Domenica 3 febbraio, il tradizionale rito della benedizione della gola nel giorno di San Biagio
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Domenica 3 febbraio, il tradizionale rito della benedizione della gola nel giorno di San Biagio
«Nelle tue azioni, o Biagio, splendore dei martiri, ti sei dimostrato come il grande Giobbe: sincero, mite, compassionevole, giusto, pio, puro e alieno da ogni male» (dall'Inno a San Biagio di Giovanni Mauropode)
Forse non tutti lo sanno o lo ricordano ma c'è una statua di questo Santo anche su una guglia del Duomo di Milano, la città dove in passato era usanza riservare una parte del panettone natalizio per la sua festa che la Chiesa commemora il giorno dopo la Candelora, il 3 febbraio. A Milano tuttora in questo periodo si vendono i panettoni di San Biagio, quelli cioè avanzati dalle festività natalizie.
Biagio è un santo venerato tanto in Occidente che in Oriente, molte chiese sono dedicate a lui anche nelle Americhe. È considerato protettore dei suonatori di flauto e dei laringoiatri, poiché secondo un'antica tradizione avrebbe prodigiosamente liberato un bambino da una lisca di pesce che gli si era conficcata in gola. La sua vita infatti è assai ricca di vicende prodigiose e miracolose, spesso poco verificabili, ma non per questo la pietà cristiana e la devozione dei fedeli ne è intaccata; al contrario, San Biagio è ancora al giorno d'oggi uno dei santi più popolari e venerati.
Di certo si sa che fu vescovo nella comunità di Sebaste, in Armenia (odierna città di Sivas in Turchia), e che sotto l'imperatore Licinio morirà martire nel 310 circa a causa della sua fede. Secondo alcune leggende, una volta eletto vescovo, il santo uomo, ispirato da Dio, non rimase in città ma trasferì la sua dimora in una grotta del monte Argeo. In questo luogo lo venivano a trovare le bestie selvatiche le quali si astenevano dal disturbarlo mentre era raccolto in preghiera; soltanto al termine di questa gli si accostavano e, ricevuta la benedizione e la guarigione dai loro mali, riprendevano la via verso le loro dimore. Il suo corpo, deposto dapprima nella cattedrale di Sebaste, nel 732, per opera di cristiani armeni, verrà imbarcato per Roma, dove però non arriverà mai perché una tempesta di mare troncherà il suo viaggio presso la cittadina lucana di Maratea (Potenza). Così le sue spoglie saranno ospitate in una chiesetta, oggi basilica, sull’altura di Monticello, ora detta Monte San Biagio.
Da più di cinquant'anni, grazie ad un'idea di monsignor Losini, anche nel nostro paese è usanza fare i panini di San Biagio, deliziosi biscotti preparati da volenterose parrocchiane e benedetti nel giorno dedicato a questo Santo, una bella consuetudine che anche quest'anno si è puntualmente rinnovata nel corso delle numerose celebrazioni eucaristiche che si sono svolte nel giorno della sua festa, domenica 3 febbraio. Al termine delle varie messe, come prescrive la tradizione, non è certo poi mancata la benedizione della gola dei fedeli attraverso due candele incrociate e benedette il giorno precedente, in occasione della festa della Presentazione del Signore al Tempio. Dopo aver appoggiato le candele sotto il mento dei fedeli, il celebrante ha chiesto al Signore, come prevede il rito, di liberare i fedeli dal mal di gola e da ogni altro male, attraverso l’intercessione del Santo vescovo armeno. La benedizione della gola, è bene ricordarlo, non è certo un antidoto o un vaccino, ma è soltanto un modo per esprimere la fede in Dio onnipotente e mettersi nelle sue mani.
Di particolare solennità e bellezza è risultata la santa messa delle ore undici, alla quale hanno partecipato come di consueto in gran numero bambini e ragazzi del Catechismo, lupetti, esploratori e guide del Gruppo Scout della nostra Parrocchia. Durante la gioiosa e partecipata celebrazione, presieduta dal nostro parroco don Mauro Tramelli, è avvenuta anche l'amministrazione del sacramento del battesimo alla piccola Beatrice che, dopo essere stata liberata dal peccato e rigenerata come figlia di Dio, è così entrata ufficialmente a far parte della comunità dei credenti in Cristo. Al termine della santa messa, accompagnata come di consueto dai canti del Coro "Perfetta Letizia", il diacono Claudio Fervari ha affiancato il celebrante nel rito della benedizione della gola.