Sabato 1° Gennaio, la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, regina della pace
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Sabato 1° Gennaio, la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, regina della pace
Nell’Ottava del Santo Natale si celebra la festa di Maria, madre di Dio. Così, proprio all’inizio del nuovo anno, nella pienezza del tempo di Natale, la liturgia ci fa contemplare la figura della Vergine Maria nella sua divina maternità. Invochiamo dunque con fede sincera e fervorosa Maria Santissima perché Lei, che ha dato al mondo Gesù, il Principe della pace, ottenga dal Figlio, per ogni popolo e nazione, un anno nuovo ricco di benedizioni, di prosperità e di salute e soprattutto di pace e serenità.
Nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 31 dicembre, il vecchio anno si è concluso con la celebrazione della santa messa prefestiva, al termine della quale il nostro parroco don Mauro Tramelli ha benedetto i numerosi fedeli presenti in chiesa col Santissimo Sacramento. L'ostensione è stata accompagnata dal solenne canto del Te Deum, intonato come di consueto dai sempre bravi e preparati cantori del Coro "La Torre", un inno di lode e ringraziamento al Signore per rendergli grazie per le gioie e i dolori, le difficoltà e i sacrifici che hanno accompagnato l'anno che è appena trascorso. Il poeta latino Ovidio attesta che nell'antica Roma si era soliti scambiarsi, nel primo giorno dell'anno, un vasetto di miele con datteri e fichi secchi avvolti in foglie di alloro. Era un dono simbolico per augurare ad amici e conoscenti un dolce e fruttuoso anno nuovo: durante le sante messe celebrate quest'oggi, sabato 1° gennaio, la nostra comunità ha invece pregato il Signore della Vita e della Storia con la recita della sequenza del Veni Creator Spiritus, per invocare, sull’anno civile che inizia, la forza dello Spirito Santo e la sua protezione. Non è soltanto il Paraclito ad accompagnarci in questo primo e festoso giorno del nuovo anno, ma anche il dolce e materno abbraccio della Madre del Signore. Da sempre, per i credenti, Maria è Madre di Gesù, ma nel contempo è madre nostra.
È commovente ammirare la scena del presepe in cui il Bambino nella culla è vegliato da Maria e Giuseppe, e ancor prima sentire nelle parole del vangelo, il suo totale abbandono alla volontà del Padre che la vuole Madre di suo Figlio, senza che Lei conosca uomo. Poi la presentazione di Gesù al Tempio ed i profeti Anna e Simeone che riconoscono il Bambino come il tanto atteso figlio di Dio e la profezia che le annuncia il dolore più grande: quella spada che le trafiggerà il cuore.
Nel cammino di Maria, nel suo cuore, c’è sempre però qualcosa che lei sente essere infinitamente più grande della sua persona, qualcosa che non le è svelato appieno e nel vangelo di Luca è scritto «Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore». Ella infatti non sa dare risposte a ciò che è umanamente incomprensibile, ma è “…piena di grazia “, perché il Signore è con lei; si fida, si abbandona al suo Creatore ed è accanto al Figlio, sente che il suo compito è quello di amarlo come meglio può una madre in carne ed ossa. E’ questa presenza silenziosa, umile, attenta, che ce la fa sentire sì Madre di Dio, ma anche madre nostra. Una madre che ha vissuto la trepidazione e la gioia, lo stupore, la sofferenza più acuta, ma che non ha mai perso la spera. Di lei San Paolo dice «…quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna … per riscattare quelli cheerano sotto la Legge».
E noi tutti, che vogliamo accogliere Gesù come colui che riconcilia l’uomo vecchio con l’uomo nuovo, possiamo sperare di rendere possibile ciò, contribuendo a costruire la pace grazie all’intercessione di Maria. La pace è dono di Dio ed ha bisogno della collaborazione degli uomini, perciò invochiamo la Regina della pace affinché impariamo a perdonare, ad accogliere, ad operare, seguendo la via che la nostra madre del cielo ci ha indicato.
Luca T. & Rosita
Di seguito qualche bella foto della santa messa prefestiva di venerdì 31 dicembre, allietata dal canto del Te Deum laudamus.