Natale del Signore 2024: tutta la Comunità pastorale celebra la Notte Santa
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Elletì – 25 Dicembre 2024
Alla mezzanotte di oggi, mercoledì 25 dicembre, tutti i fedeli della nostra Comunità pastorale sono stati invitati a ritrovarsi nella chiesa parrocchiale di Pontenure per la celebrazione comunitaria della Messa della Notte di Natale. La solenne celebrazione eucaristica è stata concelebrata dal nostro parroco don Mauro Tramelli e da don Luigi Mosconi, collaboratore parrocchiale. La solennità della liturgia, la dolcezza dei canti eseguiti dai cantori del Coro “Perfetta Letizia”, sotto l’abile direzione di Silvia Riboni, hanno aiutato tutti a immergersi nella preghiera e a contemplare, con la fede e la ragione, la grandiosità del mistero che la Santa Chiesa ha celebrato in questa notte su tutta la terra, ovunque sia arrivato l’annuncio della Buona Novella.
Molte persone erano presenti nella nostra chiesa, provenienti da Pontenure, dalle sue frazioni ma anche dei paesi vicini, una bella immagine della Chiesa dispersa su tutta la terra, un’immagine che ci invita a non lesinare sforzi nel costruire, nonostante le difficoltà e gli affanni, una Comunità cristiana davvero unita e coesa, credibile e solidale, che si riconosce nell’unica mensa dell’Eucarestia, in attesa di poter celebrare un giorno, finalmente riunita nella pace di Cristo, la liturgia eterna nella Città Santa, nella Gerusalemme celeste. È questo il proposito che c’induce a incamminarci con fiducia e speranza nell’anno che sta per iniziare, un anno di grazia segnato dal Giubileo che il Pontefice ha inaugurato proprio ieri con l’apertura della Porta Santa.
Sono risuonate ancora una volta, in questa notte santissima di luce e d’amore, le parole del Vangelo di Luca, l’unico tra gli evangelisti ad aver narrato gli eventi dell’infanzia del Signore. Siamo a Betlemme, la patria di Davide, fondatore della dinastia reale e messianica. È qui che, nell’anno 42esimo dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto, avviene la nascita di questo Bambino così lungo atteso, così ardentemente desiderato. Egli uscì dal casto grembo della Vergine Maria, come uno sposo che esce dal talamo nuziale, mentre su tutta la terra regnava la pace. Invano cercheremmo traccia di questo avvenimento negli scritti degli storici dell’epoca: questa nascita passò inosservata, eppure era destinata a cambiare per sempre il destino dell’umanità. Niente sarebbe stato più come prima.
Per il genere umano questo è un nuovo inizio e al tempo stesso il compimento di tutte le profezie dei profeti. In Cristo si realizza e si ricapitola tutta la storia della salvezza. Il Verbo che esisteva prima del tempo si manifesta nel silenzio della notte, nella fragilità di un Bambino, nella povertà di una grotta. Egli fa irruzione con la muta forza dell’amore in mezzo ai poveri, ai reietti, agli scartati, come i pastori, gente che viveva ai margini della società ed era guardata con sommo disprezzo dai dottori della legge. Eppure, Dio scelse questi “rifiuti umani” come Suoi testimoni presso il suo popolo, dopo aver assunto la nostra natura in tutto meno che nel peccato. Non si manifestò ai potenti e ai sapienti, ma ai piccoli, agli umili, a coloro insomma che sanno attendere, vegliare, riconoscere e soprattutto adorare con gli occhi segreti del cuore.
Questo è quanto abbiamo fatto nella notte santissima di ieri attraverso il santo sacrificio della Messa. Al termine della liturgia, dopo la triplice e solenne benedizione finale, abbiamo poi adorato con trepidazione l’Emmanuele, Dio con noi, che annuncia la pace per il mondo e la redenzione dell’umanità decaduta a causa della colpa antica. Nella notte appena trascorsa abbiamo fatto quello che fecero i pastori, allertati dall’annuncio dell’angelo, e abbiamo piegato le ginocchia per venerare il presepe in cui giace il Verbo divenuto carne. E così, grazie alla Sua Grazia ineffabile, il gelo, la stanchezza e l’oscurità stessa sono stati vinti dal calore, dalla gioia e della luce che il Signore emana e che nessuna tenebra, umana e non solo, potrà mai spegnere.