Martedì 21 maggio, pellegrinaggio al santuario di Roveleto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Martedì 21 maggio, pellegrinaggio al santuario di Roveleto
Nella serata di martedì 21 maggio, un buon numero di fedeli delle parrocchie di Pontenure, Valconasso e Paderna si sono ritrovati insieme ai loro parroci presso il santuario di Roveleto di Cadeo, dedicato alla Beata Vergine del Carmelo, per il tradizionale pellegrinaggio comunitario durante il mese dedicato alla Vergine Maria. Il santuario di Roveleto, uno dei più famosi santuari della nostra provincia, rappresenta da molti decenni uno dei luoghi più cari alla devozione dei Pontenuresi di ogni età, in particolare per l'indimenticato pellegrinaggio a piedi attraverso i campi, una bella tradizione che si è svolta fino a pochi anni fa e che speriamo possa riprendere in un prossimo futuro.
Le origini del santuario di Roveleto risalgono al lontano 1676, quando il nobile piacentino Francesco Maria Albrizio Tadini fece dipingere dal pittore piacentino Pietro Martire l'effigie della Vergine del Carmelo con San Giuseppe e San Francesco in una nicchia lungo la via Emilia, nei pressi di Roveleto. In conseguenza della grande devozione nei riguardi della nicchia, nel 1679 il parroco di Fontana Fredda, don Ludovico Varani, fece costruire una piccola cappella che racchiudesse la nicchia. In seguito si decise di costruire una chiesa, costruzione che fu avviata nel 1750 da don Antonio Maria Pellizza, il cui progetto è probabilmente riconducibile al Bibbiena. Nel 1776 la costruzione venne completata con il coro e il presbiterio per volontà del vescovo di Piacenza monsignor Alessandro Pisani. La nicchia dell'altare maggiore ospita l'affresco in cui è effigiata la Madonna del Carmelo, che sostiene il Bambino, fra San Giuseppe e San Francesco; al di sopra della nicchia, a mosaico, è presente lo Spirito Santo, fra due angeli che sorreggono un cartiglio. L'immagine nella nicchia non corrisponde a quella originale dipinta da Pietro Martire, ma risale ad un successivo restauro, tuttavia anteriore a quello attuale, risalente al 2010.
La devota recita del santo rosario, la preghiera più gradita alla Vergine, durante il quale sono stati ricordati i misteri dolorosi, ha preceduto l'inizio della celebrazione eucaristica che è stata concelebrata dal nostro parroco don Mauro Tramelli e da don Josuè Brito da Silva, amministratore delle parrocchie di Valconasso e Paderna. La santa messa è stata accompagnata dai sempre suggestivi canti del Coro "Perfetta Letizia", diretto da Silvia Riboni. Riferendosi al Vangelo proclamato poco prima dal diacono Claudio Fervari (Giovanni, 19, 25-27), che ricorda una delle immagine più suggestive della Passione, l’affidamento di Maria all'apostolo Giovanni da parte di Gesù, don Mauro ha voluto ricordare nella sua omelia le tante attività avviate e svolte nel corso dell'anno pastorale, senza dimenticare ovviamente quelle in programma durante l'estate, ponendole sotto la materna protezione della Vergine. «Quando si fa un progetto - ha detto il celebrante - e poi ci si mette dedizione, fatica, entusiasmo, impegno, tempo e si arriva al compimento, di quello che si è fatto, io penso che si va dalla mamma per sentirsi dire che si è lavorato bene, ed è per questo che noi alla fine dell'anno pastorale veniamo qui, in questo santuario, ogni anno, a dire abbiamo fatto questa strada, l'abbiamo fatta in questo modo. Una chiesa che cammina instancabilmente sotto lo sguardo di sua Madre». Una volta compiuti i riti di comunione, il Coro e tutta l'assemblea hanno intonato insieme il canto Ave Maria per rendere grazie alla Vergine, le cui note hanno concluso la celebrazione.