Il nostro presepe, edizione 2022 – Quando il presepe ci parla…
di Redazione Sito ·
Il nostro presepe, edizione 2022 - Quando il presepe ci parla...
A qualcuno potrà sembrare fuori luogo usare l'aggettivo”nostro” riferendoci al presepe, perchè San Francesco lo aveva ideato per ciascuno e quindi per tutti. Nel lontano 1223 infatti, egli si rivolse all'amico Giovanni affinchè preparasse una greppia a Greccio ove celebrare il Santo Natale e così avvenne: frati, pastori e contadini del posto si recarono in quel luogo dove, su una pietra posta sopra a un giaciglio di paglia e trasformata in altare, un frate sacerdote celebrò la santa messa. Francesco voleva rendere visibile ad occhi umani l'umiltà e la povertà nelle quali il Figlio di Dio si era incarnato per essere il nuovo Adamo.
Per arrivare alla Grotta però occorreva portare con sé un lume, una torcia che permettesse di seguire il sentiero immerso tra le rocce, un sentiero talvolta aspro, modellato dalla vegetazione e dall'acqua, calpestato dagli uomini come dai loro animali. Ognuno portava con sé il suo quotidiano e si affidava ad un forte richiamo.
Ed ecco che pure nella nostra chiesa parrocchiale, come è ormai consolidata e amata tradizione, anche quest'anno è stato allestito il Presepe; nostro in quanto alla Natività si sono volute dare una scenografia ed una prospettiva particolari, nostro perchè chiunque entri in chiesa, nella navata di destra, può fermarsi a pregare ed ammirare quanto ideato e realizzato da un gruppo di volontari espressione della comunità dei fedeli pontenuresi. Nostro, cioè capace di parlare individualmente a chi, con il cuore aperto all'ascolto, vuol incamminarsi sul sentiero che porta alla nascita di Gesù sulla Terra.
Fin da subito si resta colpiti dalla musica, dalla luce che guida lo sguardo, da una strada che conduce al centro della prospettiva, dal fondale illuminato di stelle su cui spicca la scritta “Betlemme ha riaperto l'Eden!” È questo un invito gioioso, accattivante che ti prende e ti vuol condurre. Iniziamo allora il cammino, sulla destra infatti c'è chi ci aspetta, con la lanterna in mano, per introdurci e sembra quasi Giovanni Battista che ci annuncia la via da seguire. In primo piano il “dormiente” che può essere identificato con ciascuno di noi ed ha bisogno di venir ridestato per mettersi in cammino.
Poco più avanti il serpente che si avvita all'albero della conoscenza ed è facile collegarlo alla caduta dell'umanità dopo il peccato originale, ma...ecco che una luce celeste attira la nostra attenzione: è l'angelo che annuncia ai pastori di seguire una stella ; poi la bellissima cascata che con il suono argentino dell'acqua, monda l'uomo dal peccato originale e al centro la capanna che si illumina gradualmente, in attesa di accogliere il Bambino Gesù.
Sul lato sinistro, in primo piano, una ciotola con la chiave che sola spezzerà la catena del peccato che rende schiavo l'uomo: il "germoglio che spunterà dal tronco di Iesse". Tutto la parte posta a sinistra del sentiero centrale, è un susseguirsi di scene di vita umile e feconda: sono donne e uomini affaccendati nel lavoro quotidiano, l'alternarsi di vegetazione e fiori dalle varie sfumature, animali che partecipano a questo senso di attesa che guida ciascuno verso un evento straordinario e misterioso. E ancora una volta il presepe ci ricorda che l'Avvento è il tempo dell'attesa, della speranza, della gioia rivelate ai piccoli della terra.
Si può davvero pensare che la rappresentazione della Natività sia una pagina di catechismo per immagini. Per tale ragione, un grazie sentito va a tutti coloro che in vario modo si sono messi a disposizione per realizzare, con arte, maestria e passione, qualcosa di speciale... hanno abbellito la nostra chiesa e ci hanno aiutato a ripercorrere un cammino interiore.
Rosita
Qualche scorcio del nostro presepe nelle splendide foto gentilmente realizzate da Teresa Musial Casali.
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