Alla scoperta dei Miracoli eucaristici: Ferrara (1171)
di Redazione Sito ·
di Luciano Casolini – 18 Luglio 2024
Continua il viaggio alla scoperta di alcuni dei numerosi miracoli eucaristici avvenuti nel nostro Paese. Questo terzo episodio della nostra rubrica è dedicato al miracolo avvenuto nel 1171 a Ferrara. Clicca qui per recuperare le puntate precedenti.
3. Il Miracolo eucaristico di Ferrara (1171)
Siamo nel 1171, il giorno 28 del mese di marzo, domenica di Pasqua, e nella chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara il priore Pietro da Verona (da non confondere con l’omonimo Santo e martire) sta celebrando la messa.
Il periodo storico è quello che è stato illustrato nella descrizione del miracolo Eucaristico di Bolsena, che avrà luogo 72 anni dopo. Le eresie cristologiche stanno imperversando all’interno della Chiesa, tra i comuni popolani si sta espandendo quella dei catari, tra i dotti sta facendo proselitismo Berengario da Tours, del quale abbiamo già avuto modo di scrivere.
È plausibile che nel Ferrarese si fossero propagate le idee eretiche del piacentino Ugo Speroni, un laico, impegnato con successo in politica, che fondò una setta il cui credo era la predestinazione, rifiutando, pertanto, la liturgia, il ministero sacerdotale e tutti i sacramenti.
Nella celebrazione pasquale della quale abbiamo accennato nell’incipit, all’atto della Consacrazione, l’Ostia divenne carne e ne uscì un cospicuo fiotto di sangue che macchiò la volta sovrastante l’altare.
Il fatto miracoloso destò lo stupore, quasi oserei dire, terrore del celebrante e la meraviglia dell’assemblea liturgia, nella quale alcuni affermarono che l’Ostia assunse il colore sanguigno e altri scorsero in Essa la figura di un bambino.
Le scarne cronache del tempo non ci forniscono altri particolari, se non che il vescovo diocesano Amato e quello ravennate Gherardo, accorsi in quella santa chiesa, ebbero a dichiarare che il Sangue era «vero e realissimo Sangue miracoloso del Nostro Signore».
Sarà papa Eugenio IV con la bolla Cantate Domino del 7 aprile 1442 ad aver modo di ricordare il miracolo, affermando che la Chiesa di Santa Maria in Vado «deve essere onorata, perché in essa il corpo e sangue di Cristo apparvero manifestamente durante la messa». Anche Papa Benedetto XIV ricordò l’episodio nel De servorum Dei beatificatione et beatorum canonizatione.
Nel 1594 fu costruito un tempio, all’interno della chiesa, per racchiudere la Santa Volta e preservare il miracoloso Sangue.
Ancora una volta la Santa Trinità, nella Sua infinita misericordia e provvidenza, aveva concesso ai sensi umani di entrare in contatto con la presenza vera e reale di Gesú in mezzo a noi nei semplici segni del Pane e del vino. Segno indelebile e indefettibile dello sconfinato amore di Dio.