«Su di te sia pace!», un canto di preghiera per la pace e la riconciliazione
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
«Su di te sia pace!», un canto di preghiera per la pace e la riconciliazione
Quest'oggi, martedì 17 ottobre, è il giorno della preghiera, del digiuno e dell’astinenza per la pace e la riconciliazione in Terra Santa, un'iniziativa promossa dal patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pierbattista Pizzaballa. Questo giorno speciale era stato annunciato lo scorso 11 ottobre attraverso una nota, a nome dell’assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, in cui si leggeva: «Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Tutto sembra parlare di morte. Ma in questo momento di dolore e di sgomento, non vogliamo restare inermi. Sentiamo il bisogno di pregare, di rivolgere il nostro cuore a Dio Padre». In un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente, l’esortazione è stata raccolta subito dalla Presidenza della CEI che ha rivolto analogo appello alle sue diocesi che oggi saranno in comunione con quelle del Patriarcato latino «per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione» che è quella di tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Venga la tua pace, Signore. In ogni terra, in ogni cuore.
Papa Francesco. - Rispondere alla forza diabolica dell'odio, del terrorismo e della guerra con la forza mite e santa della preghiera. È l'esortazione pressante giunta da papa Francesco in occasione dell'Angelus di domenica 15 ottobre, che guardando alla drammatica situazione in Medio Oriente ha fatto risuonare ancora una volta la sua voce, molto spesso inalscoltata dai potenti. «Le guerre sono sempre una sconfitta. Sempre!», ha ammonito il papa che ha espresso tutto il suo dolore per «quanto accade in Israele e in Palestina». Quindi ha rinnovato «l'appello per la liberazione degli ostaggi» e ha chiesto «con forza» che «i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto». Il pontefice ha anche implorato il rispetto del diritto umanitario: «soprattutto a Gaza, dove è urgente e necessario garantire i corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione», ma il pensiero è andato ancora una volta anche alla martoriata Ucraina: «Fratelli e sorelle, già sono morti moltissimi. Per favore, non si versi altro sangue innocente, né in Terra Santa, né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo! Basta!».
Cardinale Pizzaballa. - «La domanda in questi casi non è “dov’è Dio?” ma “dov’è l’uomo?”», ha detto il patriarca di Gerusalemme. «Dio è qui, è presente. È il momento in cui dobbiamo rivolgerci a lui, per questo ho chiesto che ci sia questa giornata di preghiera e digiuno. Cosa abbiamo fatto della nostra umanità, cosa abbiamo fatto della nostra vocazione al rispetto dei diritti, delle persone? Queste sono le domande che ci dobbiamo fare. In questo momento, i cristiani devono innanzitutto guardare Cristo, che è l’uomo concreto, altrimenti restano nel vago. Gesù come presenza reale che cambia la vita. (...) La preghiera – ha aggiunto il cardinale – non risolverà nessuno dei nostri problemi, non ci esenta da un lavoro, ma illumina il percorso che dobbiamo fare. La preghiera ci apre il cuore, non consente al cuore di essere inquinato dall’odio. Quando noi siamo in difficoltà cerchiamo una persona vicina. E se Dio è una presenza reale, lo vogliamo vicino e nella preghiera lo troviamo».
Cardinale Zuppi. - Anche il presidente della CEI, il cardinale Matteo Maria Zuppi, ha lanciato un suo appello dalle colonne del quotidiano Avvenire: «Pace! È quello che chiediamo e che diventa impegno e responsabilità, perché non si chiede pace se nel cuore vi sono sentimenti di odio, di violenza, e non si chiede quello che non vogliamo vivere a partire da noi. Tanti “artigiani di pace” aiuteranno gli attuali, troppo pochi, “architetti” di pace, cioè chi costruisce ponti e non muri, alleanze e non conflitti. Cerchiamo pace, perché non c’è futuro con la violenza e con la spada».
Padre Gabriel Romanelli (parroco di Gaza). - «La notte appena trascorsa è stata piuttosto tranquilla – ha dichiarato invece il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli -. Ho sentito poco fa padre Yusuf che mi ha detto che nella parrocchia stanno tutti bene. I nostri fedeli parteciperanno anche da Gaza a questa Giornata offrendo la loro sofferenza causata dalla guerra e quel poco che hanno a disposizione». Da Betlemme, dove è bloccato a causa della guerra e ansioso di riabbracciare i suoi fedeli, padre Romanelli ha inviato un suo messaggio per questa Giornata di preghiera dove ricorda che «il digiuno, l’astinenza e la preghiera sono molto importanti perché ci donano la possibilità di elevare uniti la nostra implorazione di pace e il nostro grido contro la guerra».
Suor Nabila Saleh. - Suor Nabila, preside della scuola delle Rosary’s Sisters, la più grande della Striscia, ha ricevuto ieri la telefonata di papa Francesco. «Il Santo Padre – ha detto la religiosa – ha voluto sapere quante persone sono ospitate dentro le strutture parrocchiali, ce ne sono circa 500, tra malati, famiglie, bambini, disabili, persone che hanno perso la casa e ogni avere. Il Papa ha voluto impartire la sua benedizione a tutti in parrocchia. Io e padre Yusuf lo abbiamo ringraziato a nome di tutta la comunità e abbiamo detto che offriamo le nostre sofferenze per la fine della guerra, per la pace, per la Chiesa e anche per il Sinodo».
a cura della Redazione Sito parrocchiale