Cristiani in Medio Oriente: sofferenze dimenticate tra silenzio e indifferenza
di Redazione Sito ·
Cristiani in Medio Oriente: sofferenze dimenticate tra silenzio e indifferenza
In queste ultime cinque settimane non è venuto meno l'orrore della guerra che sta insanguinando il Medio Oriente, ne sembra profilarsi la possibilità di un cessate il fuoco almeno per fini umanitari. In questa infinita strage degli innocenti, nella quale sono i piú deboli e fragili a pagarne le conseguenze, vanno evidenziate le sofferenze che i nostri fratelli cristiani sono costretti a sopportare da molti anni in quelle terre che vanno dall'Egitto all'Iraq, passando per la Siria, il Libano e la striscia di Gaza.
Territori nei quali, i regimi spesso impongono discriminazioni economiche e sociali pesanti verso i credenti in Cristo, alla stregua di uno stigma sociale che rende i fedeli in Gesù cittadini di terza serie, privati dei diritti fondamentali, vessati da leggi discriminantorie.
A ciò si aggiungono da molto anni le guerre ormai cristallizzate che hanno provocato moltissime vittime e la distruzione di ogni apparato economico, sociale, sanitario e assistenziale. Intere regioni e città sono state rase al suolo, ridotte a cumuli di macerie nelle quali molti sopravvissuti hanno scelto di abbandonare situazioni, alimentando il flusso migratorio clandestino verso il continente europeo.
Ogni giorno che passa è sempre più concreto che la terra nella quale nostro Signore si è fatto Uomo e che sono state evangelizzate dagli apostoli, rimangano in breve tempo private dalla presenza di cristiani; già oggi, infatti, certi territori hanno perso i due terzi delle popolazioni cristiane.
Sembra purtroppo che i morti, i perseguitati, gli sfollati, i sofferenti di fede cristiana abbiano un peso specifico di poco valore per le opinioni pubbliche, gli organi di informazione, per i potenti del mondo per cui la loro diaspora prosegue inesorabilmente e nell'indifferenza generale.
Si evidenzia sempre di più che quanto sopra enunciato rende i nostri fratelli nella fede di quelle martoriate regioni, persone alle quali è stata tolta ogni dignità e dimenticati nell'oblio generale. Anche nella nostra nazione questa situazione non suscita reazioni, iniziative, dibattiti, manifestazioni, non trovano spazio nei telegiornali, nei programmi di opinione negli articoli di giornale.
Niente di niente, silenzio assoluto, una società affaccendata spesso in altre faccende, abituata a volare basso, a coltivare il proprio orticello con prospettive povere di contenuti, concentrata nella cultura dell'apparire e dell'effimero. Rimangono ad adoperarsi in favore di quelle popolazioni i loro parroci, religiosi, religiose che cercano di fornire assistenza e supporto, con i pochi mezzi di cui dispongono.
Riteniamo pertanto sia nostro dovere aiutare quelle associazioni e fondazioni che, anche in Italia, operano per raccogliere fondi per aiutare materialmente quelle povere popolazioni, ma anche attivarsi per far sì che questa tragica situazione possa assurgere alla giusta considerazione che merita.
Luciano Casolini