1° e 2 Novembre: vistare i nostri morti, un pellegrinaggio al cimitero
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luca T. – 02 Novembre 2024
Sono in qualche modo speciali questi giorni di inizio novembre, il mese che la Chiesa fa cominciare con il grato e devoto ricordo dei Santi e la preghiera di suffragio per tutti i Defunti. Raramente il nostro cimitero è così palpitante di vita come in questo periodo dell’anno, quando viene reso più bello dai fiori, più luminoso dal tremolo baluginio delle candele e non è mai così affollato, grazie alla presenza di tante persone che vengono a visitare i loro cari.
Anche quest’anno in molti, malgrado i tanti intrattenimenti e passatempi che offre la vita moderna, hanno trovato il tempo di visitare questo luogo benedetto che si trova al di là della ferrovia, dove coloro che ci sono stati cari dormono il riposo eterno nell’attesa dell’ultimo giorno in cui si compirà finalmente la venuta gloriosa del Signore.
I piccoli gesti che ci aiutano in questi giorni a ricordare chi abbiamo amato, accendere un lumino, portare un mazzo di fiori, sostare in preghiera, pulire una lapide o accarezzare con delicatezza un volto amato su di una foto, sono come tante piccole fiammelle di una speranza invincibile, che è poi l’invincibile speranza della resurrezione che il Signore ha aperto per noi tutti mediante la Croce.
Gesti quelli citati che possono sembrare quasi banali, ma che invero hanno in verità una grande importanza, perché sono la testimonianza concreta con cui esprimiamo la nostra fede nella sopravvivenza dell’anima dopo la morte e della risurrezione futura, non solo dell’anima ma anche del corpo, che è stata promessa a coloro che credono in Cristo.
Con questa silenziosa processione davanti alle tombe non facciamo altro che realizzare la comunione con dei fedeli ai quali “la cui vita non è tolta, ma trasformata”, convinti che “la nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore”, come ci ricorda il Catechismo. Che meraviglioso scambio: noi preghiamo per loro ed essi a loro volta regalano grandi consolazioni alla nostra anima.
Tante sono le famiglie che hanno visitato in questi giorni il cimitero, incoraggiate anche da un sole caldo e vivace, che neppure sembra autunnale. Andando al cimitero, proprio come avviene in ogni pellegrinaggio, siamo spronati a rivolgere il nostro sguardo e la nostra attenzione su un obbiettivo, una meta da raggiungere, senza tante distrazioni, senza troppe chiacchere. La visita al cimitero ci mette davanti agli occhi molti volti, quelli di tutti coloro che abbiamo amato, volti che sembrano rivolgere a noi da quelle tombe un’implorazione di aiuto, la muta richiesta di una preghiera, un ricordo dal cielo.
Questo viaggio è per ciascuno di noi un momento di grazia. Davanti alle tombe possiamo ricordare con maggior immediatezza quello che attende ciascuno di noi: la morte, il giudizio di Dio, la retribuzione, la necessità di essere preparati, l’eventualità di una morte improvvisa, l’urgenza di vivere in stato di grazia, lontano dal peccato. Quelle cose che una volta il Catechismo chiamava i “Novissimi”, ossia “le cose ultime”, le grandi verità che sembrano quasi scomparse dal nostro orizzonte, mai così ricco eppure così povero di trascendenza.
Tante sono state le preghiere che si sono innalzate fino al cielo in questi giorni e che vi saliranno in quelli venturi, dal cimitero di Pontenure e non soltanto. A noi che siamo ancora pellegrini su questa terra resta la promessa del Signore cantata dal salmista: che nulla della nostra vita andrà perduto «perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione» (Salmo 16).
Di seguito alcune immagini delle Sante Messe che si sono celebrate nei giorni 1° e 2 novembre nel cimitero comunale di Pontenure dal nostro parroco don Tramelli.