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di Luciano Casolini – 27 Febbraio 2024
Si è purtroppo celebrato ieri, lunedì 26 febbraio, il primo anniversario del naufragio di Cutro nel quale ben 94 migranti, dei quali 35 minori, perirono in una secca a pochi decine di metri dal bagnasciuga della cittadina calabrese sul mar Ionio.
Una tragedia, purtroppo, che perpetua il dramma di migliaia di migranti che, in mano a scafisti senza scrupoli, affrontano viaggi a dir poco disumani, unica alternativa a condizioni di vita disperate a causa di guerre, dittature, sottosviluppo.
Il tutto accompagnato da politiche dei paesi dai quali tali viaggi hanno inizio e da quelle dei paesi nei quali hanno termine che non danno alcun sostegno e/o accoglienza a coloro che intraprendono tali viaggi.
Nel ricordo di questa tragedia, va sottolineata la completa spoliazione della dignità umana che hanno subito e subiscono i disperati che affrontano i viaggi nel mar Mediterraneo, l’indifferenza di chi dovrebbe trovare soluzioni a tali fenomeni, l’oblio, la dimenticanza prolungata, la perdita e la cancellazione del ricordo da parte delle pubbliche opinioni.
Nella coscienza di ogni uomo, credente o meno, ritorna con forza quanto Matteo enuncia nel suo Vangelo: “…ero forestiero e mi avete ospitato…”.
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