Il Triduo Pasquale: la Speranza che vince la morte
di Redazione Sito ·
di Jacopo Vitelli – 17 Aprile 2025
Il “Cuore” della Settimana Santa è il Triduo Pasquale che comprende i tre giorni prima della Pasqua di Resurrezione. Tre giorni che rappresentano la “mappa spirituale” che ogni buon cristiano deve seguire. Scopriamo insieme il loro significato e le celebrazioni più importanti del Triduo.
Giovedì Santo: la Lavanda dei piedi e l’Ultima Cena
Dopo l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme durante la Domenica delle Palme e tre giorni di “incontri e prove” per il Maestro (Lunedì Santo il dialogo con Marta, Maria e Lazzaro, Martedì Santo con lo sdegno di Gesù al tempio e Mercoledì con la preparazione del tradimento di Giuda Iscariota), il Giovedì Santo la Chiesa ricorda alcuni momenti essenziali per il cristianesimo. Al mattino presto, in cattedrale, il Vescovo consacra il crisma da utilizzare per l’anno successivo per tutti i Battesimi, le Cresime e l’Ordine Sacro insieme agli altri oli usati per l’unzione degli infermi e dei Catecumeni. Durante la celebrazione pomeridiana e serale, la liturgia ripercorre alcuni gesti fondamentali compiuti da Cristo tra cui:
- La lavanda dei piedi: il sacerdote in chiesa ripete il gesto di umiltà e amore compiuto da Gesù con gli apostoli nel Cenacolo, chinandosi per lavare i piedi ad alcuni fedeli. Nel mondo antico era un gesto di accoglienza verso gli ospiti al momento dell’ingresso in casa, di solito eseguito da uno schiavo o da un servo. Gesù, fino alla fine, è esempio di servizio e cura verso l’altro. Ricordiamo le parole dette a Pietro: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”.
- Istituzione dell’Eucaristia: è il momento in cui Gesù, spezzando il pane (corpo) e versando il vino (sangue) agli Apostoli istituisce il sacramento dell’Eucaristia. Gesù, di fede ebraica e quindi osservante dei riti collegati alla Pesach, la Pasqua ebraica che ricordava la liberazione dalla schiavitù in Egitto, prende il pane azzimo e il vino (previsti dal Seder pasquale ebraico, la cena di Pasqua) e li rende l’offerta più alta, il suo sacrificio per la Salvezza di tutti (“Fate questo in memoria di me…”).
- Adorazione Eucaristica: dopo la messa, i fedeli si soffermano in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, ricordando l’agonia di Gesù nell’orto degli Ulivi. È forse il momento di solitudine più profonda di Gesù (insieme alla lenta agonia sulla croce), dove anche gli amici più cari dormono e la tentazione si fa pressante.
Venerdì Santo: la Passione di Cristo
Il Venerdì Santo i fedeli ripercorrono la crocifissione e morte di Gesù attraverso:
- Liturgia della Passione: una funzione religiosa che, con la lettura recitata del racconto della passione di Cristo, aiuta i fedeli a ripercorrere gli ultimi momenti di vita terrena di Gesù.
- Adorazione della Croce: un momento di preghiera devozionale in cui i credenti si inginocchiano e baciano la croce, simbolo del sacrificio di Cristo.
- Via Crucis: Processione animata che ripercorre le 14 stazioni della passione di Gesù, meditando sul suo cammino verso il calvario.
Sabato Santo: l’Attesa e il silenzio
Il Sabato Santo rappresenta un momento unico nel calendario liturgico, caratterizzato da un profondo silenzio spirituale e dall’attesa della Risurrezione. È un giorno di meditazione e preparazione, di tenebra prima della luce, in cui la Chiesa ricorda il periodo in cui Gesù giaceva morto nel sepolcro. Le principali caratteristiche di questo giorno sono:
- Sospensione delle celebrazioni liturgiche: come avviene anche il Venerdì Santo, non vengono celebrate messe e l’altare rimane completamente spoglio.
- Veglia e preghiera: i fedeli sono invitati a un raccoglimento interiore, riflettendo sul mistero della morte e della futura risurrezione di Cristo. È il giorno del silenzio, delle campane legate, del buio. La morte, le tenebre avvolgono tutto. Sembra tutto finito…
Domenica di Pasqua: la Resurrezione di Cristo
Al termine del Triduo Pasquale, ecco la Domenica di Pasqua, culmine delle feste cristiane e momento di luce, gioia e speranza che celebra la resurrezione di Gesù Cristo. La liturgia è ricca di simbolismi e rituali:
- Veglia Pasquale: la celebrazione inizia la notte tra sabato e domenica con l’accensione del cero pasquale, simbolo della luce di Cristo che vince le tenebre (Lumen Christi, Deo Gratias!). È un tempo solenne in cui viene benedetto il fuoco nuovo e rinnovate le promesse battesimali: è la nuova vita di Cristo e in Cristo, luce del mondo.
- Santa Messa di Resurrezione: le campane, già slegate durante la Veglia della notte, tornano a suonare festose per la celebrazione della vittoria della vita sulla morte, della Speranza sulla disperazione, con canti e riti che esprimono al meglio la realizzazione della Buona Notizia. Quale? Che Gesù è davvero morto e risorto (“Ecco io faccio nuove tutte le cose”).
La resurrezione di Gesù non è un racconto di un passato vecchio di duemila anni, ma è un mistero vivo e attuale che parla all’uomo e alla donna di oggi con parole eterne. È la rivoluzione del Bene che vince sul Male e lo fa con l’amore, l’amore di Dio attraverso il sacrificio di Gesù.
La nostra partecipazione ai riti della Settimana Santa ed in particolare a quelli del Triduo non serve a ricordare qualcosa disperso nel tempo né ad un “atto dovuto” in quanto cristiani: ci deve aiutare a guardare, ascoltare e vivere oggi il Vangelo, la Buona Notizia di un Dio che si è fatto carne e ha amato fino alla morte in croce, senza condanne o vendette verso nessuno ma con la vittoria per sempre sulla morte.
Gesù stesso ci indica la via, nelle parole a Marta, sorella di Lazzaro: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”. Questa è la vera Speranza, la vera Pasqua.
