Veglia per i missionari martiri, alla scoperta della figura di suor Dorothy Stang
di Redazione Sito ·
di Luciano Casolini – 25 Marzo 2024
Nella serata di venerdì 22 marzo la Comunità diocesana si è riunita nella chiesa parrocchiale di San Vittore della Besurica per pregare in suffragio dei missionari martiri.
La data del 24 marzo venne scelta in modo simbolico, in coincidenza con l’uccisione dell’arcivescovo di San Salvador, Oscar Romero, durante una celebrazione eucaristica quarantaquattro anni fa.
In tale circostanza si è voluto sottolineare con forza la fedeltà al Vangelo dimostrata da coloro che hanno sacrificato la propria esistenza nell’annuncio della Buona Novella, in condizioni spesso ostili e ingiuste, e proprio come accade a Monsignor Romero, anche fino al dono della propria vita.
Purtroppo in questo XXI secolo, il numero di coloro che hanno effuso il loro sangue per testimoniare la fede nel Cristo risorto è in continuo aumento e non pare arrestarsi o ridimensionarsi, e coloro che sono più a rischio sono proprio i missionari, veri operatori di pace, portatori dei valori evangelici che sono alla base della crescita della promozione e della dignità umana.
I missionari, consacrati e laici, annunciano in ogni parte del mondo il Vangelo di Cristo risorto a tutti, in virtù del sacrificio di Gesù sulla croce che ha versato il Suo Sangue per tutti gli uomini e donne di ogni epoca e di ogni tempo. Purtroppo, troppo frequentemente si trovano in conflitto con biechi interessi di integralismo, fanatismo, diseguaglianze sociali ed economiche, con poteri oligarchici che vogliono mantere lo status quo, senza condividere minimamente alcunché del loro immenso potere e della loro ricchezza.
Purtroppo, diciannove anni fa, suor Dorothy Stang pagò con la propria vita il suo impegno per l’annuncio della Buona Novella alle popolazioni dell’Amazzonia in Brasile.
Come ha ricordato don Luigi Mosconi, che ebbe modo di lavorare con lei, suor Dorothy svolgeva la sua attività missionaria sempre con il sorriso, con la disponibilità sincera e autentica in favore degli ultimi, dei diseredati, dei poveri, vessati dal potere dittatoriale, che, costretti dal potere economico e politico di pochi proprietari terrieri, vivevano in condizioni di estrema povertà.
Ma, allo stesso tempo, suor Dorothy difendeva anche l’integrità del creato come un bene sacro da custodire e non da abusare e sfruttare in modo indiscriminato. Una suora coraggiosa e impregnata profondamente del messaggio evangelico, suor Dorothy, una profetessa di quella Chiesa in uscita e di quei valori che papa Francesco, un decennio dopo, concretizzerà nelle encicliche “Laudato si” e “Fratelli tutti”.
Il suo impegno per la promozione umana, per il rispetto dei diritti delle persone e del creato, non potevano essere tollerati dai coloro che avevano immensi interessi economici, i quali, senza scrupoli e tentennamenti, organizzarono e misero in atto il suo omicidio.
Come tanti altri prima di lei, suor Dorothy effuse il suo sangue, fecondando la terra amazzonica: morì con la Bibbia in mano, proclamando il testo evangelico delle beatitudini. Lascia a tutta la Chiesa la testimonianza del suo impegno forte e indelebile in favore degli ultimi, attuato convintamente con la sua fede profonda e fondata sulla roccia di Gesù Cristo.