Sabato Santo: giorno dell’attesa e notte di esultanza, nella luce della madre di tutte le Veglie
di Redazione Sito ·
Sabato Santo: giorno dell'attesa e notte di esultanza, nella luce della madre di tutte le Veglie
È il Sabato Santo un giorno d'attesa fatto per il silenzio e l'adorazione, non vi è alcuna celebrazione prima della tarda serata, perché è il giorno in cui ci si prepara con trepidazione alla speranza. Tutta la Chiesa vuole onorare il suo Signore e per antichissima tradizione in questa notte il popolo di Dio è teso a vivere il fulcro del Cristianesimo: si celebra la Resurrezione del Cristo. Ecco, dunque, l'atteggiamento del nostro cuore tradursi nella Santa Veglia, Sant'Agostino l'ha definita la "madre di tutte le Veglie". La Veglia Pasquale è una messa solenne volta a celebrare la sconfitta sul peccato e sulla morte. Così, il centro della nostra fede si concretizza nei riti più grandiosi, articolati in quattro diverse parti, che anche la nostra Comunità parrochiale ha celebrato con la dovuta solennità nella tarda serata di ieri, sabato 8 aprile.
La prima di esse è la Liturgia della Luce atta a ricordarci che Cristo risorto è luce e per questo sul sagrato della nostra chiesa è stato posto e benedetto da don Mauro un fuoco ben visibile, il fuoco nuovo a cui, dopo aver benedetto con un triplice segno di croce il grande cero, il sacerdote ha attinto. I fedeli tutt'intorno hanno quindi potuto accendere le loro candele ed accedere alla chiesa buia. Il celebrante, giunto all'altare, ha posto il cero pasquale sul portacero preparato di fianco alla mensa eucaristica e lo ha infuso d'incenso. Quindi è stato intonato solennemente dal seminarista l'Exultet o Preconio Pasquale, che annuncia la risurrezione di Cristo, al termine del quale è iniziata la
Liturgia della Parola che è la più ricca di tutte le celebrazioni dell'anno, infatti abbiamo ascoltato quattro letture dell'Antico Testamento, alternate a salmi. Al termine dell'ultima lettura, don Mauro ed il Coro “Perfetta letizia” hanno intonato il Gloria, accompagnato dal suono festoso e squillante delle campane. Una vera esplosione di gioia, come un'energia impossibile da trattenere oltre. La gioia che sgorga dall'anima nel sapere che Gesù, dopo essere morto sulla croce, patendo ogni dolore ed umiliazione, ed essere sceso agli inferi, è risorto ed anche noi risorgeremo.
Poi la breve ma profonda omelia di don Mauro che così ha esordito: «Stasera abbiamo sentito una notizia inaudita... non abbiate paura, Cristo è risorto, non è qui! È qualcosa che accade qui, per me, ora! ...È accaduto che Dio ha abitato la morte e quello di stasera non è solo l'annuncio di una cosa buona. C'è un'umanità nuova, c'è una speranza nuova in questa notte ed è per tutti, perché tutti abitiamo la morte. È stato detto: "andate in Galilea!" e il cristiano è uno che è nuovo: cammina e annuncia una terra nuova, cieli nuovi, un'umanità nuova».
Alla Liturgia della Parola, in cui ci siamo cibati alla mensa del Vangelo, è poi seguita la Liturgia Battesimale. Dopo una breve introduzione, sono seguite la Benedizione dell'acqua lustrale, l'aspersione di tutti i presenti e il Rinnovo delle promesse battesimali.
Il rito si è concluso con la Liturgia Eucaristica animata, come tutta la celebrazione, da canti molto sentiti e particolarmente intonati al significato dei vari momenti. A conferire un tono di autentica solennità e bellezza, sono stati pure gli arredi dell'altare e le vesti dell'officiante, così come la profusione di luce. Letture, preghiere, gesti e le parole dell'omelia hanno aperto ancora una volta il cuore alla speranza.
Rosita