14 Aprile, Domenica delle Palme e di Passione, cantando inni di gloria, innalziamo palme di gioia
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Domenica 14 aprile, la domenica delle Palme e di Passione che introduce alla Pasqua
«Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re.» (Zaccaria 9,9)
Nonostante il tempo gelido e piovoso, nella mattinata di oggi, domenica 14 aprile, anche la nostra comunità parrocchiale ha celebrato con la dovuta solennità questa importante tappa del cammino che ci condurrà, domenica prossima, alla celebrazione del mistero di salvezza della resurrezione, che si svela agli uomini nel bel mezzo della notte santa tra il sabato e la domenica di Pasqua, quando la Chiesa terrena e quella celeste proclamano e cantano all'unisono il mirabile annuncio della resurrezione del Signore, in quella stessa notte che, circa duemila anni fa, vide Cristo sorgere dal sepolcro, tornare vincitore dall'abisso, per condurre i giusti alla salvezza eterna e aprire loro le porte del Paradiso.
Ma la prima tappa di quel cammino è rappresentata per l'appunto dalla domenica delle Palme, con cui si aprono i riti della Settimana Santa. In questo giorno la Chiesa ricorda il trionfale ingresso di Cristo a Gerusalemme, durante il tratto finale del suo cammino terreno che lo avrebbe condotto all’arresto e alla morte di croce, per dare definitivo compimento al mistero della sua morte e risurrezione. Come narrano i Vangeli, in questo giorno di festa, pochi giorni prima della Pasqua ebraica, provenendo da Betania, Gesù fece il suo ingresso nella città santa in sella ad un asino, dando così compimento ad una profezia di Zaccaria: «Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio d'asina» (Zaccaria 9, 9). Alle porte della città Gesù venne acclamato come «figlio di Davide» da una gran folla di persone che stendevano a terra i mantelli per rendergli omaggio e lo salutavano festosamente come sovrano, agitando rami di palma e fronde tagliate dai campi, senza immaginare che la regalità di Cristo avrebbe trovato il suo compimento proprio su una croce innalzata come un trono sulla cima del Calvario.
È proprio qui che, dopo le cinque settimane di Quaresima, trascorse all'insegna della penitenza, delle opere buone e della conversione del cuore, viene infine a focalizzarsi il cammino che si snoda lungo tutto l'anno liturgico, per condurci al momento cruciale del mistero di Cristo e di tutta la vita cristiana: la croce. La croce vista come obbedienza al Padre e solidarietà con gli uomini, la croce che rappresenta il legame tra l’Antica e la Nuova Alleanza che si realizza infine in Cristo, la croce che riesce a congiungere, come ci viene spiegato nelle letture del giorno, la sofferenza del giusto alla gloria. La strada che Cristo intraprende per salvare e redimere il genere umano si pone in netto contrasto con ogni più ragionevole attesa e aspettativa terrena, perché egli non sceglie la forza e la ricchezza, ma l'umiltà, la mitezza e la povertà.
Purtroppo quest'anno, a causa delle cattive condizioni atmosferiche, la commemorazione dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme non ha avuto luogo presso il giardino della Casa di riposo "Parenti", come avviene di solito, ma direttamente presso la nostra chiesa, che si presentava anch'essa splendidamente addobbata con rami di palma e ulivo. Dopo essersi radunati insieme ai loro catechisti ed educatori presso l'Oratorio, i bambini del Catechismo e i giovani scout e lupetti hanno fatto il loro festoso ingresso attraverso il portone centrale della chiesa, dove, come prevede il rito, il nostro parroco don Mauro Tramelli ha benedetto i rami di palma e i rametti di ulivo che verranno portati a casa e conservati per tutto l'anno oppure donati ad amici e parenti. In quest'occasione sono stati benedetti anche i coloratissimi e gioiosi biglietti con gli auguri pasquali, realizzati dagli scout più giovani, da quelli adulti della Comunità Masci e dai bambini del Catechismo, che verranno consegnati ai detenuti della casa circondariale di Piacenza in occasione delle festività pasquali. Dopo la lettura del brano del Vangelo che ricorda l’ingresso di Cristo a Gerusalemme (Luca 19, 28-40), ha quindi avuto inizio la celebrazione eucaristica vera e propria, accompagnata come di consueto dai suggestivi canti intonati dai cantori del Coro "Perfetta Letizia", sotto la guida della loro direttrice Silvia Riboni. Alla santa messa erano presenti anche alcune coppie di fidanzati che nelle settimane scorse hanno frequentato il Cammino in preparazione al matrimonio cristiano organizzato come ogni anno presso la nostra Parrocchia, e che all'offertorio hanno recato all'altare un cartellone con le loro fotografie.
Ma questa, oltre ad essere la domenica delle Palme, è anche la domenica di Passione, come testimonia anche il colore dei paramenti indossati dal celebrante, e pertanto più che ai ramoscelli di olivo e alle grandi fronde di palma agitate con gioia dai bambini e dai ragazzi che hanno quasi trasformato la nostra chiesa in un meraviglioso giardino, verde e rigoglioso, bisogna guardare con attenzione al culmine della celebrazione, costituito dalla lettura del Passio, ossia il racconto della Passione di Gesù, tratto quest’anno, come prevede la liturgia, dal Vangelo di Luca. Questo lungo brano evangelico è stato letto dal celebrante e da altri due lettori che hanno rivestito rispettivamente i ruoli di Cristo, del cronista e degli altri personaggi. Esso è suddiviso in quattro parti: l’arresto di Gesù nel giardino del Getsemani; il processo di fronte alle autorità giudaiche; il processo di fronte al procuratore romano Pilato; la crudele condanna all'infame supplizio, la morte di croce e la deposizione, da parte di mani pietose, del corpo in quel sepolcro nuovo, scavato nella roccia, davanti al quale invano veglierà il custode nella notte beata di Pasqua.