Memoria di Santa Rita da Cascia: tra auto e rose, una devozione che non conosce tramonto
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luca T. – 23 Maggio 2024
È una devozione, quella dei Pontenuresi nei confronti di Santa Rita da Cascia, che lo scorrere degli anni e il lento declinare della fede non sono stati ancora in grado di scalfire, una delle poche, purtroppo! Ogni anno essa si rinnova e ci invita a ricordare nella preghiera la monaca agostiniana della quale proprio ieri, mercoledì 22 maggio, abbiamo celebrato la memoria liturgica.
Neppure il tempo bizzoso di questi giorni ha guastato la giornata di festa, in un mese di maggio che sembra assai poco intonato alla stagione, ma che non ci ha comunque privato della somma bellezza che il Divino Creatore ha infuso nella natura, nei fiori in particolare, come le rose, che sono il simbolo per eccellenza della Santa di Cascia. Santa Rita in effetti ha saputo fiorire – grazie alla sua fede forte e al suo sereno affidamento al Signore – nonostante le tante spine che la vita le ha riservato, donando il buon profumo di Cristo e sciogliendo con la dolcezza del Maestro il gelido inverno di tanti cuori.
Invocata come “Santa dei casi impossibili”, la figura di Rita (al secolo Margherita Lotti) stimola ancora oggi la venerazione e la pietà popolare, così sprezzate dai dotti eppure così sentite dai semplici. Tanti sono stati i fedeli che per tutta la giornata di ieri hanno fatto visita alla cappella della chiesa di Pontenure in cui è custodito il simulacro della Santa, omaggiato per l’occasione con rose e fiori profumati, mormorando magari una preghiera, un’invocazione di aiuto, una muta richiesta di intercessione presso il Signore.
E sempre in tanti sono stati coloro che hanno partecipato alle Sante Messe celebrate dal nostro parroco don Mauro Tramelli al mattino e al pomeriggio. Al termine di entrambe le funzioni, sul sagrato della chiesa, non è poi mancata la consueta preghiera di benedizione alle rose, alle automobili schierate ai lati della piazza e soprattutto agli autisti che le conducono, perché tengano sempre a mente il quinto comandamento e siano sempre rispettosi custodi della vita propria e di quella altrui, come ha ricordato nella sua omelia il celebrante.
A ben pensarci non stupisce questa partecipazione, questa infinita cascata di affetto e gratitudine che ogni anno non cessa di riversarsi su Santa Rita. Non è certo un caso: un recente sondaggio, relativo ai santi e alla religiosità, la indica infatti come la santa più invocata dagli Italiani, seguita, ma a maggiore distanza, da Santa Teresa di Calcutta e Santa Chiara d’Assisi.
Era una donna semplice e umile Rita, vissuta in Umbria, terra intrisa di pietà e fede, a cavallo tra il Trecento e il Quattrocento. Sposata senza volerlo ad un marito violento e bevitore, ne sopportò con pazienza e devozione ogni maltrattamento, riuscendo infine persino a convertirlo alla fede, attraverso la mitezza dolce e perseverante dell’amore. Rimasta vedova dopo diciott’anni di matrimonio, perse i due figli in giovane età a causa della peste.
In seguito a questa catena di lutti si prodigò nelle opere di misericordia e, dopo aver perdonato gli assassini del marito, finalmente in pace con Dio e con gli uomini, fu ammessa nel monastero di Cascia. Qui visse per i successivi quarant’anni dedicandosi senza sosta alla preghiera, alla carità e alla penitenza. Fu qui che il Signore volle infine unirla in modo speciale al dolore della sua Passione attraverso il segno delle stimmate, una spina sulla fronte. Morì sabato 22 maggio 1457.
Con umile determinazione e la forza del Vangelo si possono cambiare i cuori, trasformare le vite, essere costruttori di pace, mutare le sorti dei popoli, rivoluzionare la storia dell’umanità e le vite di ciascuno di noi. Questo il grande insegnamento che ci viene da Santa Rita e da quanti tra i santi, seguendo l’esempio del Signore risorto, non smettono di annunciare agli uomini di ogni tempo: “Non abbiate paura! Io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33). Affidandoci al Signore e sforzandoci di seguirlo, con un po’ di impegno e tanto amore, anche noi possiamo farlo!