Pellegrinaggio Cresimati 2024 a Torino: i sogni con Gesù sono realtà!
di Redazione Sito ·
di Elisabetta Dallavalle – 05 Maggio 2024
Si è rinnovata anche quest’anno, la bella iniziativa del pellegrinaggio dei cresimati a Torino organizzato dalla Pastorale giovanile diocesana (Pagiop). L’esperienza del pellegrinaggio permette ai ragazzi di entrare a contatto con un’appartenenza ecclesiale che va oltre alla dimensione parrocchiale, consente di stringere legami e conoscere nuove realtà di vita cristiana. Quest’anno, per la prima volta, la meta del pellegrinaggio è stata Torino: una città che parla ai ragazzi e ai giovani (la città di don Bosco), che promuove la pace (Sermig), che si prende cura di tutti (l’Oratorio di Valdocco).
Vi hanno partecipato anche tre giovanissimi cresimati di Pontenure, Edoardo, Filippo e Gabriele. Di seguito il racconto on the road inviatoci dall’accompagnatrice nonchè nostra inviata straordinaria (nonchè ottima conoscitrice della capitale sabauda) Elisabetta Dallavalle, un reportage da leggere tutto di un fiato. Buona lettura dunque, per chi vorrà!
Giovedì 25 Aprile 2024. – Il pellegrinaggio dei cresimati della nostra Diocesi quest’anno si è svolto a Torino. La prima tappa è stata la Basilica di Superga. Dopo un breve racconto della nascita di questa imponente basilica da parte di Don Roberto Ponzini sulla scalinata della basilica, la giornata è iniziata con la preghiera e il canto per un centinaio tra ragazze, ragazzi e i loro accompagnatori e sacerdoti. La riflessione di Don Roberto, che è stata seguita alla lettura di un brano del Vangelo, ha portato a riflettere le ragazze e i ragazzi sui propri sogni. Sogni che sono stati invitati a scrivere su un biglietto e a depositare nella cassetta presente nella cappella della Madonna del voto all’interno della Basilica. La visita alla chiesa che domina l’antica Augusta Taurinorum e ai suoi dintorni, i giochi per conoscersi meglio e l’arrivo nell’oratorio parrocchiale della parrocchia San Giorgio Martire in Torino che ci ospiterà per i prossimi 3 giorni hanno concluso la prima giornata.
Venerdì 26 Aprile 2024. – Dopo essere stati svegliati da un “dolce” suono di musica da discoteca, la seconda giornata di pellegrinaggio ha preso inizio. La mattinata è trascorsa all’Arsenale della Pace sede del Sermig (Servizio missionario giovanile). Alcuni giovani guide ci hanno raccontato la nascita e lo sviluppo del Sermig. Una storia da conoscere: questa realtà nacque infatti quando un gruppo di giovani ragazzi, poco più grandi dei ragazzi del nostro gruppo, decise di fare qualcosa contro la fame nel mondo. Senza chiedere niente a nessuno, questi giovani appassionati hanno iniziato da piccoli gesti fino a quando il loro desiderio di fare è stato di esempio e di stimolo per altri giovani e altre persone della città di Torino. Il Comune ha donato l’arsenale, dove una volta si costruivano armi, ma che ormai era da anni completamente abbandonato. La loro perseveranza ha permesso di riconvertire questo luogo di “morte” in un luogo di Pace. E così da fabbrica di cannoni è diventato l’Arsenale della Pace luogo di accoglienza, di fraternità e di crescita!
Le nostre giovani guide ci hanno fatto fare un mini tour per vedere e comprendere le varie attività che vengono svolte per chi bussa alla porta sia a chiedere che a donare tempo e materiali. L'”economia della restituzione” è il fulcro di tutte le attività e la “città di Felicizia” (Felicità + Amicizia) ne è un esempio: giovani della città che vengono accolti e fatti crescere in un ambiente positivo. Dopo aver pranzato presso l’oratorio di Maria Ausiliatrice – con i buonissimi panini preparati dal gruppo scout Fiorenzuola I che ci ha assistito in questo pellegrinaggio per le colazioni e i pranzi -, tutti i ragazzi con i loro accompagnatori si sono divisi in gruppi e hanno visitato il centro di questa bella città. La giornata si è conclusa con la cena preparata dai responsabili dell’oratorio che ci ospita, dai giochi serali e dalla preghiera di chiusura.
Sabato 27 Aprile 2024. – Strappati ai nostri sogni, come già il giorno precedente, da una “dolce musica”, e fatta la prima colazione, quest’oggi siamo partiti in direzione Colle Don Bosco. Qui, dopo il sogno di Giuseppe del primo giorno e il sogno dei fondatori del SERMIG di ieri, abbiamo scoperto il primo e i successivi sogni di San Giovanni Bosco!
Giovanni era un bambino povero, ma molto intelligente. La madre Margherita lo ha supportato prima e dopo essere diventato sacerdote e soprattutto lo ha ascoltato quando, a soli 9 anni, ha avuto il suo primo sogno: un gruppo di bambini litigava nel campo vicino e Giovanni ha cominciato a picchiare anche lui per fermarli, finché una luce molto luminosa lo ha fermato dicendogli che non era così che doveva fare. Gli avrebbe dato una “maestra” che lo avrebbe guidato e Giovanni, dopo l’intervento della Signora, ha visto i bambini che, nel frattempo erano diventati bestie feroci (orsi, lupi, etc.), diventare agnelli, mansueti come loro. Era una premonizione di quello che sarebbe stato il suo futuro: accogliere e guidare i giovani, soprattutto quelli più difficili, verso una crescita nella vita e nella spiritualità… crescita che si è sviluppata in tutto il mondo con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice!
