Figlio del Dio vivente», uno dei momenti più significativi e importanti per la Chiesa, illustrato anche in uno dei due affreschi opera del pittore Giunti che ornano le pareti dell'abside della nostra chiesa. Alla precisa domanda rivolta da Gesù ai suoi discepoli a riguardo della sua persona, «Ma voi chi dite che io sia?», Pietro proclama per primo fra tutti gli apostoli la sua identità messianica: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù gli risponde allora conferendogli il primato sugli altri apostoli e associandolo alla sua missione di proclamare il Vangelo: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Nel corso della sua omelia don Mauro ha interrogato i bambini su cosa significa per una comunità celebrare il santo patrono. «Festeggiare il patrono – ha affermato don Mauro rivolgendosi come è solito fare ai bambini – vuole essere un invito a guardare alle nostre origini, al bagaglio di fede, cultura e tradizioni che ci è stato trasmesso nei secoli da coloro che sono vissuti prima di noi, ma è anche un invito a guardare avanti, accrescendo sempre e migliorando mediante il nostro impegno ciò che abbiamo ricevuto in dono». Riferendosi proprio ai bambini del Grest che affollavano in gran numero la chiesa, don Mauro ha quindi ricordato come questo sia un tempo di grazia per la nostra comunità, con l’Oratorio sempre affollato e popolato da un gran numero di bambini e ragazzi, sostenendo che per dare autentica testimonianza di Cristo è anche necessario creare ambienti nei quali i giovani possano avvertire davvero il profumo e la presenza di Dio per consentire loro di crescere saldamente radicati nella fede. Dopo aver ricordato come il popolo di Pontenure abbia sempre guardato verso Dio, cercando nel Vangelo le parole ispiratrici per accompagnare il cammino di crescita compiuto dal nostro paese, ha richiamato la necessità di sentirsi tutti parte di una sola comunità, di un’unica famiglia, e della necessità «di collaborare e camminare sempre insieme, nonostante le cadute, gli insuccessi e le incomprensioni, nella luce di Cristo, come ha fatto San Pietro stesso, che ha testimoniato con la sua vita il suo amore per il Maestro». In conclusione don Mauro ha finito col ricordare gli ottimi rapporti di collaborazione instaurati dalla parrocchia con le autorità civili, affermando che vivere autenticamente il Vangelo ci rende buoni cittadini perché le nostre azioni sono fondate sulla roccia di Cristo, ossia sul Vangelo.
Si è rinnovato anche quest’anno il tradizionale rito di offerta del cero da parte dell’amministrazione comunale, ma questa volta il cero avvolto nel nastro tricolore non è stato presentato al celebrante in occasione dell’offertorio, ma è stato acceso congiuntamente da don Mauro, dal vicesindaco Fagnoni e dal maresciallo Salatino, a testimoniare il clima di grande collaborazione e la comunione d’intenti fra parrocchia e autorità civile che caratterizzano questa fase della nostra vita parrocchiale. Si tratta di un usanza assai antica: si ha infatti notizia che già molti secoli fa il Comune donava alla parrocchia una certa quantità di cera in occasione della Pasqua e della festa del patrono.
Prima della conclusione della funzione, il celebrante ha impartito la solenne benedizione finale mediante il reliquiario in cui è conservata un’antica reliquia appartenente al patrono. Alla fine della messa, i bambini, i loro genitori e numerosi fedeli si sono recati al campo sportivo dell’Oratorio per prendere parte alla cena conviviale e al successivo spettacolo che ha visto protagonisti i bambini che frequentano il Centro estivo.