Domenica 2 Aprile: la domenica delle Palme ci introduce ai misteri del Triduo e della Pasqua
di Redazione Sito ·
Domenica 2 Aprile: la domenica delle Palme ci introduce ai misteri del Triduo e della Pasqua
Malgrado la mattinata bigia e il clima quasi invernale, a momenti sembrava quasi d’essere non a Pontenure ma nella Gerusalemme di molti secoli fa. E il merito è tutto da ascrivere alla gioiosa e giustamente chiassosa processione che, nella mattinata di oggi, 2 aprile, ha percorso alcune vie del nostro paese in questa ultima domenica prima della Pasqua. Domenica delle Palme e della Passione, così la chiama per tradizione antichissima la Chiesa, una domenica che ci introduce ai riti della Grande Settimana e del Sacro Triduo, in cui celebriamo con particolare solennità il mistero della passione, morte e resurrezione del Signore.
"Apritevi o porte eterne, avanzi il Re della gloria", le parole di questo canto hanno accompagnato i nostri passi nel corso della breve processione che dalla Casa di riposo "Parenti" ha raggiunto la chiesa, mentre i tanti lupetti, bambini e ragazzi del Catechismo presenti, proprio come fecero gli abitanti di Gerusalemme, sventolavano gioiosi lunghi rami di palma e di olivo benedetti dal nostro parroco don Mauro Tramelli. Attraverso questa processione non ci siamo limitati soltanto a rievocare un fatto storico svoltosi molti secoli fa, ma soprattutto abbiamo inteso acclamare festosamente alla regalità messianica di Cristo e al tempo stesso fare solenne professione della nostra fede, nella quale la croce e la morte del Signore rappresentano, anche se spesso ce ne scordiamo, la vittoria sul peccato e sulla morte.
Raggiunta felicemente la chiesa, nonostante qualche goccia di pioggia che non ha però spaventato i partecipanti, è proseguita la solenne celebrazione eucaristica, accompagnata dai canti del Coro “Perfetta Letizia” diretto da Silvia Riboni. Al vertice della liturgia della Parola vi è stato come di consueto il racconto della Passione, quest’anno secondo la versione dell’evangelista Matteo. Esso è stato letto alternativamente da due lettori rappresentanti rispettivamente il cronista e gli altri personaggi della vicenda, mentre il celebrante ha interpretato Cristo stesso. Questo racconto, che è stato ovviamente proclamato nella forma breve, è articolato in quattro parti: l’arresto di Gesù; il processo di fronte ai Sommi sacerdoti; il processo romano di fronte a Pilato; la condanna, la crocifissione e la morte in croce.
Grazie alle parole del Vangelo abbiamo così ripercorso le ultime tappe della vita terrena del Signore, come hanno acutamente osservato alcuni bimbi interrogati a questo proposito da don Mauro durante la sua breve omelia: “proprio come avviene ogni venerdì di Quaresima durante la Via Crucis!”, ha ricordato uno dei bambini, il piccolo Pietro. Attraverso questo viaggio, ha sottolineato ancora il celebrante, "ci stiamo avviando verso una notte [quella di Pasqua] che è il punto di arrivo di tutta la storia, da cui essa esce rigenerata", prima di passare in rassegna assieme ai bambini, in modo semplice ma efficace, le varie celebrazioni che scandiscono il Triduo pasquale, dalla gioia della Cena fino alla morte di croce, liberamente accettata da Gesù, alla gloria della risurrezione.
Al centro di questa domenica che precede la Pasqua la Chiesa, nella sua mirabile sapienza, propone ai fedeli il mistero della croce, quella stessa croce sulla quale si manifesterà in modo sconvolgente e quasi sconcertante, almeno per i canoni umani, la regalità del Signore che salva l’uomo dalla morte e che lo libera dalla schiavitù dal peccato. Proprio in questo misterioso scandalo di umiliazione, di sofferenza, di brutalità, di abbandono totale alla volontà del Padre, si compie mirabilmente il disegno di salvezza preparato da Dio prima di tutti i tempi. L’onnipotenza del Verbo fatto uomo per la nostra redenzione si rivela così ai nostri occhi proprio attraverso la croce: Gesù ha amato così tanto gli uomini non solo da essere ucciso ma da consegnarsi Egli stesso al supplizio, con amore infinito. La sua giustizia e la sua misericordia si rivelano anche togliendo dalle mani degli omicidi il sangue innocente del Giusto per eccellenza: "Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno"…
I ramoscelli d’olivo benedetti che, alla fine della messa, in tanti hanno portato a casa per poi distribuirli come segno di pace e buon augurio ad amici, parenti, persone sole o malate, non sono un talismano, ma al contrario, sono il segno concreto di un popolo che acclama al suo Re e lo riconosce come Signore, manifestando concretamente la gioia della Santa Pasqua che ci prepariamo a vivere.
Luca T.
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