Contrappunti di metà agosto: alla ricerca del vero senso della festa dell’Assunta
di Redazione Sito ·
Contrappunti di metà agosto: alla ricerca del vero senso della festa dell'Assunta
Se qualcuno, in questi giorni, avesse l'opportunità di percorrere via Toscana a Milano, non potrebbe fare a meno di notare una lunga fila di persone che, pazientemente, attendono davanti a dei padiglioni ivi ubicati. Studenti, persone in cerca di lavoro o di documenti o cos'altro ancora?
Trattandosi della sede della onlus laica "Pane quotidiano" quelle persone attendono la distribuzione, ovviamente gratuita, di cibo e di beni di prima necessità. Oppure, proprio nel giorno dell'Assunta, l'Opera Cardinal Ferrari e la Comunità di Sant'Egidio organizzano un pranzo e un'"auguriata" per coloro che vivono nel bisogno.
Eh sì, perché nelle città svuotate dalle ferie, l'indigenza, la povertà, la solitudine, il bisogno dei mezzi basilari per il sostentamento non vanno mai vacanza; e lo stesso vale per senza tetto, disoccupati, immigrati che sbarcano il lunario con lavori saltuari e sottopagati, pensionati al minimo, emarginati. Per tutti coloro che faticano a mettere insieme un pasto dignitoso non rimane che affidarsi, anche in queste giornate, alla solerzia di volontari per racimolare il necessario per il minimo sostentamento.
A detta degli operatori, il fenomeno è in rapida crescita, con i due terzi di individui extracomunitari, ma con un significativo aumento anche di nostri connazionali costretti da politiche sociali e lavorative sempre più precarie e indegne di una nazione civile. Secondo l'opinione di chi scrive, colpisce che questo fenomeno sembri non avere rilevanza mediatica né tanto meno, riesca ad attirare l'attenzione della pubblica opinione.
I mass media, sguinzagliano i loro inviati laddove si concentrano le file dei vacanzieri in partenza per le mete turistiche più gettanote, davanti alle discoteca affollate dai partecipanti alle notti bianche, alle sagre, ai concerti estivi, dove i bagnanti affollano i lidi piú rinomati. Insomma, tutto deve procedere in un clima di divertimento a trecentosessanta gradi, di divertimentificio a tutti i costi, come a celebrare un rito pagano nel nome delle "feriae Augusti", di un novello vitello d'oro, che travolge ogni limite e mette alla porta il senso quotidiano della vita.
Un'esasperazione collettiva di fare, di esagerare, di estremizzare, anche nella bontà del momento feriale, che in questi giorni sembra travolgere, sovrastare, trascinare, stordire tutto e tutti nella ricerca dell'effimero, del momentaneo, del fine a sé stesso. Certamente Cesare Augusto ebbe a concepire questo periodo come di riposo e ringraziamento per lui e i suoi sudditi. La Chiesa, invece, ci propone l'esempio della Madre di Dio che, nella Sua dormizione, in umiltà e docilità ci indica la via, precedendoci in cielo nell'eternità della gloria di Dio.
Luciano Casolini