Domenica 16 Aprile, le sante messe nel giorno della Pasqua di Resurrezione del Signore
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Domenica 16 Aprile, le sante messe nel giorno della Pasqua di Resurrezione del Signore
Dopo la Veglia pasquale che si è svolta nella tarda serata di sabato 15 aprile, l’annuncio pasquale, proclamato in modo solenne nella Sequenza di Pasqua, è risuonato oggi per tutte le diverse confessioni cristiane: Cristo è risorto, egli vive al di là della morte, è il Signore dei vivi e dei morti. Nella «notte più chiara dei giorno» la parola onnipotente di Dio che ha creato i cieli e la terra e ha formato l’uomo a sua immagine e somiglianza, chiama a una vita immortale l’uomo nuovo, Gesù di Nazaret, figlio di Dio e figlio di Maria. Pasqua è dunque annuncio del fatto della risurrezione, della vittoria sulla morte, della vita che non sarà distrutta.
Questo annuncio di gioia ed esultanza è risuonato anche durante la sante messe celebrate nel corso della mattinata di oggi, domenica 15 aprile, Pasqua di Resurrezione del Signore, dal nostro parroco don Mauro Tramelli, accompagnate dai canti dei due cori parrocchiali che come da tradizione hanno animato le due principali funzioni della mattinata.
Prima dell'annuncio da parte del celebrante del Vangelo secondo Giovanni (Giovanni 20, 1-9), i numerosi fedeli presenti alle celebrazioni hanno proclamato con voce solenne le strofe della sequenza di Pasqua, che ben riassume la gioia profonda di questa giornata: «Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode. L'agnello ha redento il suo gregge, l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto; e vi precede in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza».
Se Cristo è risorto veramente dovremmo essere sempre gioiosi come i canti che si effettuano in questo giorno, così ha esordito don Mauro durante le omelie da lui svolte nel corso della mattinata mattinata, sottolineando come i primi testimoni della Resurrezione, dopo le guardie mandate dai Sommi Sacerdoti a controllare il sepolcro per evitare trucchi da parte dei seguaci di Gesù, furono due donne, Maria di Magdala e Salome. Esse giunsero alla tomba forse ancora assonnate e con passo pesante per l’ora mattutina, portando con loro aromi e oli profumati, per concludere il tradizionale rito di omaggio al corpo del defunto, che era stato portato alla tomba di fretta perché «già splendevano le prime luci del sabato». Queste donne cosa hanno veduto, ha chiesto ai presenti don Mauro, spiegando poi che hanno veduto qualcosa di sconvolgente: la tomba era vuota, non c’era il morto! Le donne che erano arrivate lentamente, volarono allora letteralmente fino a Gerusalemme per portare a conoscenza dell’accaduto Pietro e gli altri apostoli, riuniti spauriti e confusi nel Cenacolo. Il Signore le sconvolge, ha proseguito don Mauro, per la sua assenza, perché non c’è, mentre loro si son lasciate prendere dall’emozione.
Come ricordato durante la santa messa della Resurrezione celebrata nella tarda serata di sabato, don Mauro ha voluto sottolineare che quest’anno ricorre un evento straordinario che accade raramente: tutte le diverse confessioni cristiane, cattolici, ortodossi e protestanti, possono festeggiare la Pasqua uniti in comunione perché questo giorno di gioia e speranza cade quest’anno per tutti nello stesso giorno. Mentre nel mondo si parla della “Madre delle Bombe”, ha proseguito don Mauro alludendo al potente ordigno sganciato di recente dagli americani contro i terroristi in Afghanistan, nel mondo cristiano si prega la Madre della Pace perché il mondo possa conoscere la pace, si riscopra la fratellanza e si raggiunga l’unione tra i popoli.
Ha quindi spiegato che nella Pasqua si celebra un evento, la Resurrezione di Cristo dai morti, che non è un semplice ragionamento umano, un complesso teorema filosofico o un pensiero teologico, ma è un fatto realmente accaduto in un certo momento della storia, in un certo luogo, qualcosa che ha cambiato radicalmente la vita di alcune persone e che è stato trasmesso fino a noi come testimonianza. È per questo che oggi siamo chiamati ad essere a nostra volta testimoni e inviati ad annunciare con esultanza questo prodigio, un incontro per ciascuno di noi con il Dio che si è fatto carne ed è passato nella storia dell’uomo. Come papa Francesco ha di recente ricordato, la croce non è un gioiello, un simbolo, ma è un messaggio di vita e speranza per tutti. Quando ci sentiamo sconfitti guardando la croce, ha concluso don Mauro, dobbiamo pensare che c’è la speranza della salvezza, perché la croce non è una sconfitta ma bensì è un segno di riscatto e di vita nuova ed eterna. È un Dio che muore perché io viva, e anche se la vita è fatta di alti e di bassi Egli rimane sempre con noi al mostro fianco, anche dopo la morte, perché la Pasqua ci testimonia soprattutto che dopo la morte c’è un dopo e anche nella morte Dio è sempre presente, concludendo che il Signore non è nella testa ma nel cuore: Egli non ha mai illuso nessuno, perché Lui c’è… il Risorto.