Le tentazioni di Sant’Antonio Abate nel deserto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Sant’Antonio abate è senza dubbio uno dei santi più popolari e uno dei più celebri eremiti nella storia della Chiesa, che lo ricorda come il Padre dei monaci. Eppure non ha fondato nessuno ordine religioso, non è stato un missionario che ha annunciato il Vangelo in terre lontane ed esotiche. Non ci ha lasciato libri colmi di dottrina, e non è mai stato neppure vescovo: nella sua vita di eremita si è limitato ad essere un limpido riflesso di Dio. Nato nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, da una famiglia assai benestante, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una landa deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse un'esistenza di eremita per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. I suoi biografi ci hanno raccontato tanti episodi leggendari della sua vita e in particolare le tentazioni da lui subite nel deserto e la persecuzione dei diavoli nei suoi confronti. Questi brevi racconti, che testimoniano la grandezza del Santo eremita egiziano, ci insegano che qualsiasi tentazione ci troviamo ad affrontare, la forza della fede, della preghiera, del digiuno e del segno della croce bastano a sconfiggere il maligno, seguendo con fiducia l'esempio di Sant'Antonio.
Il "ragazzo" dall’animo nero. – Dopo aver fallito nel tentare Antonio con le lusinghe della ricchezza, il diavolo lo assalì con insistenza, "turbandolo di notte, molestandolo di giorno al punto che quelli che lo vedevano si accorgevano della lotta che si combatteva tra i due". Antonio respingeva tuttavia con fermezza ogni tentazione del maligno e "dava forza al suo corpo mediante la fede e i digiuni". Frustrato dall’inutilità dei suoi sforzi, il diavolo decise allora di ricorrere all’astuzia e cercò di affrontare Antonio assumendo le sembianze di un ragazzo. Antonio replicò con prontezza al giovane interlocutore: "Grande disprezzo ti meriti; sei nero nell’animo e debole come un ragazzo. Non ho più motivo di preoccuparmi per te. Il Signore è il mio aiuto e io disprezzerò i miei nemici".
La tentazione della lussuria. – Sant'Antonio si trovava immerso nella preghiera nel suo remoto eremitaggio, quando il diavolo tentò di corromperlo apparendogli sotto le avvenenti sembianze di una bellissima principessa che subito offrì, spudoratamente, al Santo le proprie grazie. Tutto era perfetto nell’aspetto esteriore della fanciulla, ma le corna sul capo e i piedi di porco dell’elegante damigella tradirono il diabolico travestimento. E così Antonio respinse il subdolo tentatore, redarguendolo con severità. Dopo ogni incontro Antonio era rafforzato nella sua fede, e Dio andava in suo aiuto. Quando insegnava ai suoi tanti discepoli, Antonio diceva loro come sconfiggere i demoni: "Segnatevi con il segno di croce e partite fiduciosi. Lasciate che costoro si prendano gioco di se stessi; non dobbiamo temere le loro insidie; le preghiere, i digiuni, la fede nel Signore li fanno subito cadere".
Il drago e la fonte. – Vi era in quel tempo un terribile drago che inquinava le acque di una fonte e minacciava la vita stessa degli abitanti. Tale era il lezzo causato dall’acqua fetida da costringere i monaci a turarsi il naso e la gente del luogo a patire la sete, invocando l'assistenza di Antonio, che cacciò il drago con un esorcismo e provvide a purificare l’acqua, restituendo l'acqua limpida agli abitanti del luogo.
La visione dell’inferno. – Mentre si recava nel deserto per pregare con i suoi discepoli, Antonio ebbe all’improvviso una visione dell’inferno, una visione davvero tremenda. Dei grotteschi diavoli erano intenti a bastonare e arpionare dei poveri dannati tutti nudi, trasportandoli con ogni mezzo verso la punizione eterna, una grande caverna fiammeggiante ai piedi di un monte, al cui interno si ammassavano i volti delle anime dannate avvolti dalle fiamme e stritolati dalle spire di serpenti.
I diavoli bastonatori. – Il diavolo colpiva Antonio fisicamente, sperando che per paura tornasse al suo stile di vita precedente, ma lui rimaneva saldo nella fede e gli disse: "Eccomi qui, sono Antonio; non fuggo ai vostri colpi. Anche se me ne darete di più, niente mi separerà dall’amore di Cristo… Anche se un’armata si accamperà contro di me il mio cuore non avrà timore". Per un po’ di tempo allora il diavolo lasciò Antonio in pace, ma poi tornò a metterlo alla prova, questa volta con una moltitudine di demoni. Un giorno, mentre Antonio era intento a pregare nel suo eremitaggio, una moltitudine di diavoli iniziò all’improvviso a picchiarlo con dei bastoni e lo ridusse quasi in fin di vita, sfinito dal dolore e dalle ferite. Quando però i demoni tentarono di sfilare ad Antonio il cappuccio della tunica, ecco che all’improvviso si irradiò nella grotta una luce meravigliosa che mise in fuga tutti i demoni, mentre Antonio fu subito guarito dalle sue ferite. Capendo che il Signore era venuto finalmente lì da lui, disse: "Dov’eri, buon Gesù? Dov’eri? Perché non sei venuto subito ad aiutarmi e a guarire le mie ferite?". Gli rispose dunque il Signore: "Antonio, io ero qui, ma aspettavo di vedere la tua battaglia. Poiché hai combattuto con tutte le tue forze, farò che il tuo nome corra per tutto il mondo". E così in effetti è stato.
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