Pontestorie – Il “primo” volo dell’asino (13 ottobre 1901)
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Pontestorie - Il "primo" volo dell'asino (13 ottobre 1901)
Proprio in questi giorni di metà settembre si rinnova come ogni anno a Pontenure il tradizionale appuntamento con la Festa dell’Asino, l’indiscussa regina tra tutte le feste e le sagre pontenuresi, una manifestazione sempre sentita e grandemente partecipata, la cui fama, ormai da parecchi lustri, si estende (peraltro assai meritamente) ben oltre i confini della nostra provincia. E il 2021, in quest’ottica, non è certo un anno qualunque, anzi!
Proprio quest’anno, infatti, ricorre il 120esimo anniversario di quel leggendario volo che senza tema di smentita possiamo definire il "pezzo forte" di quella prima e storica edizione della sagra, una tradizione recuperata con intelligenza dalla Pro Loco di Pontenure, che nel 1968 ha saputo abilmente reinventare l’impresa di quel famoso asinello, facendo di una goliardata di inizio secolo una festa di grande successo, particolarmente rinomata per le sue squisite prelibatezze a base di carne asinina.
Era il 13 ottobre del 1901, e ancora non si era staccato da terra neppure il Flyer, il primo aeroplano dei fratelli Wright. A Pontenure, in quel principio di autunno, si era da poco celebrata la festa della Madonna del Rosario, considerata da secoli la principale protettrice del paese e a quei tempi ancora onorata dai Pontenuresi con tridui di preghiera, processioni e grandi festeggiamenti. Grande era però il fermento che regnava in quei giorni nella nostra borgata: un comitato di volenterosi, capitanato dal professor Valente Faustini, noto poeta dialettale che d'estate amava villeggiare nel nostro paese, aveva ideato un intrattenimento unico per chiamare a raccolta a Pontenure, dalla città e dalle campagne, la folla delle grandi occasioni, col triplice scopo di animare un poco la vita del paese, favorire il commercio e raccogliere fondi a favore dell’Asilo "Clara Raggio", allora da poco istituito. Davvero molti erano i divertimenti in programma in quei giorni di festa: tiro alla fune, albero della cuccagna, bruciamento della vecchia Griffina, tiro agli storni, gara degli schioccatori di frusta, banco di beneficienza, concorso di bellezza per bambini, volo di palloni aerostatici, illuminazione serale della Torre, balli sulla piazza, corsa degli asini, ma la gran folla, che occupava anche i tetti delle abitazioni, voleva assistere soprattutto al volo dell'asino!
Approfittando dell'Archivio storico del quotidiano Libertà, disponibile da qualche tempo sul sito della Biblioteca Passerini Landi, abbiamo riscoperto di recente, e lo riportiamo estesamente di seguito, il resoconto originale di quei fatti lontani, passati meritamente alla storia, almeno dalle nostre parti. A firmare questa singolare cronaca, apparsa sull’edizione del 14 ottobre 1901 del giornale piacentino per eccellenza, era un corrispondente locale che si celava dietro lo pseudonimo di Yorik. È anche grazie alle parole di questo ignoto cronista se, dopo un secolo e qualche lustro, possiamo ancora assaporare quella festosa atmosfera di gioia e sano divertimento di quei giorni ormai lontani.
Le feste di jeri a Pontenure – il volo dell’asino
Pontenure 14 – Bravo il Comitato, di cui fu anima quella mente geniale del prof. V. Faustini. La festa è riuscita nel modo migliore, favorita da una bellissima giornata e da un concorso grande di gente, convenuta dalla città e dai paesi vicini oltre che dalla nota ospitalità dei Pontenuresi.
Il programma fu esaurito in tutte le sue parti. Si cominciò dalla rottura delle pentole e poco dopo giunse in vettura da Piacenza la banda di frate Paolo, la quale, fatta il giro della borgata, si portò poi alla stazione insieme con alcuni componenti il Comitato per ricevere in forma ufficiale quelli che venivano da Piacenza col treno delle 15.
Nel giuoco della corda, un tira tira, giuoco che si usa in tante altre case, non si sa se la vittoria sia stata degli Orazi oppure dei Curiazi; ad ogni modo essi si divisero il premio da buoni gemelli con soddisfazione di tutti.
