Le celebrazioni in occasione dell’80esimo anniversario della battaglia di Montecassino: un ricordo che non sfiorisce col tempo
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luca T. – 06 Giugno 2024
“Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra d’Italia, alla Polonia i cuori“. Recita così la frase incisa su un grande obelisco posto nel cimitero monumentale polacco di Montecassino (Frosinone), dove riposano ben 1.051 soldati originari della Polonia che nel 1944 combatterono in questo particolare settore del fronte italiano agli ordini del generale Władysław Anders. Erano inquadrati nel 2° Corpo d’armata polacco, una formazione militare dalla storia così particolare che meriterebbe un articolo a parte, per le avventurose vicende di cui fu protagonista.
Il cimitero di guerra polacco, inaugurato il 1° agosto 1945, è da allora un memoriale dei sacrifici ed eroismi compiuti dalle truppe polacche durante la campagna d’Italia, tra il 1943 e il 1945, in cui questi esuli ormai senza Patria, essendo la Polonia occupata fin dal 1939 dai nazisti e dai sovietici, combatterono con valore al fianco delle truppe Alleate che risalivano la nostra Penisola per sottrarla all’occupazione e al servaggio nazista.
Da quei giorni lontani questo luogo onora il nome di tutti i soldati del generale Anders che si batterono nell’inferno di Montecassino e dintorni: quasi mille di loro caddero in combattimento e non per “li patri lidi”, come direbbe Leopardi. Eppure, anche se non morirono per liberare la loro terra, ancora più rilevanza riveste il loro sacrificio, perché si batterono per una causa che tutto trascende e riassume, quella della libertà dalla tirannia e dalla barbarie.
Il loro sacrificio è purtroppo poco noto, almeno in Italia, ma sicuramente decisivo fu il contributo da loro offerto. È una storia a suo modo epica, tanto eroica quanto drammatica, tanto nobile quanto ignota, che trascende pure una pagina certamente gloriosa, la vittoriosa battaglia di Montecassino, che il 18 maggio di ottanta anni fa aprì agli Anglo-Americani la via per la Città Eterna. Una storia di sofferenza e riscatto, di lealtà e di amarezza per l’esilio e il disprezzo con cui, nel dopoguerra, questi valorosi combattenti furono ripagati dalla Patria, caduta purtroppo preda della dittatura comunista.
Come ricorderà chi conosce le vicende storiche dell’ultima guerra mondiale, dopo una serie di sanguinosi e infruttuosi tentativi, fu soltanto nel maggio 1944 che Montecassino fu conquistata dal II Corpo polacco. Era la quarta volta che le truppe alleate assalivano l’abbazia, un caposaldo della linea Gustav tenuto dai combattivi paracadutisti tedeschi, che l’avevano occupata con prontezza e sagacia dopo l’inutile, improvvido e criminale bombardamento alleato del 15 febbraio 1944 che aveva trasformata quel luogo santo, scrigno dell’arte e della tradizione benedettina, in una distesa di rovine.
La vittoria venne pagata dagli uomini del generale Anders con 923 morti, 345 dispersi e 2931 feriti. Nel luogo di pace e cultura che San Benedetto aveva scelto per edificare il monastero nella prima metà del VI secolo era stato versato un fiume di sangue da soldati di undici nazioni: tedeschi, polacchi, statunitensi, britannici, neozelandesi, canadesi, indiani, nepalesi, francesi, marocchini, algerini. Un olocausto che ci ricorda la sempre più impellente necessità di una pacifica convivenza tra le genti e le nazioni.
Sabato 18 maggio scorso si è svolta a Montecassino la solenne commemorazione dell’80° anniversario della battaglia. A questa cerimonia hanno partecipato le massime autorità civili e militari italiane e polacche, tra cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il suo omologo polacco Andrzej Duda, l’ambasciatrice della Polonia in Italia Anna Maria Anders, figlia del generale Anders. In tutto erano presenti circa 2.500 persone, inclusi sei degli ultimi reduci ancora in vita del 2° Corpo d’armata. Per rendere omaggio ai caduti di Cassino, sono accorsi anche un gran numero di connazionali di questi valorosi, incluse intere famiglie, provenienti da tutto il mondo, senza dimenticare le autorità locali, gli abitanti di Cassino e ospiti arrivati da varie regioni d’Italia.
Anche il nostro paese era presente attraverso una piccola delegazione guidata dalla signora Teresa Musial Casali, presidente dell’Associazione Culturale Italo-Polacca di Pontenure, che era accompagnata da Francesco e Pietro Casali. Una presenza discreta quanto importante per testimoniare la necessità del ricordo, che si accresce ancora di più con la progressiva scomparsa di chi visse in prima persona quelle ore combattendo per la libertà di tutti. La visita è stata anche l’occasione per deporre un papavero, il fiore simbolo del sacrificio dei militari polacchi, celebrato tra l’altro anche in uno dei più celebri canti patriottici di quel Paese, su ciascuna delle dodici tombe dei soldati sepolti a Montecassino che erano originari della provincia di Olkusz, cittadina con cui il nostro paese vanta uno storico rapporto di amicizia e gemellaggio. Un gesto semplice ma carico di un significato profondo, che trascende il valore intrinseco delle cose e le eleva alla loro massima espressione.
Le celebrazioni sono iniziate con una solenne Santa Messa presso il Cimitero polacco, presieduta da mons. Wiesław Lechowicz, vescovo castrense per la Polonia, e da numerosi sacerdoti italiani e polacchi. Nella sua omelia il presule si è rivolto anche agli ultimi veterani viventi di Montecassino presenti alla cerimonia: “Avete il diritto di essere orgogliosi e noi abbiamo il dovere di imparare dal vostro esempio e di essere pronti a fare tutto ciò che è in nostro potere per preservare la libertà e l’indipendenza della nostra Patria per le generazioni presenti e future!“.
Terminata la celebrazione eucaristica, il programma è proseguito con i discorsi ufficiali dei due Capi dello Stato, il solenne appello dei Caduti, l’esecuzione degli inni nazionali, il celeberrimo canto Czerwone Maki (Papaveri Rossi) intonato all’unisono da tutti i presenti, la resa degli onori militari e la deposizione delle corone commemorative da parte delle delegazioni italiana e polacca, un gesto che è stato ripetuto dai partecipanti alla cerimonia, inclusi i membri dalla delegazione pontenurese, che a loro volta hanno deposto una piccola corona floreale a nome dell’Associazione e della Ludoteca – Scuola “Kwiaty Polskie”.
Ancora una volta questa suggestiva commemorazione ha visto così riunite nel grato ricordo, come lo furono spesso nel corso della storia, le nazioni italiana e polacca affratellate dalla continua lotta per la libertà e l’indipendenza della Patria, entrambe votate alla ricerca di un futuro comune di pace e di prosperità.