Mercoledì 26 febbraio, con l’imposizione delle Ceneri inizia la Quaresima
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Mercoledì 26 febbraio, con l'imposizione delle Ceneri inizia la Quaresima
Terminati i festeggiamenti del Carnevale, a partire da quest'oggi, mercoledì 26 febbraio, attraverso l'imposizione delle Ceneri, un rito assai antico le cui origini sono da ricercare nella prassi penitenziale della Chiesa, ha avuto inizio il tempo di Quaresima, ossia il periodo di circa quaranta giorni che ci condurrà alla celebrazione della resurrezione del Signore nella notte di Pasqua. La Quaresima richiama subito alla mente i quaranta giorni di digiuno passati dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica, ma anche i quarant'anni trascorsi dal popolo d'Israele vagando nel deserto dopo l'uscita dalla schiavitù dell'Egitto, prima di poter finalmente entrare nella terra promessa sotto la guida di Giosuè. Quaranta è infatti il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio, esprimendo il tempo dell’attesa, della purificazione, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse.
La Quaresima si presenta con alcune caratteristiche proprie che la differenziano da tutti gli altri tempi dell’anno liturgico. Infatti, a testimonianza di questo tempo di penitenza e conversione del cuore, anche la liturgia assume un carattere spiccatamente penitenziale: il viola, il colore per l'appunto della penitenza, prende il posto del verde del Tempo ordinario, mentre durante le celebrazioni si omette la recita del Gloria e non si canta l'Alleluia. Anche la nostra chiesa ha cambiato radicalmente il suo aspetto, a livello esteriore: gli altari sono spogli e disadorni, privati dei candelieri, dei busti e dei fiori che solitamente li adornano. La Quaresima, infatti, ci ricorda l'apostolo Paolo, è «il momento favorevole» per compiere «un cammino di vera conversione», così da «affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male», come si legge nella colletta all'inizio della messa del mercoledì delle Ceneri che ogni anno segna l'inizio di questo tratto del cammino attraverso l'anno liturgico, il calendario attraverso il quale la Chiesa fa memoria del mistero pasquale e delle feste del Signore.
Nel corso delle varie celebrazioni eucaristiche che si sono susseguite durante questa giornata il nostro parroco don Mauro Tramelli ha imposto sul capo dei fedeli presenti un pizzico di cenere, ottenuta secondo l'antica consuetudine bruciando i rami d'ulivo benedetti l'anno scorso in occasione della domenica delle Palme. La cenere imposta sul capo è un segno che vuole ricordare la nostra condizione di creature umane ed esortarci alla penitenza, richiamando simbolicamente la caducità della vita terrena e la necessità della conversione. L’imposizione delle Ceneri è stata infatti accompagnata dalla formula «Convertitevi e credete al Vangelo» (Marco 1,15) che esprime, oltre al carattere penitenziale, anche l’aspetto positivo della Quaresima che deve essere tempo di conversione, carità verso il prossimo, preghiera assidua e ritorno a Dio. Questa giornata di passaggio è come da antica tradizione giorno di digiuno e astinenza dalle carni, come avviene anche il Venerdì Santo. L'astensione dalle carni, che fino a qualche decennio fa la Chiesa richiedeva per tutti i venerdì dell’anno, è stata in seguito ridotta ai soli venerdì di Quaresima.
Come ha ricordato il celebrante durante le sue omelie, il digiuno, la carità e la preghiera sono i segni, o meglio le buone pratiche, della Quaresima. Il digiuno significa l’astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per rendere la nostra vita più sobria ed autentica, allo scopo di liberarci da tutto ciò che è superfluo. Il digiuno è intrinsecamente legato poi all’elemosina e alla carità, ad ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi il frutto di una nostra privazione. La Quaresima, inoltre, ha voluto ricordare ancora don Mauro, è un tempo privilegiato per la preghiera, durante il quale siamo invitati, come fece il popolo d'Israele nei quarant'anni passati nel deserto, a riscoprire la Parola di Dio, che è Parola di salvezza, per ritrovare la nostra condizione di figli di Dio e riscoprire così la nostra intima relazione con Lui.