Domenica in albis: la festa della Divina Misericordia
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
di Luciano Casolini – 27 Aprile 2025
Non eravamo affatto necessari per la Tua felicità, ma Tu, Signore, vuoi dividere la Tua felicità con noi (…). Sia adorata la Tua misericordia, o Signore! (Suor Faustina – Q. VI, p. 572).
Sappi, figlia Mia, — ha detto Gesù a suor Faustina — che fra Me e te c’è un abisso incolmabile, che separa il Creatore dalla creatura, ma questo abisso viene livellato dalla Mia misericordia. Ti innalzo fino a Me, non perché abbia bisogno di te, ma unicamente per la Mia misericordia ti dono la grazia di unione (Suor Faustina – Q. V, p. 518).
L’umanità non troverà nè tranquillità nè pace, finchè non si rivolgerà con piena fiducia alla mia misericordia” (Parole di Nostro Signore a Suor M. Faustina).
Scrivi subito quello che ascolti: sono il Signore nella Mia Essenza e non conosco imposizioni né bisogni. Se chiamo delle creature alla vita, questo è per l’abisso della Mia misericordia» (Suor Faustina – Q. I, p. 44).
Quanto sopra riportato è tratto dagli scritti che Santa suor Faustina Kowalska ha lasciato in eredità spirituale al popolo di Dio.
Fu la figura di questa umile suora polacca che ispirò San Giovanni Paolo II, il grande apostolo della “misericordia”, a istituire, nel 2000, la festa della Divina Misericordia, collocandola la seconda domenica di Pasqua, più conosciuta come “Domenica in albis”, in ricordo del fatto che coloro che erano stati battezzati nella Veglia Pasquale, otto giorni dopo l’evento, deponevano la tunica bianca che avevano indossato durante il rito, per sottolineare la novità di vita legata al battesimo.
Sono parecchi i momenti nei quali il papa polacco fece riferimento alla divina misericordia: scrisse l’enciclica “Dives in misericordia” nel 1980; beatificò nel 1983 suor Faustina Kowalska, morta a 33 anni, testimone e mistica della devozione a “Gesù misericordioso” e nel 2000 la canonizzò, legandola alla festa della “Divina misericordia”. Infine fede ritorno alla casa del Padre nella notte del 2 aprile, vigilia della Domenica della Divina Misericordia.
Anche papa Francesco ha avuto a cuore e ha promosso tale devozione, canonizzando Giovanni Paolo II il 27 aprile 2014, festa della Divina misericordia e indicendo per il 2016 la celebrazione del “Giubileo straordinario della misericordia”.
La misericordia è la parola chiave del mistero di Dio e, non a caso, il celebrarne la festa nella domenica dell’ottava pasquale è il chiaro segno che esiste, nella Volontà di Dio, uno stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e il Suo infinito Amore Misericordioso.
Una coscienza attenta e devota dovrebbe chiedersi: “Signore, Tu saresti perfetto e felice anche senza il mondo. Perché dunque lo ha creato?“
E nell’ infinito e imperscrutabile Mistero di Dio, possiamo solo constatare che Egli ha creato il mondo per Amore e per infinita misericordia. Creando il mondo ci ha reso partecipi delle sue perfezioni quali la sapienza, l’onnipotenza, la bontà, ma ha anche voluto associate le Sue creature alla gloria e alla felicità che Lui stesso possiede.
Tutti noi figli di questo Dio, che ispira l’apostolo Paolo a scrivere “dove ha abbondato il peccato ha sovrabbondanto la grazia“ (Rm 5, 20), tutti senza eccezione alcuna, siamo chiamati ad attingere alla sorgente inesauribile dell’Amore Misericordioso di Dio, confidando e abbandonandoci con fede nel Sacro Cuore di Gesù, dal Quale scaturisce quell’Acqua viva che tutto purifica e rinvigorisce.
Dio onnipotente non richiede nulla a ognuno, come afferma San Giovanni Crisostomo: «stendi anche tu la mano verso di me; non già che io abbia bisogno di te, ma perchè è voler mio che tu cooperi in parte alla tua salvezza».
O come il buon ladrone che, crocifisso insieme a Gesù sul Golgota, coltiva la speranza, che gli fa porre sulle labbra la preghiera «Ricordati di me». È la carità che lo spinge a desiderare la comunione con Gesù pur consapevole di non averne merito. Gesù, nella sua infinita misericordia, gli diede il Suo conforto dicendogli: «In verità ti dico: oggi sarai con me nel Paradiso».
Tutto ciò a testimoniare come il Cristo Misericordioso, bussa alla porta dei nostri cuori, attende pazientemente la nostra risposta, e senza chiedere nulla è sempre pronto a innondarci copiosamente del Suo infinito Amore e della Sua Divina Misericordia.
Fondamentale nella devozione alla Divina Misericordia, così come ebbe a testimoniare suor Faustina, è il quadro rappresentante Gesù Misericordioso, la cui riproduzione si trova anche nella nostra chiesa parrocchiale a destra dell’ altare maggiore. La sua origine è legata alla visione avuta da suor Faustina il 22 febbraio 1931, nel convento di Plock. Quella sera, stando nella sua cella, ella vide il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che, leggermente scostata, lasciava trasparire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido.
Questa immagine di Gesù è celebre per i «due grandi raggi». Cristo alla domanda sul loro significato, così rispose: «Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime… Entrambi i raggi uscirono dall’intimo della Mia misericordia, quando sulla croce il Mio Cuore, già in agonia, venne squarciato con la lancia» (Suor Faustina – Q. I, p. 132).
Rafforzati nella Fede dalla consapevolezza che Gesù buon Pastore non abbandona mai il proprio gregge, ma ne è guida sicura e fidata, invochiamoLo, con le stesse parole che la santa suor Faustina ci ha lasciato in dono:
«Per tutto, l’anima mia, magnifica il Signore ed esalta la Sua misericordia, poichè la Sua bontà non ha fine. Tutto passerà, ma la sua Misericordia è senza limiti e senza termine. Sebbene la malvagità arrivi a colmare la sua misura, la misericordia è senza misura» (Suor Faustina – Q. I, p.175).
Dio Padre custodisca sempre la Sua Chiesa e i Suoi figli frutti della Divina Misericordia e del Suo infinito Amore.
