Curiosità dal nostro Archivio: il campanaro, un mestiere…. pericoloso
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Curiosità dal nostro Archivio: il campanaro, un mestiere.... pericoloso
L’uso della nostra millenaria Torre, forse ultimo residuo dell’antica fortificazione che durante il Medioevo proteggeva la nostra chiesa, a mo’ di campanile è attestato almeno dalla prima metà del Seicento. Nel 1633 una campana, realizzata dal fonditore pavese Giovanni Battista Veneroso, venne infatti posta in cima alla Torre, aggiungendosi ad una campana che era già presente.
Quello del campanaro, fino a circa un secolo fa, non doveva essere un mestiere poi così semplice, dato che allora non c’era l’elettricità ad azionare le campane ma soltanto la vigorosa forza delle braccia che muovevano le lunghe corde che risalivano nel ventre della Torre fino alla cella campanaria. Ma alla fatica e all’impegno fisico, si univano non pochi pericoli: frequenti infatti erano le rotture dei castelli che sorreggevano le campane, o anche le rovinose cadute durante gli spostamenti all’interno della Torre.
Grazie ad una straordinariamente accurata annotazione presente sul nono tomo del Libro dei morti siamo infatti informati del tragico incidente, quasi assimilabile ad un moderno infortunio sul lavoro, occorso verso la fine del Settecento al campanaro della nostra chiesa, tale Giobatta Martini, che il 14 settembre 1792 cadde dall’alto della Torre e morì poco dopo in seguito ad una breve agonia. Ecco di seguito l’originale in latino e la relativa traduzione che abbiamo provato a “confezionare” per l’occasione.
Battista Martini, un tempo marito della vivente Caterina Fancini, da parecchi anni curatore delle campane di questa chiesa di Pontenure, di settantaquattro anni, cadde malamente ferito dall’alto della torre di questa sacra chiesa. Schiacciata la testa, sorta una compressione in tutto il cranio, scoppiati i vasi sanguigni, fuoriuscito il sangue, bloccate le funzioni del capo, ricadendo nel letale morbo, appena in tempo confessato e unto con l’olio sacro e infatti non sostenuto dagli aiuti spirituali, cadde nella morte con un piccolo sangue, che dissero folgorante, dopodiché volò in cielo entro alcune ore. In seguito, il suo corpo fu sepolto nella tomba degli uomini con una funzione grazie alla benevolenza degli ecclesiastici di questa parrocchia.
Battista Martini olim maritus viventis Catherina Fancini plurius annis Nola curator huius plebis Ponte Nuriae aetatis sui annorum sptuaginata quattruor ab alto turris sacrae huius ecclesiae misarabiliter vulneratus cecidit encephalo compresso, orta in toto celebro/cerebro??? compressione, erumptis vasis, effuso sanguine, suspensis functionibus capitis in letali morbo erumpente, vix confessus ac munitus oleo sancta necnam adjutus spiritualibus auxilis, cecidit in letalem intra minutum apopleciam, quam fulminantem dixerunt, ab post nonnullas horas in caelo evolavit. Postea, eius corpus fuit in sepulcro virorum tumulatum una cum officio a mortuis ex benevolentia ecclisiasticorum huius parecia/surgi