Veglia di Pasqua 2017, la santa messa della Resurezione
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Veglia di Pasqua 2017, la santa messa della Resurezzione
Nelle tenebre del Sabato Santo la nostra comunità gioisce per la resurrezione di Cristo
I vari momenti della Veglia del Sabato Santo
L'inizio della Veglia, con la liturgia del Fuoco, la benedizione e l'accensione del cero pasquale
Si prosegue con l'Exultet e la liturgia della Parola, tra letture e canti
Segue la liturgia dell'Acqua, con la benedizione dell'acqua lustrale e il rinnovo delle promesse battesimali
La liturgia Eucaristica e la solenne benedizione finale
Alle ore 22.30 del sabato prima della Pasqua, che quest’anno cade il 15 aprile, ha avuto inizio le Veglia del Sabato Santo, la solenne memoria della resurrezione del Signore. Quest’anno non ha assistito alla funzione il presbitero ortodosso Climen, in quanto, come ha sottolineato don Mauro durante l’omelia, «quest’anno la chiesa cristiana si riunisce per celebrare la Pasqua». Infatti, a causa di questa coincidenza, Climen è stato impegnato nella veglia ortodossa delle 23.30.
Primo atto della celebrazione è stata la liturgia del fuoco. I fedeli presenti, imitando gli ebrei quando fuggirono dall’Egitto, sono usciti in fretta dalla chiesa avvolta dall’oscurità e si sono raccolti sul sagrato. Hanno trovato un caldo fuoco scoppiettante che ha scalfito le tenebre della notte con le sue scintille. La comunità si è stretta intorno al fuoco per assistere ala breve orazione di don Mauro, che ha poi benedetto e acceso il cero pasquale che per cinquanta giorni rimarrà ardente nella nostra chiesa per ricordarci il momento di passaggio vissuto durante questa notte. È infatti il passaggio che ha accompagnato i fedeli durante tutta la funzione con questo momento iniziale, con le letture poi spiegate dalle decise parole del nostro parroco durante l’omelia. In seguito i fedeli hanno potuto accendere dal cero i loro lumini per poi tramandare il fuoco ai vicini creando un’atmosfera di serenità. Al termine della liturgia del fuoco l’assemblea ha seguito la solenne processione diretta da don Mauro col cero pasquale illuminando di nuova luce la chiesa deserta e buia fino al presbiterio, dove il celebrante ha collocato il cero accanto all'ambone e l'ha incensato.
Raggiunto l'altare, don Mauro ha quindi proceduto alla lettura dell'Exultet, il meraviglioso inno, intriso di poesia e sapienza, con cui ha invitato l'assemblea ad unirsi alla grande gioia di questa notte. Il Preconio pasquale è il sublime cantico degli angeli del Cielo e della Chiesa, della creazione e dell'umanità tutta, che invita ciascuno di noi a gioire per il compiersi delle profezie antiche nella resurrezione del Cristo, ripercorrendo i fatti e i prodigi avvenuti nella storia della salvezza, fin dai tempi più antichi. La liturgia della parola, seguendo lettura dopo lettura il percorso degli ebrei nella fuga dall’Egitto, ha esaltato la potenza di Dio che anche nel giorno della resurrezione è stata ancora maggiore. Altre letture hanno ricordato anche la Creazione del mondo e il sacrificio di Isacco, fino all’epistola di San Paolo ai Romani.
La liturgia della parola, come tutti gli altri momenti della Veglia, è stata brillantemente accompagnata dai canti dei giovani cantori del Coro “Perfetta Letizia”, rievocando le parole delle scritture in chiave poetica. Il più importante fra i vari canti è stato il Gloria che, accompagnato dalle campane che hanno suonato a festa per tutta la durata del canto, annuncia ufficialmente la resurrezione di Gesù. Dopo il silenzio delle campane a partire dalla Santa Messa in Coena Domini celebrata il Giovedì Santo. Don Mauro si è quindi recato all'ambone per dare l'annuncio del Vangelo di questa notte.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,1-10)
Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
In una breve omelia il celebrante ha ricordato la coincidenza sopra menzionata sottolineando il contrasto fra la veglia del sabato che celebra la pace e ciò che sta succedendo nel resto del mondo. L’altro concetto che ha voluto esprimere è stato invece legato alle letture; don Mauro ha spiegato come la notte della fuga degli Ebrei sia profondamente legata alla Pasqua cristiana. Ha poi avuto inizio alla liturgia battesimale con la tradizionale benedizione dell'acqua posta nel pozzo che per buona parte della Quaresima e durante la Settimana Santa, chiedendo al Signore di infondere sull'acqua «per opera dello Spirito Santo, la grazia del tuo unico Figlio, perché con il sacramento del Battesimo l'uomo, fatto a tua immagine, sia lavato dalla macchia del peccato, e dall'acqua e dallo Spirito Santo rinasca come nuova creatura». Il celebrante ha proseguito con l'invito rivolto all'assemblea a rinnovare le promesse del battesimo, rinunciando a Satana e alle sue tentazioni e confermando l'adesione a Cristo, prima di officiare la liturgia eucaristica, che si è conclusa con la comunione da parte dell'assemblea. La funzione si è conclusa con la benedizione finale e gli auguri fra i presenti.