Per una Chiesa sinodale: al via la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Per una Chiesa sinodale: al via la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi
Dal 4 al 29 ottobre presso le sedi preposte in Città del Vaticano, si svolgerà il Sinodo dei vescovi che ha per titolo «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione». I partecipanti sono 464 tra cui 365 membri votanti dei quali, prima volta con diritto di voto, 54 donne. Saranno presenti senza diritto di voto alcuni "invitati speciali" e 12 delegati fraterni che rappresentano altre Chiese e comunità ecclesiali. Figure particolari sono inoltre gli esperti, che cooperano con la segreteria organizzativa in virtù delle loro competenze e i facilitatori con il compito di favorire lo scambio ei dialogo fraterno.
La parola sinodo significa "camminare insieme", pertanto Papa Francesco ha incoraggiato la Chiesa, pur nel rispetto della pluralità, a percorrere le strade del mondo con l'unico sguardo rivolto a Dio, in ascolto e in dialogo con tutti gli uomini, aprendo le sue porte, costruendo ponti, mettendosi nella condizione di colloquiare con tutti. In questa assemblea sinodale i partecipanti dovranno riflettere su come vivere e annunciare la fede e la salvezza della Buona Novella, su come relazionarsi e affrontare le sfide del mondo, su quali metodi e convinzioni mettere in campo difronte alla secolarizzazione, alla superbia di mettere in secondo piano Dio, di estraniarlo dalla storia e dalla vita degli uomini, di non arroccarsi in pregiudizi e individualismi, di non irrigidirsi o chiudersi, per non perdere il vigore e il fuoco salvifico che lo Spirito Santo ha effuso nella Pentecoste.
In concreto, attraverso il discernimento e la sapienza delle scelte, ci si confronterà su tanti temi delicati che la società attuale propone, su sfide decisive per il futuro dell'umanità, su come e con quali modelli costruire nuove basi per un pacifico e giusto modo di vivere nella casa comune e che attendono risposte dal Magistero della Chiesa e dalla missione che il Redentore le ha affidato .
In questo periodo preghiamo perché Gesù buon pastore e maestro assista e illumini i delegati sinodali a camminare nell'unità e nella verità.
Luciano C.
Omelia del Santo Padre Francesco in occasione della Santa Messa di apertura dell'Assrmblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi
Piazza San Pietro
San Francesco d’Assisi - Mercoledì, 4 ottobre 20233. Fratelli e sorelle, Popolo santo di Dio, dinanzi alle difficoltà e alle sfide che ci attendono, lo sguardo benedicente e accogliente di Gesù ci impedisce di cadere in alcune tentazioni pericolose: di essere una Chiesa rigida – una dogana –, che si arma contro il mondo e guarda all’indietro; di essere una Chiesa tiepida, che si arrende alle mode del mondo; di essere una Chiesa stanca, ripiegata su sé stessa. Nel libro dell’Apocalisse, il Signore dice: “Io sono alla porta e busso perché la porta sia aperta”; ma tante volte, fratelli e sorelle, Lui bussa alla porta, però dall’interno della Chiesa, perché lasciamo il Signore uscire con la Chiesa a proclamare il suo Vangelo.
Camminiamo insieme: umili, ardenti e gioiosi. Camminiamo sulle orme di San Francesco d’Assisi, il Santo della povertà e della pace, il “folle di Dio” che ha portato nel corpo le stigmate di Gesù e, per rivestirsi di Lui, si è spogliato di tutto. Com’è difficile questa spogliazione interiore e anche esteriore di tutti noi e anche delle istituzioni! San Bonaventura racconta che, mentre pregava, il Crocifisso gli disse: «Va’ e ripara la mia chiesa» (Legenda maior, II, 1). Il Sinodo serve a ricordarci questo: la nostra Madre Chiesa ha sempre bisogno di purificazione, di essere “riparata”, perché noi tutti siamo un Popolo di peccatori perdonati – ambedue le cose: peccatori perdonati –, sempre bisognosi di ritornare alla fonte che è Gesù e di rimetterci sulle strade dello Spirito per raggiungere tutti col suo Vangelo. Francesco di Assisi, in un tempo di grandi lotte e divisioni, tra il potere temporale e quello religioso, tra la Chiesa istituzionale e le correnti eretiche, tra i cristiani e altri credenti, non criticò e non si scagliò contro nessuno, imbracciando solo le armi del Vangelo, cioè l’umiltà e l’unità, la preghiera e la carità. Facciamo anche noi così! Umiltà e unità, preghiera e carità.
E se il Popolo santo di Dio con i suoi pastori, da ogni parte del mondo, nutre attese, speranze e pure qualche paura sul Sinodo che iniziamo, ricordiamo ancora che esso non è un raduno politico, ma una convocazione nello Spirito; non un parlamento polarizzato, ma un luogo di grazia e di comunione. Lo Spirito Santo, poi, spesso frantuma le nostre aspettative per creare qualcosa di nuovo, che supera le nostre previsioni e le nostre negatività. Forse posso dire che i momenti più fruttuosi nel Sinodo sono quelli di preghiera, anche l’ambiente di preghiera, con il quale il Signore agisce in noi. Apriamoci a Lui e invochiamo Lui: Lui è il protagonista, lo Spirito Santo. Lasciamo che Lui sia il protagonista del Sinodo! E con Lui camminiamo, nella fiducia e con gioia.