Una “nuotata” con i Castorini: cronaca di una giornata d’incanto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Una "nuotata" con i Castorini: cronaca di una giornata d'incanto
Ero abituato a vederli a messa, con i loro cappellini alla pescatora gialli e blu, schierati dietro l’altare, finché un bel giorno una telefonata inattesa e un invito inconsueto: “Ti andrebbe di trascorrere una domenica insieme ai castorini? Sai, fanno una nuotata (escursione, in gergo castorino)”.
La risposta non ha richiesto molto tempo. Detto fatto, inforcati un paio di scarponcini di un tempo, zaino in spalla e via. Una bella domenica di aprile, quella subito dopo la Pasqua, mi sono ritrovato in piazza pronto per partire alla volta del Parco del Piacenziano, circondato da una vivace turba di piccoli castori, dall’energia incontenibile e dalla gioia contagiosa. Detta, infatti, la preghiera insieme a don Mauro, salutati i genitori, siamo partiti all’avventura, come nelle fiabe dei tempi antichi, desiderosi di passare una bella giornata in compagnia e imparare cose nuove.
Fare amicizia coi castorini non è stato difficile: la via affratella e unisce sempre i viandanti, figuriamoci se hai a che fare con una simile compagnia di mattacchioni! Dopo qualche opportuna precisazione su come comportarsi lungo il percorso offerta dai vecchi castori e una carica di energia (come era buona la torta!), ci siamo avventurati lungo i calanchi del Rio Carbonaro, alla scoperta del Parco e dei suoi tanti segreti.
I nostri passi lungo sentieri, salite e discese, piccoli ruscelli e piante cadute, sono stati accompagnati dalla gioia delle risate, dalle esclamazioni di sorpresa per le tante scoperte fatte lunga la via, dal calore delle mani tese per aiutare il compagno a superare una pozzanghera più grande o una salitella più ripida delle altre, dalle sagge spiegazioni dei vecchi castori e dai loro buoni consigli che hanno agevolato i nostri passi.
Tante le sorprese che abbiamo sperimentato nella nostra camminata, gustando intorno a noi la bellezza della natura che il Creatore ha offerto all’uomo: il canto degli uccelli, la bellezza dei fiori, la leggiadria discreta delle farfalle, le impronte lasciate nel fango dagli animali del bosco, la visione fuggevole di un capriolo, il purpureo colore di un papavero isolato. Tutto in questo giorno ci ha comunicato il grande mistero che il Signore ha infuso nel mondo.
Ma il parco del Piacenziano ospita anche retaggi antichi nei suoi sentieri scoscesi: e così, non sono mancati alcuni sensazionali ritrovamenti, di conchiglie e altri fossili, che vengono da molto lontano nel tempo, quando ancora in quel luogo le acque del mare coprivano la terra. Passo dopo passo ci siamo così avvicinati alla vetta, e gli alberi si sono aperti rivelando ai nostri occhi una meravigliosa veduta, che ci ha permesso di spaziare con lo sguardo fino a Piacenza e oltre. Tutti piano piano, ciascuno con il proprio incedere, sono finalmente arrivati a questo naturale belvedere, aspettando con ansia il momento del pranzo.
Eh sì, perché mentre marciavamo il sole era giunto rapido a mezzogiorno e la fame nei nostri castorini era davvero tanta, una fame quasi da lupetti: una bella preghiera fatta col canto per rendere grazie al Signore del pane quotidiano e tutti si sono fiondati su tramezzini, pezzi di focaccia, salame e formaggio, preparati da mani premurose, trovando il giusto ristoro per lo stomaco e ritemprando come si deve anche le membra. Dopo il pranzo giusto il tempo di qualche gioco, fino a quando castorini e vecchi castori si sono riuniti nel cerchio insieme a Castoro bruno, per ascoltare una bella storia, una favola semplice ma profonda che ha affascinato tutti.
Il tempo corre però, specialmente quando ci si diverte, ed in breve è arrivato il momento di fare ritorno alla “Base della Balena”: zaini in spalla, dunque, e di nuovo in marcia! Durante il cammino i castorini hanno ricevuto le loro “code” nuove di zecca, distintivi dai tanti colori dal bianco al grigio al rosso al nero, che segnalano le capacità che hanno acquisito e testimoniano la loro personale crescita.
Giunti finalmente alla meta, ancora un momento di pausa per ristorarsi e imparare qualche canto e qualche nuovo gioco, aspettando il provvidenziale ritorno degli autisti andati a recuperare i mezzi di trasporto lasciati a Badagnano. E poi via, alla volta di Pontenure, dove siamo giunti quasi in tempo per partecipare alla santa messa.
Guardando ancora una volta i castorini attorno all’altare, mi è stato immediato ripensare, verso la fine di questa esperienza di cui abbiamo assaporato e gustato ogni istante, alle parole di un vecchio canto di ringraziamento: “Al cader della giornata noi leviamo i cuori a Te…“.
Cari castorini, grazie di tutto! Non smettete mai di essere amici di Gesù, di fare bene ogni cosa e soprattutto non perdete mai l’entusiasmo e quei bei sorrisi che sanno di bello e di buono! Alla prossima nuotata: ne sono certo, sarà un’avventura stupenda!
Luca T.