Il Padre Nostro – Preghiera dei figli (3a parte)
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Il Padre Nostro - Preghiera dei figli (3a parte)
"Quando pregate dite così" (Luca 11,2)
"Non posso dire Sia santificato il tuo nome se non ti onoro e ti amo"
Gesù ci ha insegnato che Dio per primo santifica e glorifica il suo nome, nell'adempimento della scrittura biblica: "Santificherò il mio nome grande" (Ezechiele 36,23) e come l’Evangelista riporta "Padre, glorifica il tuo nome!" Venne allora una voce dal cielo: "L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò" (Giovanni 12,28).
E Gesù stesso è, attraverso la sua incarnazione umana, la realizzazione compiuta di questa santificazione tramite l’annuncio della Buona Novella. Santificazione che trova il suo epilogo, ma anche nuovo inizio, nell’estremo sacrificio della croce.
Quale modo più grande ci può essere in questa santificazione se non il donare se stesso per il compimento della promessa di Dio. Così il poema di Balaam: "Lo vedo, ma non ora; lo guardo, ma non da vicino: una stella si muova da Giacobbe, si alza uno scettro da Israele …" (Numeri 24,17) e dai vangeli: "Osanna al Figliuolo do Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei Cieli!" (Matteo 21,9) e nelle parole dello stesso Gesù: "Padre io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare" (Giovanni 17,4).
Allora il sacrificio della croce diviene il sacrificio della gioia: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del Cielo e della terra che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Si Padre, perché cosi a te è piaciuto!" (Matteo 11,25).
"Tetelestai!". La parola greca traduce mirabilmente il "Tutto è compiuto" di Cristo sulla croce. "Tetelestai!". Perché tutto è compiuto, ma va oltre l’apparenza che sembra segnare la fine di un percorso e forse la fine di un sogno, perché "Tutto è compiuto bene". "Tetelestai!". Perché l’uso greco del tempo perfetto contiene in sé l’idea che ciò che è stato compiuto ieri, vale anche per il presente e per il futuro. Il "Tutto è compiuto" è un seme piantato e nei cui confronti il granello di senape è davvero poca cosa!
Così come questa gioia la esprime Maria nel suo Cantico. Lei che ha visto realizzata in sé la volontà di Dio e il compimento della promessa della salvezza: "Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome" (Luca 1,49).
Allora anche noi, figli, fratelli ed eredi del Cielo nel nome di Cristo, non possiamo rinunciare a questa eredità. E potremo dunque parlare con le parole del salmista: "In Dio ci gloriamo ogni giorno e lodiamo per sempre il tuo nome" (Salmo 44(43) 9). E all'avvento del suo Regno verrà acclamato con la piena santificazione del suo nome: "Santo, santo, santo il Signore Dio, l’Onnipotente, Colui che era, che è e che viene" (Apocalisse di Giovanni 4,8).
Chiedendo la santificazione del nome del Padre, dice Sant'Agostino ai catecumeni pronti per ricevere il battesimo, non chiedi che sia santificato in sé il nome di chi è, ora e sempre, Santo, ma che sia santificato in te, perché è il nome di Dio che ci santifica. Non preghiamo quindi per Dio, ma per noi, perché in noi sia santificato il suo Santo Nome.
Con questo atto, alfine, non glorifichiamo tanto il nome stesso di Dio così come Egli stesso ha definito a Mosè: E Mosè disse a Dio: "Ecco, quando sarò giunto dai figli di Israele e avrò detto loro: È il Dio dei vostri padri che mi ha mandato da voi, se essi mi domanderanno: Qual è il suo nome? Che risponderò loro?". E Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono". Così dirai ai figli di Israele: "L’Io-sono mi ha mandato da voi", ma glorifichiamo l’essenza del suo Essere, che è quella di Padre (Padre nostro che sei nei Cieli …).
"Dio è Padre: Gesù è suo Figlio" (Matteo 11,25ss)
"Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre" (Romani, 8s).
Riprendiamo allora le parole di san Cipriano: "Come e perché dovremmo santificare Dio, se è Lui stesso che santifica?", così come ce lo dice l’Evangelista Giovanni.
Ma c’è un modo che Gesù ci ha insegnato per santificare questo nome: chiedendo a Dio che manifesti in noi la santità del suo nome. "Siatemi santi perché Io, il Signore, sono Santo" (Levitico 20,26).
Ed ancora le parole dell’Apostolo Paolo, constatando che con la sua conversione, Dio è glorificato, dice: "Siamo stati lavati e giustificati, santificati nel Nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio" ( 1 Corinzi 6,9ss).
E ancora: "Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me suo Figlio perché lo annunciassi in mezzo alle genti, (…), che avevano soltanto sentito dire: Colui che una volta ci perseguitava ora va annunciando la fede che un tempo voleva distruggere. E glorificavano Dio a causa mia" (Galati 1,15-24).
Dal Padre e dal Figlio, amati, consacrati e mandati nel mondo:
"Padre è venuta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. (…). Io ti ho glorificato sulla terra compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Consacrali nella verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anch’io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo Nome e lo farò conoscere, perché l’amore per il quale mia hai amato sia in essi" (Giovanni 17,1-26).
Così come i primi Cristiani erano definiti "Coloro che invocano il nome del Signore", anche noi invochiamo e santifichiamo quel Nome, per essere riconosciuti Cristiani.
’Al Padre, al Figlio, a lo Spirito Santo’,
cominciò, ’gloria!’, tutto ’l paradiso,sì che m’inebriava il dolce canto.Ciò ch’io vedeva mi sembiava un risode l’universo; per che mia ebbrezzaintrava per l’udire e per lo viso.Oh gioia! oh ineffabile allegrezza!oh vita intègra d’amore e di pace!
oh sanza brama sicura ricchezza!
(Divina Commedia, Canto XXVII, 1-9)
Domenico Bergonzi