San Biagio e i suoi panini: una bella tradizione pontenurese
di Redazione Sito ·
di Luca T. – 06 Febbraio 2024
Hanno una storia antica i “panini” di San Biagio a Pontenure, e come tutte le tradizioni ben radicate non conoscono crisi (salvo guerre o pestilenze, come avvenuto di recente col Covid!). Essì, panini, meglio senza le virgolette, anche se in molti in questi giorni ci hanno fatto notare che, in effetti, non propriamente di panini trattasi ma bensì di biscotti. Forse sarà anche vero, ma noi, che li apprezziamo fin da quando eravamo bambini, li abbiamo sempre chiamati panini e così faremo anche in questo nostro scritto.
Don Losini: tutti qui a Pontenure lo associano all’Oratorio, ma pochi forse ricordano che fu proprio l’ultimo Arciprete a “importare” nel nostro paese questa benefica usanza per sostenere la Parrocchia e le sue molteplici attività. I panini, infatti, erano soliti farli anche a Besenzone, la parrocchia di cui Losini era stato titolare in precedenza. E così l’idea di produrli anche a Pontenure venne, come si suol dire, quasi naturale, grazie anche ad una bella e valente brigata di signore che negli anni ha saputo portare avanti questa tradizione gastronomica, affinando sempre di più tecniche e strumenti.
Anche quest’anno, nei giorni immediatamente precedenti alla festa di San Biagio, il popolare santo taumaturgo, nella cucina e in sacrestia vi è stato un gran via vai di donne che si sono avvicendate, come in una catena di montaggio di una grande fabbrica, nelle varie fasi della lavorazione di questi deliziosi dolcetti, dalla preparazione dell’impasto al confezionamento dei sacchetti. Senza dimenticare ovviamente due bravissimi aiutanti dell’altro sesso che, a volte con paziente ingegno, a volte con l’ausilio della bruta forza, sono stati fondamentali per il felice esito dell’impegnativa impresa culinaria (inclusi gli opportuni e sempre necessari assaggi per “tastare” la qualità del prodotto).
Basterà appena qualche dato a dare l’idea del gran lavoro svolto: 87 chili di farina impastati, più uova, zucchero, burro a non finire e limone grattugiato a profusione, questi i semplici ingredienti che hanno consentito di sfornare più di tredicimila panini (13.245 per chi ama la precisione), che sono andati a ruba quasi tutti già nel giorno della festa di San Biagio, segno della grande aspettativa che sempre li circonda.
Cosa resta oltre alla lietezza del palato e della gola, già tonificata del resto dalla taumaturgica benedizione del Santo? L’insegnamento che l’unione fa la forza e diminuisce persino la fatica, specialmente se si lavora tutti assieme in un clima di serena armonia e genuina amicizia. Il nostro grazie, ancora una volta, a tutti e a ciascuno, chissà che il grande successo di questi giorni non venga in qualche modo replicato anche nella primavera ventura… chi scrive, e con lui certamente tutti i buongustai, se lo augura di vivo cuore!