Vivere la Quaresima: la Via Crucis del Venerdì
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
A cura di Luca Tosca – 08 Aprile 2025
Ogni venerdì di Quaresima, appena prima della Santa Messa feriale, le porte della nostra chiesa parrocchiale si aprono per accogliere i fedeli che si riuniscono per vivere insieme uno dei momenti più intensi e significativi della tradizione cattolica: la Via Crucis.
In tutti i partecipanti si nota un’atmosfera di raccoglimento interiore che contrasta con la frenesia quotidiana che sembra ormai inseparabile compagna della vita di ogni giorno, quella frenesia che porta a fare, a dire, a tenersi occupati di continuo, che è lasciata opportunamente fuori dalle porte della chiesa.
A guidare questa funzione, che la Chiesa considera un pio esercizio, sono stati durante queste settimane di Quaresima i nostri Robert e Ivan, i due giovani seminaristi del Collegio “Alberoni” che collaborano durante i fine settimana nel servizio pastorale con la nostra Parrocchia. Le quattordici stazioni della Via Crucis, disposte lungo le pareti o le colonne della chiesa, scandiscono il percorso di sofferenza di Gesù, dalla condanna a morte di fronte a Pilato fino alla deposizione nel sepolcro.
Durante il cammino lungo le navate, al seguito della croce processionale portata dal signor Renato Pagani, la lettura delle meditazioni e delle preghiere si alterna con il canto delle melodie care ad una tradizione vecchia di secoli. Ad ogni stazione, tutti si inginocchiano o si inchinano, mentre viene proclamato: “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo“, pariole che ricordano il grande dono della Redenzione del genere umano operato da Cristo attraverso il sacrificio del Calvario.
Ciò che rende speciale la Via Crucis parrocchiale è la sua dimensione comunitaria. Non è un semplice rito da osservare, ma un’esperienza condivisa che crea legami di fratellanza nella preghiera e nella meditazione sui misteri della Passione e Morte del Salvatore.
Al termine del percorso, dopo la quindicesima stazione, che non è poer così dire “canonica” ma serve a ricordare che la morte non ha avuto l’ultima parola, si percepisce in tutti un senso di attesa silenziosa. La comunità sa che questa non è la fine della storia, ma soltanto l’inizio di un nuovo e ancor più straordinario capitolo, in attesa dell’ormai prossima domenica di Pasqua, quando la Resurrezione trasformerà il dolore in gioia.
Uscendo dalla chiesa, i fedeli portano con sé qualcosa di prezioso: la consapevolezza rinnovata che le proprie croci quotidiane possono essere vissute alla luce di un significato più grande, e che nessuna sofferenza è affrontata in solitudine quando si è parte di una comunità di fede che tutti racchiude e consola.