I Vecchi Castori si raccontano…
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
I Vecchi Castori si raccontano…
Lo diciamo subito, non ve lo nascondiamo: il nostro obbiettivo era quello di intervistare la superstar della Colonia dei Castorini “Grande Quercia”, il mitico Castoro Bruno. Ma come spesso accade, si sa, le stelle a volte si fanno desiderare e così abbiamo ripiegato sui Vecchi Castori, scoprendo la vera anima di questo progetto, che ben volentieri hanno risposto alle tante domande presenti sui nostri taccuini. Ecco il risultato della nostra “chiacchierata”. Buona lettura, per chi vorrà!
Le nostre domande:
- Siete di tre età diverse, cosa vi accomuna? L’essere genitori o nonni influisce sull’approccio che avete coi bambini e soprattutto con le loro mamme /papà?
- La frequenza dei piccoli nelle attività è notevole. Cosa li entusiasma? Cosa contraddistingue il metodo “Castorini” rispetto a quello dell’AGESCI?
- Quali sono i vostri obiettivi e quali aspetti ritenete prioritari? Cosa avete in serbo per il futuro?
- Ci farebbe piacere spiegaste brevemente la terminologia che usate, perchè i simboli ed il linguaggio hanno grande importanza nel metodo educativo.
LE RISPOSTE DEL VECCHIO CASTORO LUCIANO
- Siamo tre persone diverse, ma ci accomuna il piacere di poter trasmettere il nostro sapere di scoutismo a questa generazione, oltre all’entusiasmo nel fare le cose. Certo essere genitori aiuta, però per fare attività occorre molto entusiasmo: i bambini percepiscono se credi in ciò che fai. Il rapporto coi genitori è buono, ma cercheremo un momento proprio per confrontarci sui progressi fatti e le lacune da colmare.
- La presenza e partecipazione alle attività sono positive. I piccoli sono entusiasti di poter giocare all’aperto, vicino alla nostra grande quercia. La specificità del metodo per questa fascia di età (dai 5 ai 7 anni) consiste nel fatto che attraverso l’accompagnamento di Castoro Bruno, i piccoli vengono catturati dalla storia e portati a scoprire se stessi e la realtà che li circonda.
- I nostri obiettivi sono “il fare colonia”, proporre attività che mettano in risalto i talenti di ciascuno e offrire esperienze come il dormire e camminare fuori dall’abituale contesto., perché possano scoprire qualcosa di molto particolare e nuovo che li entusiasmi e resti ben impresso nella loro memoria. Nell’immediato futuro, dopo l’esperienza della scoperta dei fossili, noi capi ci stiamo confrontando per organizzare la festa di Primavera e la grande nuotata di fine anno, oltre al passaggio dei “castori saggi” verso il Branco dei Lupetti.
- I simboli nello scoutismo sono essenziali, ti danno il senso di appartenenza ad una grande idea di vita. Ecco un piccolo glossario: – Castoro Bruno: è il castoro saggio a capo della colonia ed è rappresentato da un pupazzo con il fazzolettone del gruppo. – Code: contraddistinguono i gruppi di castorini divisi per età. – Stagno: luogo di incontro per le attività al chiuso. – Diga: formazione in cerchio che segna l’inizio o la fine delle attività. Tale momento è accompagnato dal canto animato con i gesti tipici dei castorini. – Vecchi castori: i capi. – Cambiare la coda: momento in cui il castorino cresce e riceve un nuovo “colore” di coda. – Nuotata: uscita con pernottamento. – Formazione laghetto: mettersi in cerchio. – Motto: “Insieme, insieme!”. – Saluto: “Crunc, crunc”.
LE RISPOSTE DEL VECCHIO CASTORO VITTORIO
- Età diverse, ma tutti della vecchia scuola. Grande senso di responsabilità, coerenza e impegno costanti. Quando si prende un impegno, si porta fino in fondo. Sicuramente essere papà e nonno influisce sul rapporto coi bambini e tanto. Per quanto riguarda me, il rapporto coi genitori non è mai stato un problema. Adesso poi che sono più vecchio di loro, ancora meno.
- Fare i castorini non è propriamente fare scoutismo, è propedeutico; probabilmente i loro genitori vogliono far fare scoutismo ai figli e noi diamo loro la possibilità anche ai più piccoli. La loro partecipazione stupisce pure noi, hanno un entusiasmo incontenibile, poi farli giocare è facilissimo.
- Io non ho fatto il Campo di formazione come Giada e Luciano e sto scoprendo poco alla volta il metodo dei castorini, insieme ai bimbi.
In un ambiente fantastico il linguaggio è fondamentale, tiene in piedi il grande gioco. Stagno, diga, laghetto ecc… sono alcuni dei termini che danno il senso dell’unità e di appartenenza al gruppo, perché è da piccoli che si diventa grandi.
LE RISPOSTE DELLA VECCHIA CASTORA GIADA
- La diversità, di età come di prospettive, è sempre un elemento che arricchisce la staff. L’importante è avere una comunione di intenti e condividere la stessa passione educativa. Il fatto di essere genitori e nonni ci pone in una posizione “favorevole” con gli altri genitori che sanno di poter contare sulla nostra “pluriennale esperienza”.
- Il metodo scout, ovvero un cammino che avvicini a Gesù attraverso la natura il gioco e l’avventura, può essere entusiasmante a tutte le età quando si trova “il linguaggio giusto” per parlare ad ogni bambino come ad ogni ragazzo. La scoperta in particolare è alla base del percorso dei castorini, insieme al gioco, al disegno, alle attività manuali e al canto mimato. Altro elemento fondamentale è la storia di Castoro Bruno che diventa ambientazione e pretesto per le attività e per la progressione personale attraverso la coeducazione ed il confronto con i capi.
- Un grande, grandissimo obiettivo è stato proprio avere le “forze” (ovvero i capi…) per aprire la nostra colonia ed essere “accettati” dalla zona di Piacenza… in futuro mi piacerebbe che tutti i gruppi avessero la loro colonia di castorini perché portano tanta energia ed entusiasmo a tutto il gruppo. Ma l’obiettivo più bello che raggiungiamo ad ogni incontro è proprio il vederli tornare felici e desiderosi di stare insieme!
- Il linguaggio è proprio uno dei modi per creare il mondo dei castorini. Le storie di Castoro Bruno non sono propriamente simboliche (essendo il simbolo un concetto poco chiaro per questa età) ma sono come delle storie sociali, di esempio diretto per i bimbi.
a cura di Luca e Rosita