San Biagio, una vita donata per Cristo e la sua Chiesa
di Redazione Sito ·
di Elletì – 3 Febbraio 2025
La Chiesa lo ricorda il 3 febbraio di ogni anno, ma chi era davvero San Biagio? La tradizione ci tramanda che era vescovo di Sebaste, una città dell’antica Armenia, quando molti secoli fa testimoniò con il sacrificio della propria vita la sua intima adesione al Vangelo e il suo invincibile amore per Cristo. A dire il vero, non si conosce con certezza sotto quale imperatore avvenne la sua passione: forse Diocleziano, forse Giuliano l’Apostata, forse (e più probabilmente) Licinio, al quale si devono le ultime persecuzioni “organizzate” prima dell’avvento dell’epoca di tollerenza portata da Costantino. La Chiesa non lo ricorda con precisione, e questo è già un insegnamento prezioso per noi: chi conserva con amore la memoria dei suoi martiri, non si preoccupa affatto di ricordarsi dei persecutori.
Davvero pochissime sono le cose certe che ci sono state tramandate sul conte di Biagio: era un medico, venne nominato vescovo della sua città, era famoso per i miracoli, venne imprigionato per la sua fede, si rifiutò di rinnegarla e venne perciò condannato a morte e decapitato, dopo una serie indicibile di tormenti. Siamo nei primi decenni del quarto secolo.
Sono trascorsi più di millesettecento anni da quei tempi lontani, eppure il sangue di Biagio versato per Cristo ancora oggi rosseggia, il suo sacrificio è ancora onorato nell’intera cristianità, il suo nome è ancora lodato e venerato nella liturgia e ricordato nella devozione della gente, che non smette di invocarlo come speciale intercessore e protettore.
Molte cose, forse troppe, sono avvenute nei diciassette secoli che ci separano dalla vicenda terrena di Biagio. Quante vite degli uomini si sono avvicendate per finire poi nella polvere, quante potenze terrene e imperi si sono succeduti, quante prepotenze e violenze si sono susseguite, quanti sublimi costrutti ha escogitato la mente inquieta dell’uomo, alcuni dei quali parevano dover durare in eterno e sono finiti nel nulla. Quanti sistemi politici e sociali si sono imposti per qualche decennio, quante ideologie, filosofie di vita e rivoluzioni si sono affermate, a volte con odio e violenza, per poi svanire di colpo, ricordate a malapena nei libri di storia!
Solo la Chiesa, la Sposa di Cristo, è rimasta senza macchia ne ruga ad attraversare le temperie dei secoli e ancora oggi continua imperterrita ad annunciare, ad un mondo sempre più sperduto e indifferente, sempre più sordo alla salvezza, lo stesso Vangelo predicato da Cristo e trasmesso a noi dagli Apostoli. Solo la Chiesa continua a tenere viva come una fiaccola la medesima speranza rivolta a tutti gli uomini che vogliano intendere, a proclamare senza esitazione la medesima fiducia in un destino eterno e felice, a proporre all’umanità, persa nelle formule astratte e nelle utopie terrene, quella civiltà dell’amore che solo in Dio può trovare vero ed efficace compimento. Solo la Chiesa è sempre uguale a sé stessa, perché è stata costruita sulla roccia da Cristo e nulla, gli errori, la paura, la fatica, il tradimento, la persecuzione, la spada, la morte, potrà strapparla alla sua missione di salvezza.
La fede testimoniata da San Biagio col suo sacrificio è la medesima fede che noi recitiamo nel Credo. Il battesimo che egli amministrava come vescovo nella notte santa di Pasqua è lo stesso battesimo che ha visto nascere a vita nuova anche noi, grazie all’acqua e all’azione dello Spirito Santo. E medesima è pure l’Eucarestia che Biagio celebrava per la sua gente di Sebaste e che nutre noi oggi e coloro che verranno dopo di noi, fino a quando Cristo sarà tutto in tutti.
Solo e soltanto la Chiesa, malgrado i triboli della storia e le insidie del tempo, prosegue il suo cammino al servizio del Vangelo: spesso incompresa e svilita, a volte accusata e osteggiata, talvolta addirittura combattuta e perseguitata, eppure sempre uguale a sé stessa, sempre fedele al suo solo e unico Signore, per indicare ad ogni generazione le verità eterne e la promessa della salvezza indicata da Cristo. E così essa testimonia nella storia il mistero della redenzione, prorpio come ha fatto Biagio, che ha donato per amore la sua vita in quegli anni lontani, sotto un imperatore di cui nessuno oggi ricorda neppure il nome.