20 Dicembre, la quarta domenica d’Avvento ci avvicina al Natale
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
20 Dicembre, la quarta domenica d'Avvento ci avvicina al Natale
Dopo quattro settimane di attesa e preparazione, si avvicina la fine del tempo di Avvento. È quasi giunto il tempo della pienezza in cui il Signore verrà a visitarci: Egli entra nella storia concreta degli uomini rivestendosi della carne dell’umanità e condividendone la fragilità e la debolezza fino in fondo. Le parole del profeta Isaia: «Stillate, cieli, dall’alto, le nubi facciano piovere la giustizia; si apra la terra e germogli il Salvatore», descrivono bene l'attesa della Chiesa in questo tratto finale del cammino che ci separa ancora dalla grotta di Betlemme, dove potremo adorare nella notte di Natale il «Salvatore, che è Cristo Signore» (Luca 2,11). La sua venuta solleva il mondo dal giogo del peccato, affranca l'uomo dalla schiavitù della morte e apre i nostri cuori alla redenzione.
All'inizio della santa messa delle ore undici di oggi, domenica 20 dicembre, quarta e ultima del tempo di Avvento, il nostro parroco don Mauro Tramelli ha acceso l'ultima candela della corona d'Avvento posta ai piedi dell'altare, sotto gli sguardi attenti dei ragazzi di Seconda media che al termine del loro incontro di catechismo hanno partecipato alla celebrazione eucaristica in questa domenica che precede il Natale del Signore. Ad accompagnare la santa messa, trasmessa in diretta streaming come avviene puntualmente ogni domenica e per ogni solennità dall'ormai lontano 15 marzo scorso, terza domenica di Quaresima, hanno provveduto come di consueto i cantori del Coro "Perfetta Letizia" con alcuni dei migliori canti del loro ricco repertorio, sotto la direzione di Antonella Lovo.
Dopo la testimonianza di Giovanni Battista, il precursore mandato avanti al Signore a preparargli la strada, che il Vangelo delle scorse domeniche ci ha offerto, ci viene proposta dalla liturgia la testimonianza della Vergine Maria, madre di Dio, donna umile e discreta che ha serbato preziosamente in cuor suo le grandi cose che il Signore aveva fatto per lei. Il concepimento verginale di Cristo, così chiaramente esposto da Luca nel suo Vangelo, la nascita di Gesù da Maria, non è una verità aggiunta alla verità dell’Incarnazione; è parte integrante di quello stesso mistero. Come assicura a Maria l'arcangelo Gabriele nel Vangelo di Luca, quel Bambino «sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio», perché «lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo» (Luca 2, 32 35). Ed è grazie all'ineffabile benignità, infinito amore di Dio per le sue creature, è grazie al consenso di Maria, che come già Samuele non esita a pronunciare il suo «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Luca 2,38), che può realizzarsi pienamente il disegno divino, può finalmente compiersi la storia della salvezza, ciò che San Paolo nella seconda lettura chiama la «rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora a tutte le genti perché obbediscano alla fede» (Romani 16,25-26).
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