Diario da Assisi – Cronaca di un pellegrinaggio
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Diario da Assisi - Cronaca di un pellegrinaggio
Anche quest’anno, si è rinnovata la bella iniziativa del pellegrinaggio dei cresimati promosso dalla nostra Diocesi. Al pellegrinaggio, la cui meta è stata Assisi, hanno preso parte anche sei ragazzi della nostra Parrocchia (Edoardo, Fabiola, Filippo, Matilde, Rinaldo, Veronica) e due bravissime accompagnatrici (Elisabetta e Nadia). L’esperienza del pellegrinaggio ha permesso ai ragazzi di entrare a contatto con un’appartenenza ecclesiale che va oltre la dimensione parrocchiale, ha consentito loro di stringere legami e di conoscere nuove realtà di vita cristiana. La vicenda di Francesco e Chiara ha fatto da sfondo alle attività e ai momenti di preghiera che hanno caratterizzato le giornate di pellegrinaggio, in cui i ragazzi hanno potuto scoprire un giovane come loro che addita a tutti noi la via da percorrere per giungere alla santità: il Beato Carlo Acutis. Adesso spazio però al loro diario di pellegrinaggio! Buona lettura!
Sabato 22 Aprile. – Nel pomeriggio, dopo un lungo viaggio in pullman, arriviamo finalmente alla nostra meta, Assisi. Il nostro pellegrinaggio si inaugura con il classico saluto e le doverose presentazioni, anche del vescovo Adriano che vivrà assieme a noi questa straordinaria esperienza. Subito dopo saliamo alla Rocca per vedere Assisi dall’alto e iniziare il viaggio accompagnati dai racconti delle suore alcantarine che ci ospitano. Una di loro, suor Maria Elisa, ci spiega la differenza tra pellegrinaggio, turismo e vagabondare. Noi siamo pellegrini e sappiamo qual è la nostra meta e dobbiamo vivere il pellegrinaggio non in mediocrità ma appassionati proprio come San Francesco, puntando a realizzare non un grande sogno, ma un sogno grande.
Terminata la visita alla Rocca, scendiamo ad Assisi per cenare e quindi prendiamo dimora presso la struttura gestita dalle suore, nei pressi della basilica di Santa Maria degli Angeli, dove prepariamo i nostri “giacigli”, ovviamente divisi tra maschi e femmine, facciamo la doccia e ci riuniamo per la preghiera, con l’intenzione di pensare a tutte le persone che ci hanno chiesto di pregare per loro e per le situazioni difficili della nostra vita. E finalmente tutti a nanna… o almeno qualcosa di simile!
Domenica 23 Aprile. – Questa terza domenica del Tempo di Pasqua si apre con il canto: è davvero bello iniziare così la giornata, ringraziando il Signore. Nel dono c’è anche il donatore, per questo dobbiamo dire il nostro sì. È questo il saluto che il Vescovo Adriano ci rivolge questa mattina. Don Alessandro Mazzoni (responsabile della Pastorale giovanile insieme a Dario Carini) ci offre alcune notizie pratiche. Dopo la preghiera saliamo in pullman verso San Rufino.
Ci dividiamo in due gruppi, ciascuno capitanato da una suora, suor Veronica e suor Vittoria. Con loro e grazie a loro vedremo e scopriremo come Dio si è incarnato nella vita di Francesco, partendo proprio da San Rufino, dove sono stati battezzati sia Francesco che Chiara. Come abbiamo scoperto, questi due grandi Santi erano ragazzi normali e anche di fianco a noi potrebbero esserci una Chiara e un Francesco. Ritorna la domanda udita ieri: qual è il nostro sogno grande? Oggi ne siamo finalmente consapevoli: se non lo hai ancora, qui puoi scoprirlo e tornare a casa con un sogno grande nel cuore. Devi però essere determinato, come Francesco, a realizzarlo con l’aiuto di Dio.
Proseguiamo passando dalla casa natale di Francesco: qui egli conobbe i primi momenti di conversione. Aveva capito che la sua gioia era nello stare vicino a chi aveva bisogno. Suo padre era molto arrabbiato con lui fino a incatenarlo. La madre lo liberò e Francesco scappò verso il suo sogno, verso gli altri. Nella celletta di Francesco anche noi lasciamo le nostre catene. Siamo arrivati al Santuario della spogliazione: qui Francesco si è spogliato, davanti al Vescovado: ha dovuto fare questa scelta difficile. Con il battesimo siamo resi figli di Dio e Francesco quel giorno capì di avere un Padre che rende tutti fratelli e sorelle, come lo ha capito il beato Carlo Acutis. È proprio in questo Santuario che questo giovanissimo Beato dei nostri giorni riposa con il suo corpo mortale.