Nella corsa degli asini il premio era per l’ultimo arrivato, ma parecchi furono gli ultimi e che meraviglia trattandosi di asini? E qui una sanatoria su tutto e su tutti. Fu una gara piacevole ed esilarante.
Il clou della festa era il volo dell’asino. Dal campanile all’estremità opposta della piazza era teso un cordone metallico. L’asinello fin dalle cinque del mattino era stato tratto fin là sul campanile e dodici ore dopo, ad occhi bendati, fece la sua discesa, spiegando due ali gigantesche. Chi sa quanti invidiavano allora il volo di quel modesto animale. Ma, ahimè! L’aeropata quadrupede, era giunto quasi al termine del suo periglioso viaggio, quando a due metri da terra si ruppe la corda e il povero animale toccò il suolo in mezzo a’ suoi ammiratori.
Se la corda si fosse rotta dieci minuti prima, era il caso di dire: Asinus asinariis nomina dedit aquis, cambiando così il nome del vecchio Nure.
Lo spettacolo divertì immensamente e per la varietà e per vedere un asino collocato tanto in alto.
I divertimenti finirono colla salita sull’albero della cuccagna. Nessuno del paese volle tentare la scalata e si che c’erano premi appetitosi. Fu il vostro Casella che toccò la cima, ma quanta polvere dovette gettare, anche negli occhi degli spettatori! Ma adesso è così sempre, polvere negli occhi e lira via!
Bella la illuminazione, frequentatissimo il Ballo pubblico ed ottimo il servizio reso dalla serafica Banda di Fra Paolo. Allegria molta ed ordine perfetto.
Questo celebre volo, oggetto fino a qualche decennio fa di ironie, sfottò e non soltanto, è divenuto per i Pontenuresi di oggi, che hanno imparato a sorridere di questa storia, un motivo di vanto e distinzione. Non vogliamo però congedarci senza riportare qualche altra piccola curiosità. Fortunatamente l'asino, che portava come è noto il nome di Geppetto, non condivise la sorte di Icaro ma, come constato dal veterinario, riportò soltanto un'abrasione al ginocchio destro e una ferita lacero contusa nella zona dell'addome, prontamente ricucita. Nulla di grave neanche per il carrettiere Gerolamo Ramoni, di 49 anni, originario di San Lazzaro, ferito al cuoi cappelluto da una zoccolata, l'unico altro incidente registrato dalle cronache del tempo.
Al volo dell’asino, assistettero al posto d’onore, proprio in cima alla Torre, il proprietario dello stesso, commendator Armando Raggio senior, la sua famiglia, il padrone di casa, l’allora arciprete don Rolando Romani, e il professor Faustini. Eletto, come abbiamo detto, presidente del Comitato promotore della festa, il noto poeta aveva composto per l’occasione la celebre poesia Per le feste di Pontenure, ode che venne pubblicata per la prima volta sul quotidiano Libertà pochi giorni prima del “grande volo” di quel coraggioso quadrupede alato, paragonato da Faustini ad una poiana, che, almeno a Pontenure, ha finito col rubare il posto riservato a Icaro nell’immaginario collettivo.
Forse è assai meno noto è che, negli anni successivi, altri asini "volarono" giù dalla nostra millenaria Torre, e questo almeno fino al 1913, cioè quasi alla vigilia della Grande Guerra. Il volo dell’asino era infatti divenuto col tempo la principale delle attrazioni messe in campo in occasione delle feste e delle sagre che si tenevano nel nostro paese, a volte in luglio, in occasione della storica fiera di San Giacomo, allora famosa per i buoi da macello e da lavoro, altre volte alla fine di agosto o alla metà di ottobre, come ben testimoniato peraltro dai versi de La Povesia del’äs c’al vula e Andä tütt a Puntnür, altre due poesie scritte dal Faustini per pubblicizzare rispettivamente i festeggiamenti del 1902 e del 1913, e dalle precise cronache presenti in quegli anni sulle colonne del quotidiano Libertà, che difficilmente mancavano di riportare le vicende e i tanti divertimenti di quelle giornate di festa. Perché quei tempi, in cui volavano gli asini, non erano forse poi così tanto peggiori dei nostri.
Luca T.