Di stazione in stazione seguendo la Croce: Via Crucis nel tempo di Quaresima
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Di stazione in stazione seguendo la Croce: Via Crucis nel tempo di Quaresima
Sono sempre assai numerosi i fedeli che ogni venerdì del tempo di Quaresima si radunano in chiesa, prima della santa messa feriale, per pregare e meditare assieme attraverso il pio esercizio della Via Crucis. Si tratta di una pratica assai antica, che la tradizione fa risalire addirittura alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme. Di sicuro nel corso dei secoli tanti credenti hanno trovato nutrimento spirituale da questa pio e santo esercizio raccomandato da tanti Pontefici, che ci induce ogni volta a rendere grazie al Signore perché col Suo sacrificio, compiuto abbracciando liberamente e per amore la Croce, ha voluto la nostra salvezza e quella degli uomini di ogni tempo.
Attraverso la Via Crucis siamo infatti invitati a ripercorre gli ultimi momenti della vita terrena del Signore, accompagnando nell'intimo del cuore l'Uomo dei dolori nel suo cammino fra cadute e brutalità. È di stazione in stazione che si dipana il percorso che ci conduce idealmente lungo la Via dolorosa percorsa da Gesù un venerdì di due millenni fa, dal pretorio, dove il Signore fu condannato a morte, fino al Calvario, dove fu crocifisso tra due malfattori, e al giardino dove fu deposto in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia.
A guidare i nostri passi il sapiente l’alternarsi di vari momenti: l’ascolto di alcune meditazioni tratte dalle Scritture, il silenzio che induce alla preghiera, la devozione che solo i canti tradizionali sanno donare, l’incedere processionale e il sostare riflessivo davanti alle varie tappe, ai vari personaggi che il Signore incontrò sul suo cammino: Pilato, la Veronica, il Cireneo. A portare la croce il signor Renato Pagani, affiancato da due giovanissimi ma valenti aiutanti, che lo hanno scortato con compostezza davanti ai quadri raffiguranti le varie stazioni sparse per la nostra chiesa, mentre a guidare la funzione hanno provveduto i nostri seminaristi Gianni e Robert.
Ancora oggi, in questo nostro tempo segnato da tanti drammi e tragedie, in una società per molti versi anestetizzata dalla cultura dominante, la Croce di Cristo ha qualcosa (e parecchio) da insegnarci. La Croce è per tutti noi il ricordo della passione, morte e risurrezione del Signore, ma troppo spesso viene considerata un simbolo di sconfitta, un segno di dolore, quasi qualcosa di cui vergognarsi. Essa è invece soprattutto un trofeo, ossia un segno perenne di vittoria di Cristo sul male e sulla morte, attestazione dell’infinito amore che il Signore ha nutrito per noi e per l'umanità tutta.
Luca T.
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