Venerdì 19 Aprile, la Via Crucis e la processione lungo le vie del nostro paese seguendo il Signore morto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Venerdì 19 Aprile, la Via Crucis e la processione lungo le vie del nostro paese seguendo il Signore morto
«Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto e faranno lamento per Lui, come per la morte del figlio unico, primogenito» (Zaccaria 12,10)
Le campane tacciono, il tabernacolo è vuoto, gli altari sono spogli, non si celebra la santa messa: con questi segni di sobrietà la Chiesa ricorda da secoli nel Venerdì Santo la passione e la morte del Signore.
Nella serata di venerdì 19 aprile la nostra comunità si è ritrovata nella meditazione, nel cammino e nella preghiera, per seguire i passi di Gesù sulla via della Croce: una via che sembrava senza uscita e senza speranza, sulle orme di un uomo umiliato e sconfitto che invece, attraverso il Suo sacrificio, è stato in grado di rinnovare e trasfigurare la vita degli uomini e la storia del mondo, e ha così aperto per tutti noi il passaggio verso i «cieli nuovi e la nuova terra» (Apocalisse 21,1).
Attraverso la partecipazione alla Via Crucis ad ognuno di noi viene chiesto di riaffermare la propria adesione al Maestro, come fecero secondo i racconti evangelici i discepoli di Gesù: per piangere il proprio peccato come fece Pietro; per pentirsi e aprirsi alla fede, come il Buon Ladrone; per amarlo e assisterlo fino all’ultimo, come le pie donne che non scapparono come fecero invece quasi tutti gli apostoli; per restare presso la Sua Croce, come Maria sua madre e il discepolo che egli amava, e lì accogliere insieme a loro la «Parola che salva, il Sangue che purifica, lo Spirito che dona la nuova vita».
Alla processione del Venerdì Santo, che nel nostro paese si svolse per la prima volta nel lontano 1796, la partecipazione dei Pontenuresi è stata sempre particolarmente sentita. Anche quest’anno un gran numero di persone ha accompagnato con devozione e raccoglimento la Croce e le statue del Signore morto e della Madonna Addolorata, portate sulle spalle rispettivamente dagli uomini e dalle donne, attraverso le vie del paese secondo il consueto itinerario, in un’atmosfera a tratti irreale e sospesa, per le strade silenziose e deserte. Per l’occasione, come prevedono le antiche e secolari usanze che i tempi non sono ancora riusciti a piegare e distruggere, le case, i cortili e le finestre sono state illuminate da luci e candele, simbolo attento e discreto della devozione e della pietà popolare. La celebrazione è stata presieduta dal nostro parroco don Mauro Tramelli, con la partecipazione di don Josuè Brito da Silva, amministratore parrocchiale di Valconasso e Paderna, e del giovane seminarista Josè Maria Martin.
Come avviene ormai da più di vent’anni anni, grazie ad una felice intuizione dell’allora parroco don Giampiero Cassinari, ad attendere con pazienza e forse anche un po’ di comprensibile emozione il passaggio del corteo erano presenti in gran numero i bambini e i ragazzi dei vari gruppi del Catechismo, i giovani scout del Gruppo Pontenure 1 e quelli più adulti ma non meno entusiasti della Comunità Masci, tutti chiamati per una sera a svolgere il ruolo di figuranti nelle postazioni a loro assegnate, con indosso tuniche e corazze, vesti e mantelli. Con grande bravura e compostezza, questi piccoli e grandi attori hanno rappresentato undici delle quattordici stazioni tradizionali, attraverso le quali tutti i partecipanti hanno avuto la possibilità di lasciarsi trascinare indietro nella storia per rivivere i vari episodi della passione e della morte del Signore. Gli inni della tradizione popolare, eseguiti con la consueta maestria dai musicisti della banda "Del Val-Pegorini" sotto la direzione del maestro Walter Bolzoni, hanno scandito i passi dei fedeli durante l’intera serata, fino al ritorno della processione in piazza Re Amato. Da evidenziare un inconveniente tecnico che è stato interpretato da don Mauro come un segno dal cielo: il mancato funzionamento dell’impianto audio, che ha impedito la diffusione dei canti e delle invocazioni eseguite dai cantori del Coro "La Torre", ha lasciato parlare infatti solo il silenzio e ciascuno ha così potuto riflettere e serbare le sue personali preghiere nel proprio cuore.
Qui sono state ricordate le ultime tre stazioni tradizionali, ma come avvenuto anche gli anni precedenti non ci si è voluti fermare alla quattordicesima stazione, che ricorda la deposizione nel sepolcro, ma alla quindicesima, aggiunta di recente, che vuole invece fare memoria della verità centrale e fondante della nostra fede, e cioè della risurrezione di Cristo dagli inferi, come ci ricorda il bel dipinto del professore Umberto Giunti che campeggia sulla navata centrale della nostra chiesa. Dopo aver incensato le statue del Signore e della Madonna, deposte sugli scalini presso il sagrato della chiesa, don Mauro ha preso brevemente la parola, rivolgendosi alla folla raccolta in piazza, con questa esortazione: «(Il Cristo) Ci ha fatto camminare in silenzio, perché secondo me il ripetitore l’ha spento Lui per ricordarci una cosa: che in un mondo nel quale siamo tutti proiettati fuori da noi stessi a guardare quello che fanno gli altri, ci dimentichiamo che la grazia di Dio entra nella nostra vita in silenzio, con discrezione e soltanto quando facciamo silenzio nel nostro cuore e nella nostra mente siamo capaci di guardare dentro noi stessi e vedere quello che Dio compie (...) Soltanto quando siamo capaci di questo silenzio nel nostro cuore e nella nostra mente, forse, per noi si apre il Sepolcro e risorgiamo! Perché ci andiamo a seppellire ogni giorno nella frenesia delle cose da fare, nella pretesa che l’altro faccia quello che io mi aspetto, togliendogli la libertà. Dimentichiamo così che Dio ci ha creati liberi e si propone a noi con discrezione, tenerezza, amore e soltanto in questo modo è stato capace di donare la Sua vita e risorgere. E noi siamo chiamati a una vita silenziosa, in ascolto, perché il Signore parla continuamente, ma i nostri cuori e le nostre orecchie sono chiusi. Siamo chiamati al silenzio, all'ascolto, all'accoglienza. Il Signore oggi ci ha richiamati a questo».
Dopo la solenne benedizione impartita da don Mauro, la sacra funzione si è conclusa nel silenzio e la piazza ha iniziato lentamente a svuotarsi, ma è proseguita fino a tarda serata la continua processione dei fedeli che si sono recati in chiesa per rendere omaggio al Signore morto e sostare di fronte a Lui in devota riflessione e preghiera.