La festa della Madonna del Rosario, tra San Domenico e la battaglia di Lepanto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
La festa della Madonna del Rosario, tra San Domenico e la battaglia di Lepanto
Regina sacratissimi Rosarii, ora pro nobis
L'origine della devozione alla Madonna del Rosario viene attribuita all'apparizione della Vergine Maria a San Domenico di Guzman avvenuta nel lontano 1208 a Prouille, nei pressi di Tolosa, nel primo convento da lui fondato. Apparendo al santo spagnolo, fondatore dell’Ordine dei Domenicani, la Vergine gli consegnò la corona del Rosario, come risposta ad una preghiera a Lei rivolta da parte del santo per contrastare l’eresia albigese, assai diffusa in quei tempi in Provenza e nella Francia meridionale. Nel Medioevo, i vassalli usavano offrire ai loro sovrani delle corone di fiori in segno di sudditanza. I cristiani adottarono questa usanza in onore di Maria, offrendole la triplice «corona di rose» che ricorda la sua gioia, i suoi dolori, la sua gloria nel partecipare ai misteri della vita di Gesù suo figlio. Il santo rosario divenne l’orazione più diffusa per contrastare le eresie e fu l’arma determinante per vincere i musulmani a Lepanto. Come già per Poitiers (ottobre 732) e come sarà poi per Vienna (settembre 1683), la battaglia di Lepanto fu fondamentale per arrestare l’avanzata dei musulmani in Europa. Tutte e tre queste vittorie vennero imputate, oltre al valore dei combattenti, anche e soprattutto all'intervento divino.
La grandiosa battaglia navale di Lepanto si svolse davanti al golfo di Patrasso al tempo della guerra di Cipro. Era il 7 ottobre 1571 quando le flotte dell’Impero ottomano si scontrarono con quelle cristiane della Lega Santa, che riuniva le forze navali della Repubblica di Venezia, dell’Impero spagnolo (con il Regno di Napoli e di Sicilia), dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana e del Ducato di Urbino, federate sotto le insegne pontificie. Dell’alleanza cristiana faceva parte anche la Repubblica di Lucca, che pur non avendo navi coinvolte nello scontro, concorse con denaro e materiali all'armamento della flotta genovese.
Il comandante supremo della flotta cristiana era don Giovanni d’Austria, figlio illegittimo del defunto imperatore Carlo V e fratellastro del re di Spagna Filippo II. Al centro dello schieramento, al fianco della sua nave ammiraglia, la Galera Real, erano schierate le Capitana di Sebastiano Venier, capitano generale veneziano; la Capitana di Sua Santità di Marcantonio Colonna, ammiraglio pontificio; la Capitana di Ettore Spinola, capitano generale genovese; la Capitana di Andrea Provana di Leinì, capitano generale sabaudo; l’ammiraglia Vittoria del priore Piero Giustiniani, capitano generale dei Cavalieri di Malta. In totale, la Lega Santa schierò una flotta di 6 galeazze e circa 206 galere. A bordo erano imbarcati non meno di 36.000 combattenti, tra soldati e marinai, senza dimenticare circa 30.000 galeotti rematori. Il comandante supremo dello schieramento ottomano era invece Müezzinzade Alì Pascià. La flotta turca, munita di minore artiglieria rispetto a quella cristiana, possedeva 170-180 galere e 20 o 30 galeotte, cui si aggiungeva un imprecisato numero di fuste e brigantini corsari. La forza combattente, comprensiva di giannizzeri, ammontava a circa 20-25.000 uomini. L’ammiraglio, considerato il migliore comandante ottomano, Uluč Alì, era un apostata di origini calabresi, convertitosi all’Islam. Alì Pascià si trovava a bordo dell’ammiraglia Sultana, sulla quale sventolava un vessillo verde, dove era stato scritto, a caratteri d’oro, 28.900 volte il nome di Allah.
In previsione della battaglia san Pio V affidò alla Beata Vergine le armate ed i destini dell’Occidente e della Cristianità. Prima della partenza della flotta cristiana il papa mariano e domenicano benedisse il grande stendardo raffigurante, su sfondo rosso, il Crocifisso posto fra gli apostoli Pietro e Paolo e sormontato dal celebre motto costantiniano "In hoc signo vinces". Tale stendardo, insieme con l’immagine della Madonna recante la scritta "S. Maria succurre miseris", issato sulla nave ammiraglia, sarà l’unico a sventolare in tutto lo schieramento cristiano quando, alle grida di guerra e ai primi attacchi turchi, i militi cristiani si uniranno in una preghiera accorata recitando il rosario.
Il giorno della battaglia, prima ancora di ricevere l’annuncio della vittoria, che giunse a Roma soltanto 23 giorni dopo grazie ai messaggeri del principe Colonna, il pontefice si raccolse in preghiera per tutta la mattina, recitando senza interruzione il santo rosario affinché la Madonna aiutasse i Cristiani. All'improvviso, a mezzogiorno in punto, il papa ebbe una visione: i Cristiani avevano vinto la battaglia. Per questo, lieto in viso, ordinò: «Fate suonare tutte le campane, fate suonare tutte le campane. Vittoria!». Così egli volle che a mezzogiorno da quel giorno fossero sempre suonate le campane a festa in ogni parrocchia. Anche i marinai della flotta cristiana attribuirono il merito della prodigiosa vittoria alla protezione della Vergine Maria, che avevano invocato recitando con devozione il Rosario prima e durante la battaglia. Da allora in poi si utilizzò ufficialmente il titolo di Auxilium Christianorum, che non sembra doversi attribuire direttamente al pontefice, ma ai reduci vittoriosi, che ritornando dalla guerra passarono per Loreto per ringraziare la Madonna. I forzati che erano stati messi ai banchi dei remi furono liberati: sbarcarono a Porto Recanati e salirono in processione alla Santa Casa di Loreto, dove offrirono le loro catene alla Madonna; con esse furono costruite le cancellate poi poste davanti agli altari delle cappelle. Lo stendardo della flotta fu donato alla chiesa di Maria Vergine a Gaeta, dove è tuttora conservato.
Il trionfo delle armi cristiane fu così attribuito all'intercessione della Vergine Maria, tanto che san Pio V, nel 1572, istituì la festa di Santa Maria della Vittoria, trasformata dal successore Gregorio XIII in festa della Madonna del Rosario. Il nuovo pontefice promosse inoltre l’istituzione in tutte le chiesi parrocchiali delle confraternite del Santo Rosario, i cui membri s’incaricavano delle celebrazioni che venivano svolte in onore della Vergine. Dopo le altre vittorie ottenute dai Cristiani in occasione dell’assedio di Vienna (1683) e della battaglia di Petervaradino (1716), papa Clemente XI istituì la festa del Rosario nella prima domenica di ottobre. Papa Leone XIII dedicò alla recita del rosario il mese di ottobre, durante il quale volle che venisse recitato ogni giorno per omaggiare la Vergine con la preghiera a Lei più gradita. Ancora al giorno d'oggi la Chiesa cattolica celebra la memoria della Beata Vergine Maria del Rosario il 7 ottobre di ogni anno.