La singolare storia di un blocco di marmo, la riscoperta e il restauro di un’antica urna utilizzata nei secoli passati come sacrario
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
La singolare storia di un blocco di marmo, la riscoperta e il restauro di un'antica urna utilizzata nei secoli passati come sacrario
«La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo», questa celebre frase tratta dal Vangelo di Matteo potrebbe adattarsi senza troppa difficoltà anche alla "pietra", in realtà un grosso blocco di marmo rosa dal peso di circa quattro quintali, di cui andremo a parlare in questo articolo.
Nella primavera dell'anno scorso il nostro parroco don Mauro Tramelli, sempre molto attento a riscoprire e valorizzare il patrimonio artistico della nostra Parrocchia, ha deciso di indagare meglio sulla vera natura di quello che appariva come un grosso masso dalle forme fin troppo eleganti, assimilabili quasi a quelle di un capitello, che da molti anni era collocato nel cortile interno della canonica, dove veniva utilizzato come fioriera su cui appoggiare vasi di piante e fiori.
Dopo aver trasportato la pesante pietra nel cortile dell'Oratorio, don Mauro ha subito provveduto ad una sommaria pulitura del marmo, riportando senza difficoltà alla luce l'iscrizione "REL S PET APOS", incisa sul bordo superiore, e alcune cifre incise sulla base, molto probabilmente riferibili all'anno in cui l'urna venne scolpita, identificabile come il 1778 o al massimo l’anno successivo. Grazie a questa importante scoperta è stata subito avanzata l'ipotesi che quel masso fosse stato utilizzato come sacrario in cui custodire, alla stregua di un piccolo sepolcro, una reliquia appartenente a San Pietro Apostolo, venerato fin dall'epoca medioevale come santo patrono del nostro paese, e renderla così più facilmente accessibile alla venerazione dei fedeli.
Questo blocco di marmo era stato rinvenuto in occasione dei lavori effettuati verso la fine degli Sessanta del secolo scorso da monsignor Silvio Losini, arciprete di Pontenure dal 1952 al 1977, per adeguare il presbiterio della nostra chiesa alle nuove disposizioni liturgiche emanate in seguito al Concilio Vaticano II. In quell'occasione, per la precisione nel 1969, furono effettuati estesi lavori di scavo nell'abside per abbassare il livello del pavimento e durante gli scavi vennero alla luce il fondamento di un antico altare, due antichi pavimenti, uno dei quali risalente all'età medioevale, e una dozzina di sepolture di sacerdoti disposte a raggiera intorno all'altare.
Da quegli scavi emerse però come dicevamo anche questo blocco di marmo, subito identificato come un sacrario in cui erano custodite le reliquie del patrono, come confermano alcuni appunti lasciati da monsignor Losini. Tuttavia, forse a causa dell’avvicendarsi dei parroci o forse per il trascorrere degli anni, si era progressivamente persa memoria della vera storia e dell'importanza che per secoli aveva avuto quel blocco di marmo, che finì per essere utilizzato, come abbiamo ricordato, per compiti assai meno nobili rispetto a quelli per cui era stato scolpito.
A gettare maggiore luce sulla riscoperta di questo importante reperto appartenente al patrimonio storico e artistico della nostra parrocchia ha contribuito, qualche giorno dopo, una casuale scoperta avvenuta nel corso di alcune ricerche presso il nostro archivio parrocchiale. In una pagina di un vecchio registro denominato Libro delle Entrate et altro spettante l’arcipretura di Pontenure, la cui compilazione iniziò nel 1718, una mano sconosciuta, ma probabilmente identificabile con quella di Fiorenzo Politi, arciprete di Pontenure dal 1757 al 1772 e ancora dal 1782 al 1794, così scriveva: «Rimane in questa Chiesa esposta e collocata in urna dipinta a marmo entro l’Altare Maggiore una Reliquia del Glorioso Principe delli Apostoli San Pietro con sua Autentica riconosciuta nella Vescovil Curia di Piacenza donata alla Chiesa dal Sig. Giuseppe Fantoni come dà Lettera attestatoria della Cancelleria di Piacenza sotto lì 2 Giugno 1718».
Grazie ad una nota di poco successiva, risalente all'anno 1778 e vergata da un'altra mano, abbiamo la conferma che «la predetta reliquia di San Pietro rimane nel luogo assegnato per le reliquie, cioè a latere dell’Altare Maggiore in cornu Epistolae», ossia presso il lato dell’Epistola, sulla destra rispetto all'altare. Questa breve annotazione è con ogni probabilità attribuibile a Lorenzo Inzani, fratello e successore di Giovanni Serafino Inzani, il sacerdote chiamato nel 1772 a sostituire in qualità di economo l’arciprete Politi, che era stato rimosso dal suo ufficio dall'allora vescovo di Piacenza Alessandro Pisani perché secondo la mentalità del tempo di tanto in tanto dava segni di pazzia. Fu proprio Giovanni Inzani a promuovere i lavori di ricostruzione in stile neoclassico che trasformarono radicalmente l'aspetto della nostra chiesa. L'Inzani si spense agli inizi del 1778, lasciando al fratello Lorenzo, suo successore, l'onere di estinguere, con l'aiuto della Diocesi, i numerosi debiti contratti per effettuare i lavori. È pertanto assai probabile che don Lorenzo Inzani abbia lasciato la breve annotazione citata in apertura prendendo possesso della parrocchia dopo la morte del fratello.
Queste due notazioni, nonostante la loro laconicità, ci permettono di affermare che nel 1718 presso l'altare maggiore della nostra Chiesa era collocato un sacrario contente una reliquia del nostro patrono; possiamo anche ragionevolmente ipotizzare che in seguito, probabilmente nel 1778/79, quell'urna di legno dipinta a marmo sia stata sostituita dall'urna di marmo recentemente riscoperta, che risale secondo l'iscrizione proprio agli anni 1778/79. A riguardo del donatore della reliquia di San Pietro che vi era custodita, tale Giuseppe Fantoni, è interessante segnalare che nella seconda metà del Settecento Pontenure ricadeva sotto la giurisdizione feudale della famiglia Fantoni, che si alternava ogni anno con la famiglia Cigala Fulgosi nella signoria sul nostro paese. A questa nobile e importante famiglia apparteneva molto probabilmente anche il donatore della reliquia.
Attualmente la nostra Parrocchia conserva ancora tre reliquiari a capsula che custodiscono altrettante reliquie attribuite a San Pietro; per alcune di esse, presso l’archivio parrocchiale, sono conservate anche le relative autentiche, ossia documenti rilasciati dalla Curia vescovile o dal Vescovo diocesano in cui venivano riportate tutte le informazioni necessarie per identificare le reliquie e attestarne l'autenticità.
Nei mesi scorsi l’antica urna è stata affidata alle cure di un laboratorio specializzato nella lavorazione del marmo, dove è stata completamente ripulita, riparata e stuccata. Grazie all'accurato lavoro svolto il marmo rosa è tornato allo splendore originario; è stato inoltre del tutto rimosso il cemento che ricopriva il vano centrale in cui un tempo era alloggiata la reliquia. Per il momento il sacrario è stato collocato sul lato sinistro dell’altare, proprio sotto il reliquiario a forma di libro in cui viene conservata la reliquia di San Giovanni Paolo II, una posizione suggestiva e indovinata, che unisce idealmente due dei più grandi pontefici della storia della cristianità che con la loro testimonianza di fede hanno segnato in modo unico la vita della Chiesa.