Domenica delle Palme: il preludio della Passione
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luca T. – 14 Aprile 2024
È sempre assai sentita e partecipata a Pontenure la celebrazione della Domenica delle Palme. Per antichissima tradizione, questo è il giorno che introduce la cristianità nei riti della Settimana Santa e nei misteri del Sacro Triduo, in cui siamo chiamati, in modo particolarissimo, a fare viva memoria dei momenti che stanno alle radici stesse della nostra fede: la Passione, la Morte e la Resurrezione del Signore.
Tutto l’impegno di conversione e le rinunce che abbiamo profuso lungo il cammino quaresimale vengono in questo giorno a concentrarsi attorno al cuore stesso del mistero di Cristo e della vita cristiana: l’assunzione da parte di Gesù della croce come atto di docile obbedienza al Padre e infinito amore per il genere umano, fino alla morte ignominiosa. È questo l’Amore supremo, quello che si dona con totalità e libertà, fino a perdere sé stesso, fino ad annullarsi, fino al punto di pagare, pur essendo innocente e senza macchia, per le colpe dell’umanità tutta, allo scopo di riscattarla e liberarla dai lacci crudeli del peccato e della morte.
Questo abbiamo celebrato assieme ieri mattina, domenica 13 aprile, in una giornata forse un po’ uggiosa e fredda, come accade sovente in questa stagione. Anche se il brutto tempo ha sconsigliato l’abituale ritrovo presso la Casa di riposo “Parenti”, sono stati davvero numerosi gli scout del Pontenure 1 e i bambini del Catechismo che si sono radunati puntuali nel cortile della canonica, pronti ad entrare in chiesa con la tradizionale processione, un po’ più corta del solito, assieme ai loro catechisti e capi.
Prima di mettersi in marcia, come prevede la liturgia, tutti hanno ascoltato dalla viva voce del nostro parroco, don Mauro Tramelli, la proclamazione del Vangelo che narra l’ingresso a Gerusalemme del Signore Gesù, riconosciuto come figlio di Davide e Redentore dal suo popolo, che presto avrebbe mutato gli “Osanna” in “Crucifige”. L’entrata a Gerusalemme, l’evento più solenne degli ultimi giorni della vita terrena di Cristo, non fa infatti che anticipare la Passione del Signore e la sua via dolorosa fino al Golgota, avverando le profezie antiche ed inaugurando il suo Regno, il cui primo suddito sarà peraltro un ladro pentito. Egli fu il primo a cogliere la palma della Vittoria, perché per primo ebbe l’umiltà di riconoscere il Signore in Colui che condivideva il suo triste supplizio.
Sebbene il clima tra i bambini fosse alquanto festoso e disteso, come è naturale, la liturgia di questo giorno – caratterizzata dal colore rosso – ricorda con immediatezza al cristiano l’impareggiabile importanza della Passione. Aperta dallo sventolare energico di enormi rami di palma, ha preso quindi il via una lunga e festosa processione che seguendo la croce si è diretta attraverso la piazza fino alla chiesa, il cui portone centrale era spalancato allo scopo di accogliere la gran folla che accorreva, proprio come avvenne quasi duemila anni fa a Gerusalemme, quando il Signore vi entrò in sella ad un asino.
Giunti in chiesa è quindi iniziata la celebrazione della Santa Messa, che si caratterizza per la proclamazione del lungo racconto della Passione, che varia ogni anno, al contrario di quello del Venerdì Santo, essendo tratto da uno dei Vangeli sinottici, quest’anno quello dell’evangelista Luca. Attraverso questa lettura, che lungo i secoli ha ispirato generazioni di artisti in ogni campo dell’umano genio, la Chiesa ci invita a meditare sul grande mistero della Passione, dall’arresto di Gesù nell’orto del Getsemani fino alla sua morte e sepoltura in un sepolcro nuovo, scavato nella roccia.
La Santa Messa è stata anche la gradita occasione per far conoscere alla comunità parrocchiale due delle sei coppie di fidanzati prossimi alle nozze che di recente hanno partecipato al Cammino di preparazione al matrimonio cristiano organizzato come ogni anno dalla nostra Parrocchia. Sollecitate a sorpresa dal celebrante, le coppie sono state invitate a mettersi davanti all’altare, insieme a Vittorio Biolchi e Silvia Riboni, la coppia di sposi che, insieme al nostro parroco, li ha accompagnati nel loro cammino di preparazione al sacramento nuziale. A salutare coppie e formatori un meritatissimo e corale applauso da parte della gran folla di fedeli che ha partecipato alla celebrazione eucaristica.
Al termine della partecipata e sentita celebrazione, accompagnata come di consueto dai canti del Coro “Perfetta Letizia”, sotto la direzione di Silvia Riboni, un gran numero di persone ha fatto ressa attorno alla cesta collocata nel transetto per prendere qualche rametto di olivo da portare a casa o da donare ad amici e parenti, simbolo di pace, riconciliazione e promessa di vita nuova.
È un gesto semplice e per taluni forse superstizioso, ma ricco invece di pietà profonda e serve a ricordarci l’incomparabile e impareggiabile bellezza della Tradizione che non cessa mai di essere viva e vitale e di richiamare alle Verità eterne, malgrado le temperie del tempo presente, il continuo fluire delle filosofie, l’ostilità del mondo, l’incredulità e l’indifferenza degli uomini.
È anche grazie ad essa che vive in noi la speranza invincibile di poter finalmente celebrare un giorno, a Dio piacendo, la Pasqua vera ed eterna fra le mura della Città Santa, la Gerusalemme del Cielo, davanti al Trono dell’Agnello senza macchia, morto e risorto per il nostro riscatto.