Sabato 9 Novembre, i conduttori dei cani da caccia festeggiano Sant’Uberto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
In occasione della santa messa vespertina di sabato 9 novembre celebrata come di consueto dal nostro parroco don Mauro Tramelli, sono tornati a ritrovarsi presso la nostra chiesa parrocchiale i membri del Gruppo Conduttori cani da traccia di Piacenza, che insieme ai loro segugi hanno voluto festeggiare, come dimostra lo scenografico palco di cervo collocato assieme a verdi fronde ai piedi dell'altare, la festa di Sant'Uberto di Liegi, per l'appunto il patrono dei cacciatori e dei conduttori dei cani da caccia. Al termine della messa, accompagnata dal caratteristico suono dei corni, è stata inoltre letta la preghiera del Cacciatore (vedi foto a lato).
Ma chi era questo santo nato in Belgio quasi millecinquecento anni fa? Di nobili origini, primogenito del duca Bertrando di Aquitania, probabilmente Uberto nacque a Tolosa intorno all'anno 655. Per lungo tempo visse come conte palatino a Parigi, presso la corte di re Teodorico III di Neustria, e più tardi a Metz presso la corte di Pipino di Herstal, con cui probabilmente era imparentato. Sposò la principessa di Lovagnio dalla quale ebbe anche un figlio, Floriberto, il quale gli succedette come vescovo di Liegi (Belgio). Dopo essere rimasto vedovo, Uberto si infatti pose sotto la direzione spirituale di San Lamberto di Maastricht, rinunciando a tutti i suoi beni terreni e ai suoi titoli in favore di suo fratello minore, al quale affidò anche la cura del figlio. Studiò teologia e venne ordinato sacerdote, divenendo il principale assistente del vecchio Lamberto, al quale nel 706 succedette come vescovo di Maastricht. In seguito istituì e fondò la diocesi di Liegi, di cui divenne il primo vescovo; nella cattedrale che fece costruire nella sua nuova sede episcopale fece anche traslare il corpo di Lamberto. Durante il suo vescovato si dedicò all'evangelizzazione delle zone orientali del Belgio, soprattutto del Brabante e delle Ardenne, con uno zelo pastorale che gli meritò l'appellativo di "Apostolo delle Ardenne", dove tra l'altro fondò un’abbazia che oggi è dedicata a lui e dove riposa la salma del santo Mori il 30 maggio 727 a Tervueren, vicino a Bruxelles.
Fin dal lontano XI secolo Sant’Uberto è considerato patrono dei cacciatori e il 3 novembre, in cui la Chiesa ricorda il santo, è noto come il giorno della caccia della festa di Sant'Uberto. Il motivo per il quale Sant'Uberto fu proclamato patrono dei cacciatori è da ricercarsi in un'antica leggenda: prima di convertirsi Uberto era un grande appassionato di caccia e condusse una vita sregolata. Durante una battuta di caccia avrebbe avuto la visione di un crocefisso tra i palchi di un cervo che lo avrebbe invitato ad abbandonare la sua vita dissoluta e a convertirsi, cosa che egli fece di seguito. Infatti, dopo quella visione smise di andare a caccia e condusse una vita molto semplice. Ancora oggi il 3 novembre di ogni anno molti cacciatori e arcieri visitano la chiesa di Sant’Uberto ad Andage (l’odierna Saint-Ubert), nella quale nell’825 furono sepolte le spoglie del santo. Oltre che come patrono dei cacciatori, Sant’Uberto è infatti venerato come il patrono degli arcieri, dei macellai, dei pellicciai, dei tornitori, degli ottici, dei metallurgici, dei fonditori e dei matematici.
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