Epifania: un’incessante processione per adorare il Dio Bambino
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Epifania: un'incessante processione per adorare il Dio Bambino
L’Epifania è una delle principali feste cristiane, la cui celebrazione cade il 6 gennaio, e letteralmente significa "manifestazione, apparizione". In Oriente rappresentava il memoriale del Battesimo di Gesù, quando una Voce, la voce del Padre, rese esplicito che proprio Egli era il Cristo, il Messia tanto atteso in terra per la salvezza degli uomini: "Tu sei il mio Figlio diletto, in te mi sono compiaciuto".
Alla fine del quarto secolo questa festa fu introdotta anche in Occidente, dove assunse contenuti religiosi diversi: per noi ancora oggi l’Epifania rappresenta la celebrazione dell’offerta dei Re Magi al Santo Bambino. Ispirandosi al Vangelo secondo Matteo, innumerevoli sono stati lungo i secoli i pittori e gli artisti che hanno rappresentato questa scena ambientata nel presepio di Betlemme.
È proprio lì, in quella grotta, tra la paglia, che il Signore si manifesta al mondo, ad ogni uomo, ma inizia a farlo proprio dagli ultimi, i pastori, gente povera e semplice, che viveva accampata nei campi, a guardia del proprio gregge, gente scartata dai dottori della legge, eppure pronta a "destarsi" all’invito dell’angelo. Non senza un iniziale timore, i pastori si recano lieti alla grotta a vedere e gioire di quell’avvenimento che sa tanto di mistero: la nuova nascita, il compimento della promessa.
Ai grandi della terra, il Signore si manifesterà poi. I Re Magi, gente ricca e potente, ma attenta agli eventi e capace di leggere i segni dei tempi, sono disponibili a seguire quel segno celeste inviato da Dio, la stella, e si mettono in cammino, alla ricerca di quel luogo lontano dove sta compiendosi il grande evento, che trascende potere e ricchezza. Il Signore si manifesta, si rende visibile al mondo e ad ogni uomo, ricco o povero, buono o meno buono, disposto ad accoglierlo a riconoscerlo, a prostrarsi davanti alla Sua grandezza e al Suo amore infinito. E perché no, come fecero i Magi, ad offrire i suoi doni, povera cosa certo: il suo tempo, le sue sofferenze, le sue preoccupazioni, la sua vita, i suoi sacrifici, il suo ringraziamento e la sua lode, le gioie e le lacrime.
I Magi che, tra le difficoltà e le perizie del cammino, hanno trovato la via verso il presepe di Betlemme non sono che l’avanguardia di una processione infinita di una schiera di uomini, di tutte le razze e di tutte le epoche, di tutte le culture e di tutte le condizioni, che sono in continuo pellegrinaggio verso Cristo, che Lui solo è veramente via, verità e vita. È questo il più grande invito che ci viene da questa festa: l’incontro col Dio Bambino, vera Epifania, vera manifestazione della sconfinata bontà e misericordia di Dio e del suo amore per le sue creature.
Se anche noi, come i pastori e i Magi, sapremo metterci in cammino verso quella grotta per adorare il Bambino di Betlemme e per offrirGli le nostre vite, allora ne trarremo certamente quella gioia grande e vera che nessuna cosa al mondo sarà mai in grado di toglierci.
Livia