La celebrazione di apertura del Giubileo nella nostra Diocesi: aprire la via alla Grazia, un invito per tutti!
di Redazione Sito ·
di Cinzia Bianchi Rancati – 24 Gennaio 2025
“Spes non confundit”. E certo che non delude! … perché è certa!!!
Ogni qualvolta annaspiamo e crediamo di non avere più ossigeno, ecco che una “brezza” che ci precede, che ci accompagna e che ci supera viene in nostro aiuto impedendoci di rimanere prigionieri di un mondo che invece è strapieno di delusioni e di gas tossici. Gas che spesso sono talmente corrosivi da impedirci di mantenere integre le Meraviglie della Creazione. Con questa “fame d’Aria” domenica 29 dicembre un piccolo gruppo della Comunità Pastorale pontenurese, assieme ai suoi sacerdoti, si è ritrovato, anzi, si è proprio ricercato tra la folla in Cattedrale dopo aver Celebrato con cuore fiducioso e sorridente questo Anno di Grazia di cui abbiamo veramente tanto tanto bisogno, sia come persone che come Chiesa.
E per poter “accogliere la Grazia e far sorgere” e risorgere “la Speranza”, come ci ha ricordato il Vescovo Adriano nella sua omelia ma ancor più nella preziosissima lettera che ci ha affidato al termine della celebrazione, è necessario, indispensabile, insostituibile… fare Verità, su noi stessi e sul nostro passato, “accettando il giudizio che la Parola di Dio pronuncia su quello che abbiamo vissuto”, perché solo “la Verità ci rende liberi”. E la Verità implica un faccia a faccia con il nostro peccato, pellegrinaggio sicuramente impegnativo e totalizzante ma supportato dal coraggio che la Grazia giubilare ci dona. Si tratta di arrenderci alla Verità, si tratta di spogliarci senza vergogna dei panni sporchi e vecchi per rivestirci di abiti Nuovi, puliti, aiutati dalla mediazione sacramentale del Perdono e della Riconciliazione che “rende la nostra coscienza più sensibile a scorgere l’ambiguità del nostro agire”.
C’è proprio “bisogno che il Signore intervenga nella nostra persona e nella nostra chiesa per bonificare i residui del nostro male, fatto o subìto”, ma c’è anche bisogno che ognuno di noi si “renda disponibile affinché il cuore e la mente possano riaprirsi alla Speranza”.
Dobbiamo proprio chiedercelo: “Quanto è ancora viva l’esperienza di quella Chiamata a seguirLo e quanto profuma di Vangelo la nostra persona?”.
Sono domande a cui ogni battezzato non può non dare una risposta, con Verità. E sono domande che non si possono rinviare.
Si tratta di “ritrovare, per alcuni anche ricercare inconsapevolmente, il senso che la fede, la vita stessa dischiude”.
“Finché c’è Speranza, c’è Vita” titola la lettera del Vescovo Adriano sotto il braccio della Croce del Giubileo, ma “la Speranza non fiorisce in un mondo senza Cielo”.
Ma “C’è Cielo sopra la nostra testa?”. Gesù è venuto per dirci che, Sì, il Cielo c’è !!! E Gesù … non confundit.