Venerdì 19 Aprile, la celebrazione della Passione nel pomeriggio del Venerdì Santo
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Venerdì 19 Aprile, la celebrazione della Passione nel pomeriggio del Venerdì Santo
«E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.» (Giovanni 19,30)
Il Venerdì Santo è il giorno in cui si ricordano la Passione, la crocifissione e la morte di Gesù sul Calvario. Anche in questo giorno, come avviene il mercoledì delle Ceneri, i fedeli dai 18 ai 60 anni sono invitati all'astinenza dalla carne e al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante tutta la giornata, una giornata in cui a prevalere sono il dolore, la preghiera e il raccoglimento. Gli altari sono spogli e disadorni mentre le campane tacciono, "legate" come sono in segno di lutto e costernazione.
È un giorno triste: si piange sul Cristo morto. L’abbiamo voluto morto! Nessuno si è preso le sue difese, qualcuno se ne è lavato le mani, come dire: io non c’entro, altri lo hanno rinnegato e presi dal panico sono fuggiti oppure hanno negato addirittura di conoscerlo. Non è bastato deriderlo, come ha fatto Erode, né flagellarlo, bisognava proprio mandarlo in Croce: Lui, l’Innocente. E non solo perché venendo tra noi aveva parlato di giustizia, di perdono, aveva dato le dritte per una vita buona, degna di figli di Dio, spesa per gli altri e non solo per noi stessi e le nostre voglie.
"Si cerca per la Chiesa un uomo
che trovi la sua libertà
nel vivere e nel servire
e non nel fare quello che vuole."
(don Primo Mazzolari)
Come prevede la tradizione, alle tre di oggi pomeriggio, venerdì 19 aprile, si è svolta presso la nostra chiesa la celebrazione della Passione del Signore presieduta dal nostro parroco don Mauro Tramelli. La funzione del Venerdì Santo, giustamente, è di quelle più meste e più stringate, infatti non è prevista la celebrazione della messa. Essa si è articolata in tre parti: la liturgia della Parola, composta da numerose letture e dalla solenne preghiera universale, in cui si prega il Signore perché l'umanità, per la quale Gesù si è consegnato ai suoi uccisori come agnello mansueto, sia sostenuta nell'impegno di vera conversione e di rinuncia alla violenza; l’adorazione della Croce da parte dei fedeli e la distribuzione dell’Eucarestia coi presantificati. Durante questa celebrazione si distribuisce infatti la Comunione consacrata il giorno precedente, in occasione della messa vespertina del giovedì Santo, mentre la liturgia propone la lettura del racconto della Passione tratto dal Vangelo dell'evangelista Giovanni (Gv 18,1-19,42), in cui il celebrante e altri due lettori hanno interpretato rispettivamente le parti di Cristo, del cronista e degli altri personaggi. A conclusione la preghiera di commiato e la raccomandazione del silenzio, giusto per pensare, riflettere, pregare davanti al sepolcro in cui è conservato il Santissimo Sacramento. La liturgia infatti inizia nel silenzio e si conclude nel silenzio, come si era chiusa quella del giorno precedente e così come si apre quella della veglia di Pasqua nella notte del Sabato Santo, a sottolineare come il Triduo pasquale sia un'unica celebrazione.
A questo proposito viene da pensare che, purtroppo, la storia non insegna. Quanti innocenti, ancora oggi, sono condannati a pagare perché piccoli, deboli, indifesi o ritenuti scomodi e fastidiosi. È questo l’uomo del progresso?