Anche il vescovo Adriano Cevolotto, che non è potuto essere con noi per gli impegni pastorali, ci ha inviato un messaggio vocale in cui evidenziava l’importanza di coltivare i propri sogni e l’augurio di essere in sintonia con il grande sogno di Dio su di noi. Dopo il pranzo al sacco, abbiamo fatto un momento di condivisione di questi giorni passati a conoscere esperienze di vita diverse, ma tutte accomunate dalla presenza del Signore nei loro sogni di bene. Prima di ripartire per Torino, il pomeriggio è stato ricco di balli, giochi di carte, calciobalilla e, per chi voleva, come ogni giornata, la celebrazione della Santa Messa. Al rientro docce, cena, giochi e preghiera hanno posto fine a questa terza giornata di pellegrinaggio.
Domenica 28 Aprile 2024. – La quarta e ultima giornata di pellegrinaggio è iniziata all’insegna della pioggia e del freddo che non ci ha mai abbandonato in questi giorni. Dopo aver chiuso i borsoni e le valigie e aver riassettato, per quanto possibile, gli ambienti che ci hanno ospitato, ci siamo seduti in cerchio, abbiamo fatto colazione e recuperato il cestino del pranzo. Per questo importante servizio ringraziamo ancora una volta tutti gli scout del Fiorenzuola 1! Una volta portati i bagagli nei rispettivi autobus, abbiamo salutato e ringraziato anche tutti i volontari della parrocchia San Giorgio Martire che ci ha ospitato nei loro spazi e che ci ha preparato le cene!
La destinazione dell’ultima giornata è stata Maria Ausiliatrice e l’oratorio di Valdocco dove Dario Carini, responsabile diocesano della Pastorale giovanile insieme a Don Roberto Ponzini, ci ha raccontato ancora di come Don Bosco ha trovato in Valdocco il luogo dove ha potuto creare un oratorio che avrebbe accolto tutti i ragazzi poveri della città e non solo. Un oratorio che, oltre alla conoscenza di Gesù, avrebbe avuto molteplici scopi: un’abitazione per chi non l’aveva, un luogo dove divertirsi, ma anche un luogo dove ricevere un’istruzione e imparare un lavoro. Da qui nasce l’opera missionaria dei Salesiani e insieme a suor Maria Domenica Mazzarello fonda le Figlie di Maria Ausiliatrice, a cui è dedicata l’imponente basilica: “Hic domus mea, inde gloria mea” “Qui la mia casa, da qui la mia gloria”. Una Basilica fatta costruire da Don Bosco dopo un sogno in cui la Vergine Maria glielo chiedeva e dopo aver sistemato la prima chiesa dedicata a San Domenico Savio, al fianco della quale c’è la cappella Pinardi (i proprietari dell’area donata a Don Bosco) dove il Santissimo Sacramento è sempre esposto all’adorazione dei fedeli.
La mattinata si è conclusa con la Santa Messa… una Messa speciale che, spero, abbia fatto ricredere anche quei ragazzi che mi hanno chiesto «ma è obbligatoria?». Don Paolo Capra e Don Roberto Isola hanno celebrato una Messa “diversa” dal solito, ma fedele ai contenuti. Canzoni popolari, ma con testi profondi si sono alternate ai canti “canonici” e gesti diversi hanno caratterizzato momenti della liturgia: come la mano sinistra sulla spalla del vicino e la mano destra sul proprio cuore per sentirne i battiti; il momento del silenzio per le intenzioni espresse nel proprio cuore e nella propria mente; il lungo scambio di pace, di abbracci e di sguardi per raggiungere tutti e 100 i partecipanti a questo pellegrinaggio; senza dimenticare la festa finale che ha fatto ballare e cantare tutti!
Don Paolo ha parlato della vite (Dio) e dei tralci (noi), si avranno molti frutti se la vite e i tralci sono uniti. Per fare questo sono necessarie tre cose: amare e lasciarsi amare, avere il coraggio di andare oltre quello che pensiamo di essere capaci di fare e convincerci di essere liberi. Questi tre aspetti sono inscindibili se si vuole che i nostri sogni diventino realtà! Mentre il sogno di Dio è che noi portiamo frutto. Nel mondo manca qualcosa, ma non possiamo pensare che sia sempre qualcun’altro a portarlo. Noi dobbiamo mettere tutto noi stessi, il resto lo farà il Signore!
Prima di ripartire e tornare alle nostre vite, stanchi ma carichi di esperienze e sentimenti importanti, sono stati ringraziati tutti quelli che hanno reso possibile questo pellegrinaggio. A partire da Dario, che ha ideato e organizzato insieme ai giovani sacerdoti che ci hanno accompagnato spiritualmente e non solo, e agli educatori e animatori che hanno dato la loro disponibilità senza riserve, infine le ragazze e i ragazzi che nonostante la giovane età hanno dimostrato di essere un gruppo che sa vivere assieme e condividere. E soprattutto non ha mai smesso di sognare.