Domenica 24 febbraio: gli Scout del Masci e il Thinking Day, la “Giornata del Pensiero”
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Domenica 24 febbraio: gli Scout del Masci e il Thinking Day, la "Giornata del Pensiero"
Domenica scorsa, 24 febbraio 2019, in Parrocchia c’è stato un po’ di movimento inusuale: gli scout del MASCI di Zona hanno celebrato il Thinking day. Ogni anno infatti in tutto il mondo si festeggia l’anniversario di nascita di lord Robert Baden Powel fondatore degli scout e della moglie Olave St. Clair (capo guida del mondo ), nati entrambi il 22 febbraio.
La proposta delle Guide (ramo femminile) di istituire una giornata in cui rivolgere un pensiero a tutte le guide del mondo, specie a quelle in maggior difficoltà, si concretizzò nel 1932 e nella nostra lingua si traduce con l’espressione : "Giornata del pensiero". In tale occasione viene scelto un tema di particolare rilievo e tutti gli scout del mondo, pur con modalità diverse, organizzano attività finalizzate alla riflessione e sensibilizzazione nei confronti di chi ha più bisogno; bisogni materiali e non solo.
Ecco il motivo per cui, mentre i ragazzi e i capi dell’AGESCI di tutta la provincia quest’anno si sono ritrovati in città per fare una bellissima esperienza sul tema della donazione del midollo osseo, le tre Comunità MASCI degli Adulti Scout in provincia di Piacenza (Comunità di San Dalmazio, San Lazzaro e Pontenure) hanno scelto di incontrarsi a Pontenure. Per noi scout adulti − don Mauro ci ha definiti "lupetti un po’ cresciuti" (e in questo io vedo le orecchie sempre dritte del lupo, pronte a cogliere con attenzione ciò che gli sta attorno) − l’argomento è stato: Chi è il carcerato ? Proviamo a capire.
Il tutto è iniziato con una scenetta che voleva sottolineare l’importanza del sentirsi uniti agli scout sparsi nel mondo che, nella stessa giornata, condividono lo spirito del Thinking day. Si è proseguito in chiesa con la recita della preghiera dell’Adulto Scout e durante la celebrazione eucaristica don Mauro ha chiamato davanti all'altare i 20 scout adulti presenti, che hanno voluto rinnovare il senso del loro servizio con il canto della Promessa. In seguito ci si è riuniti negli spazi dell’oratorio per conoscere ed ascoltare la testimonianza di don Adamo Affri, che svolge il suo servizio sacerdotale anche come cappellano del carcere di Piacenza. Un uomo, un prete, che non ha tenuto un discorso sulla situazione del penitenziario piacentino, non ci ha elencato dati statistici, ma ci ha raccontato del suo vissuto; di come nel carcerato ci sia un uomo. Don Adamo ha parlato di casi concreti, di persone che si sono macchiate dei crimini più efferati, di fronte ai quali l’unico modo di porsi è entrare in relazione senza giudicare. La sua esperienza mette in luce come, quasi sempre, dietro alle azioni di chi è detenuto c’è la solitudine, la mancanza di una genitorialità responsabile, o una serie di aspettative molto alte; il vuoto delle amicizie nell'età evolutiva, la mancanza di figure significative negli anni della crescita. Come Papa Francesco ripete in ogni occasione, la nostra dev'essere una chiesa in uscita e non una chiesa giudicante, quindi una comunità che è disposta a condividere con chi ha più bisogno. Spesso si pensa di essere in una posizione di superiorità rispetto ad altri e di essere in una condizione di vantaggio, i soli insomma capaci di dare; invece ponendosi in una situazione paritaria – ha detto il sacerdote – si riceve tantissimo in umanità e si finisce col vedere l’altro come una persona, il suo reato non è più in primo piano. E questa opinione è stata condivisa e sottolineata pure da don Mauro.
L’attenzione e gli interventi fatti dai presenti hanno confermato come sia utile ascoltare chi conosce specifiche realtà vivendole dall'interno; quanto sia necessario essere aiutati da chi, pur non cadendo nel buonismo, è alla costante ricerca dell’uomo. Per questo, prima di salutare don Adamo e lasciargli una busta con il nostro penny (nel gergo scout = piccolo regalo in occasione del compleanno di Baden-Powell e la moglie) offerto dalle tre comunità, lo abbiamo calorosamente ringraziato per averci aperto un pò la mente e, si spera, il cuore.
Ormai giunta l’ora del pranzo alla cui buona riuscita tutti hanno contribuito, ci siamo ritrovati a gustare insieme vivande, battute e molta allegria. D’altra parte si sa, come dice qualcuno: "le cose migliori Gesù le ha fatte coi piedi sotto il tavolo"! Per il "cerchio di chiusura" invece ci siamo incamminati fino al parco dedicato appunto a Baden Powel (area verde che avrebbe bisogno di un po’ più di attenzione da parte degli addetti…) dove la bellissima giornata ci ha permesso di concludere una giornata intensa, gioiosa, ricca di amicizia fraterna. Un grande grazie a don Adamo e a don Mauro che, pur in modo diverso, hanno testimoniato il loro spirito di accoglienza.
Rosita (responsabile per il MASCI di Zona)