Termina la mattinata e torniamo alla chiesa di San Rufino per la celebrazione della Santa Messa con il nostro Vescovo Adriano. Il Vescovo invita ciascuno di noi a fare memoria del proprio battesimo: è lì che inizia l’amore di Dio verso di noi e opera in noi durante tutta la nostra vita. Anche alcuni del nostro piccolo gruppo partecipano attivamente alla celebrazione, come chierichetto e nel coro, cantando e suonando.
Dopo un lauto pranzo (panini con prosciutto cotto doc e coppa piacentina) che gustiamo seduti sugli scalini della chiesa di Santa Chiara, siamo accompagnati a pregare con il cuore davanti al crocifisso di San Damiano e alla tomba di Santa Chiara, nella chiesa omonima, e a porci delle domande sulla nostra vita e sui nostri sogni. All’uscita dalla chiesa, Suor Vittoria ci racconta la vita di Santa Chiara, amica di Francesco, che ha voluto seguirlo nella sua povertà e nel suo amore verso Dio e verso chi ha bisogno. Chiara, per la sua epoca, era una rivoluzionaria e, nonostante la malattia che l’ha tenuta in un letto più di venti anni, è riuscita a ottenere dal vescovo l’approvazione della regola che ha dato vita all’ordine delle Clarisse.
Dalla chiesa di Santa Chiara scendiamo a San Damiano, dove Fra Alessandro ci parla dell’incontro tra Francesco e il crocifisso di San Damiano che, alla sua preghiera “Alto e glorioso Dio illumina le tenebre del mio cuore”, gli risponde di riparare la sua chiesa. Francesco all’inizio pensa di risolvere tutto con il denaro del padre, ma poi capisce che dev’essere lui per primo a mettersi in gioco, come Dio chiede di fare a ciascuno noi nella nostra vita.
Dopo aver visitato l’interno di San Damiano, dove era il monastero originale di Santa Chiara, risaliamo verso la piazza sotto la basilica di San Francesco e lì, ci sbizzarriamo con tante foto di gruppo, anche con il Vescovo Adriano che ci ha accompagnato passo passo durante tutto questo nostro intenso pellegrinaggio. Questa seconda serata, dopo la cena, termina con dei giochi di gruppo organizzati dagli educatori di Podenzano.
Nella preghiera di chiusura della giornata, un ragazzo, Filippo, esprime una sua riflessione, che si conclude con la preghiera che il Signore possa contribuire a realizzare i “sogni grandi” che i ragazzi hanno nei loro cuori, indicando magari uno di questi sogni a coloro che ne sono privi! Un bell’auspicio!
Lunedì 24 Aprile. – La terza giornata inizia come sempre con una sana colazione (succo e brioche con biscotti), ma il tempo non ci assiste… per questo ogni gruppo rimane nella propria casa per la preghiera di inizio giornata.
In un provvidenziale momento di tregua dalla pioggia, raggiungiamo la Basilica di San Francesco, dove il vescovo Adriano ci lascia il suo saluto (nel pomeriggio il suo rientro a Piacenza) facendoci notare che l’impegno e la fatica di questi giorni li ricorderemo, ma è proprio questa fatica che ci permette di apprezzare le cose perché è nel “pagare” un prezzo che se ne capisce il valore. Dopo il breve, ma incisivo intervento del nostro vescovo, suor Maria Rita ci racconta la vita di San Francesco, dopo che ebbe sentito la chiamata di Gesù nel proprio cuore, e come si sviluppò la basilica. Suor Maria Rita ci narra che, dopo aver capito il suo sogno grande, Francesco vede trasformata la sua vita interiore ma anche quella esteriore, perché l’amicizia di Gesù rende tutto più bello e attrattivo. La basilica è composta da tre chiese poste una sopra l’altra. La basilica inferiore, al di sotto della quale c’è la cripta dove è custodito il corpo di San Francesco e, intorno a lui, quelli di quattro suoi amici, i primi che lo hanno seguito. La basilica superiore è arricchita dai dipinti di Giotto ed è luminosa a simboleggiare la rinascita dalle tenebre della cripta, passando dalla basilica inferiore fino alla basilica superiore, che si staglia al fondo di un grande prato per accogliere i pellegrini in arrivo a visitare i luoghi di Francesco.
