Domenica 13 Marzo, un pellegrinaggio per celebrare i 900 anni della nostra Cattedrale
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Domenica 13 Marzo, un pellegrinaggio per celebrare i 900 anni della nostra Cattedrale
Nove secoli esatti di vita, questo il prestigioso traguardo raggiunto in questo 2022 dalla Cattedrale di Piacenza, dedicata a Santa Maria Assunta e Santa Giustina. La costruzione della Cattedrale, la chiesa madre della nostra Diocesi, venne infatti avviata in pieno Medioevo, nel lontano 1122, sul medesimo sito della preesistente cattedrale cittadina, risalente al IX secolo, rimasta gravemente danneggiata, come riportano le cronache del tempo, in occasione del distruttivo terremoto del 3 gennaio 1117 che aveva devastato con le sue scosse gran parte dell'Italia settentrionale.
A quel tempo non esisteva ancora un palazzo comunale, il famoso Gotico, che sarebbe stato compiuto solo più di un secolo più tardi, e quindi la cattedrale e il palazzo vescovile concentravano in sé vita religiosa e civile della città. Ce lo ricordano ancora oggi le formelle dei paratici, le antiche corporazioni di mestiere, finemente scolpite sulle imponenti colonne, che testimoniano come lo sforzo compiuto per la costruzione di questo grandioso tempio fu sostenuto da tutta la città: l’intera comunità si strinse intorno al proprio vescovo per innalzare, sopra le casupole di legno e paglia, una monumentale architettura, divenuta presto simbolo e orgoglio della città stessa.
Il 1122 è perciò un riferimento importante per tutta la Chiesa piacentina, una data da cui questa storia lunga 900 anni ha preso inizio. Nell’ambito delle numerose e significative iniziative promosse dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio per celebrare questa importante ricorrenza, anche la nostra comunità parrocchiale, assieme alle parrocchie di Valconasso, Paderna e Muradello, appartenenti alla nostra stessa Comunità pastorale, è stata invitata a partecipare al pellegrinaggio che nel pomeriggio di domenica 13 marzo ha visto convergere a Piacenza tutte le comunità appartenenti al Vicariato della Val Nure per un incontro tanto simbolico quanto fecondo dal punto di vista spirituale, incontro che nel corso dell'anno coinvolgerà tutti i vicariati in cui è suddivisa la nostra Diocesi.
Erano ovviamente presenti parecchi pellegrini di Pontenure, alcuni dei quali, come avveniva una volta, hanno raggiunto Piacenza a bordo del pullman messo a disposizione dalla nostra Parrocchia. I partecipanti al pellegrinaggio si sono ritrovati alle ore 16 del pomeriggio presso la basilica di Sant'Antonino, la chiesa che fino all'850 fu la prima cattedrale di Piacenza e conserva ancora oggi le spoglie di Sant’Antonino, il primo martire e principale patrono di Piacenza, dove hanno potuto vivere una celebrazione penitenziale che ha preparato i cuori e le menti di tutti i presenti alla tappa successiva, il Duomo, in cui ha la sede la cattedra del Vescovo e verso la quale convergono, in un vincolo di unione e carità, tutte le altre chiese della città e della Diocesi.
Concluso questo primo momento di preghiera, tutti i pellegrini si sono incamminati senza fretta alla volta della Cattedrale, oggi come allora dedicata ad una martire dei primi secoli dell’era cristiana, Santa Giustina di Antiochia, le cui venerate reliquie sono ancora oggi conservate nella cripta sottostante il presbiterio. Qui sono stati accolti e salutati con calore dal parroco della Cattedrale, don Serafino Coppellotti, che ha fornito ai pellegrini una breve ma esaustiva panoramica, dal punto di vista storico e artistico, circa le origini della basilica e i molti tesori artistici e non solo, lascito di molti secoli di fede e devozione dei padri, che essa conserva gelosamente ancora oggi.
Qualche minuto di silenzio, all’insegna della riflessione e della preghiera personale, hanno preceduto la celebrazione della santa messa presieduta dal vicario generale della Diocesi, mons. Luigi Chiesa, che è stata concelebrata da tutti i parroci e gli amministratori parrocchiali del Vicariato della Val Nure, tra i quali erano presenti il nostro parroco don Mauro Tramelli, don Josuè Brito da Silva e una vecchia conoscenza per i fedeli Pontenuresi, don Fausto Arrisi, attuale parroco di Podenzano. Commentando nella sua omelia il Vangelo della seconda domenica di Quaresima, che narra della Trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor, mons. Chiesa ha spiegato che quest’episodio ci invita a vivere la preghiera come qualcosa capace di trasfigurare per sempre la nostra vita, ricordando che la vera luce il Signore l’ha mostrata sul suo volto quando era sulla Croce, salvando l’umanità.
Ad accompagnare col canto la solenne concelebrazione eucaristica un nutrito Coro "interparrocchiale di Vicariato" che, nonostante la composizione inedita e il poco tempo avuto per amalgamarsi, ha saputo comunque sottolineare nel migliore dei modi i principali momenti della liturgia. Il compito di dirigere e coordinare questo improvvisato rassemblement di cantori di tutta la Valnure è toccato alla direttrice di uno dei nostri due cori parrocchiali, Silvia Riboni, presente insieme a numerosi componenti del Coro "Perfetta Letizia".
Per tutti i partecipanti, che grazie al pellegrinaggio hanno lucrato l’indulgenza plenaria, si è trattato senza dubbio di un momento importante, capace di condurre un popolo fino alle fonti originarie della propria fede, verso quella che rappresenta per tutti e per ciascuno, secondo una bella espressione del nostro Vescovo, mons. Cevolotto, non presente a causa di altri impegni pastorali, "la tenda del cammino", un punto fisso e sicuro, come la stella polare, nel lungo cammino che tutti noi compiamo alla ricerca della salvezza e della vita eterna nel Regno promessoci da Colui che pagò col Suo sacrificio il nostro riscatto.
Luca T.