Venerdì 7 Aprile: la celebrazione della Passione nella luce della Pasqua
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Il Venerdì Santo è il giorno della Passione del Signore. La Croce, il vessillo del Re che con l’amore ha vinto le tenebre del mondo, si staglia nel deserto e nel silenzio di questo giorno in cui, quando tutto fu compiuto e tutte le Scritture furono adempiute, il Signore dopo aver chinato il capo rese lo Spirito al Padre che lo aveva mandato nel mondo a rendergli testimonianza.
Tutto nella liturgia di questo giorno comunica il lutto della Chiesa: non si celebra il sacrificio eucaristico, le campane sono silenziose, "legate" si diceva una volta, quando era ancora la mano dell'uomo a suonare i bronzi e a scandire il tempo, l’altare è spoglio, il tabernacolo è vuoto, la celebrazione si apre e si conclude senza inni nè canti. Tutto comunica la profondità del dolore di chi, liberamente, ha offerto la sua vita per la nostra salvezza.
Nel primo pomeriggio di oggi, venerdì 7 aprile, giorno di digiuno e astinenza dalle carni, anche presso la nostra Parrocchia ha avuto luogo la celebrazione della Passione del Signore, nell'ora in cui secondo i Vangeli Cristo, l'uomo dei dolori, spirò in cima alla Croce. Era l'ora nona, ossia le 15 di pomeriggio. In questa funzione, che non è una vera messa in quanto non vi è la consacrazione, abbiamo commemorato insieme i due aspetti del mistero della Croce: la sofferenza che prepara la gioia di Pasqua, l'umiliazione e la vergogna di Gesù da cui sorge la sua glorificazione.
Come ricordato dal nostro parroco don Mauro Tramelli nel corso della sua breve omelia, la Croce, pena infamante riservata agli schiavi, è anticipazione della Pasqua, che celebreremo nella sera di domani, Sabato Santo. Anche nelle tenebre di questo venerdì, in cui si fece buio su tutta la Terra, pregustiamo infatti la gioia della Pasqua. Oggi è già Pasqua: Cristo che muore sulla croce «passa» da questo mondo al Padre; dal suo costato sgorga per noi la vita divina: anche noi «passiamo» dalla morte del peccato alla vita in Dio.
La funzione di questo pomeriggio come prevede il rito si è articolata in tre momenti distinti: la liturgia della Parola, in cui abbiamo sentito narrare il racconto della Passione dell'evangelista Giovanni, l'ostensione e l'adorazione della Croce, un gesto di fede e d'amore, ricompensa per il dono immeritato che abbiamo ricevuto, la salvezza, e infine la Comunione eucaristica con i presantificati, ossia le ostie consacrate nella Santa Messa in Coena Domini di ieri sera.
I riti di comunione sono stati preceduti dalla preghiera universale che ci ha visti pregare per le necessità della Chiesa e del Pontefice, dei sacerdoti e dei consacrati, dei governati, degli ebrei e dei non cristiani. La funzione si è conclusa senza benedizione e nel silenzio, come era incominciata: per la Chiesa questi giorni sono un'unica celebrazione che si concluderà soltanto nella Veglia pasquale, in cui le campane torneranno a suonare più cristalline che mai per annunciare la gioia della Resurrezione.
Luca T.