Dopo il pranzo nel cortile della basilica, sotto i portici, al riparo dalla pioggia, ogni gruppo può godere del pomeriggio libero. I ragazzi non si fanno certo pregare e prontamente approfittano per apporre le classiche firme su magliette, zaini e pantaloni dei compagni di pellegrinaggio, coinvolgendo anche comitive di giovani delle altre diocesi. La nostra parrocchia si è gemellata con quella di Bobbio e dintorni (fino alla Val d’Aveto!) e, dopo un gelato e un ritorno in visita a Carlo Acutis, ci dividiamo tra chi desidera cercare un posto dove giocare e chi preferisce fare una sosta al bar. Una volta ricongiunti, facciamo assieme gli ultimi acquisti di pensierini per i vari parenti e amici rimasti a casa, mentre alcuni di noi intrattengono i passanti con musiche e balli! Dopo cena concludiamo la serata con i giochi di gruppo sempre nel piazzale di Santa Maria degli Angeli e, prima del meritato riposo, con la preghiera in cerchio, dove ognuno ha pronunciato una parola ricordo di questa esperienza.
Martedì 25 Aprile. – Sveglia alle 7, colazione e inizia l’ultimo giorno con Francesco ad Assisi. Anche oggi la pioggia non ci permette di fare la preghiera iniziale tutti insieme nella spianata di Santa Maria degli Angeli, ma ognuno prega nella propria casa. Ci ricongiungiamo tutti insieme nel salone della casa Frate Jacopa, dove Suor Maria Rosaria ci parla della Porziuncola, l’ultima tappa del nostro pellegrinaggio.
La Porziuncola insieme a San Damiano sono i due posti più importanti del francescanesimo. Suor Maria Rosaria ci evidenzia tre aspetti di questo luogo: è il luogo dell’incontro, perché qui Francesco ha incontrato Gesù negli altri e questo gli ha toccato il cuore; è il luogo della fraternità, perché Francesco accoglie tutti come fratelli senza scartare nessuno, è il luogo del fine, perché è qui che Francesco muore e quindi è qui che c’è l’incontro con il Padre, incontro che il Santo poverello ha atteso tutta la vita.
Suor Maria Rosaria e Don Alessandro invitano i ragazzi a percorrere la spianata e a entrare in silenzio in Santa Maria degli Angeli, sedersi in disparte, riflettere e scrivere su un foglio di carta i tre punti che sono stati visti precedentemente: cosa ci ha scaldato il cuore, il nome di un fratello per cui pregare, il sogno grande che abbiamo.
Una volta entrati nella chiesetta della Porziuncola, all’interno di Santa Maria degli Angeli, e aver passato il giardino delle rose, siamo tornati alla casa Frate Jacopa, dove è stato consegnato il mandato a ciascun ragazzo e ragazza di questo pellegrinaggio e anche ai loro educatori/accompagnatori.
Insieme abbiamo cantato il canto “Francesco va’” e Suor Maria Rosaria ci ha sottolineato l’importanza del gesto di accettare e indossare il Tau che ci sarà donato come segno visibile del mandato. Ora torneremo nelle nostre parrocchie, ma il “come” starci è una nostra scelta. Il Tau è, per Francesco, Gesù. Francesco e noi portando il Tau vogliamo dire che la nostra vita è con Gesù. Alla consegna del Tau da parte dei sacerdoti presenti al pellegrinaggio, i ragazzi hanno lasciato in una cesta il biglietto con i loro pensieri e preghiere fatti alla Porziuncola.
Il pranzo insieme, sempre grazie all’equipe cucina (che, con il ricavato, si autofinanzierà la GMG a Lisbona!), gli ultimi saluti e quindi la partenza per il rientro a casa: sempre noi, ma, speriamo, trasformati dalla gioia che trasmette chi ha sentito e riconosciuto Gesù nella propria vita!
Un grazie grande alle suore e ai frati di Assisi che ci hanno ospitato e accompagnato in questo pellegrinaggio, senza dimenticare il nostro Vescovo Adriano, per la sua presenza attiva e preziosa, Don Alessandro Mazzoni e tutta la Pastorale giovanile che organizza e permette di far vivere ai ragazzi e alle ragazze la presenza di Gesù nel mondo, Don Mauro e gli educatori della nostra parrocchia, ma soprattutto grazie ai ragazzi e alle ragazze che dicono il loro sì a queste proposte!
I giovani pellegrini, di età e… di spirito!