Sabato 5 ottobre, presentazione del dipinto Madonna in trono con Santi al termine del restauro
di Redazione Sito · Pubblicato · Aggiornato
Sabato 5 ottobre, presentazione del dipinto Madonna in trono con Santi al termine del restauro
La chiesa di Pontenure si distingue ormai non solo per le attività legate alla pastorale giovanile, ma anche per l’attenzione e la cura che don Mauro Tramelli pone nel restituire ai suoi parrocchiani un patrimonio culturale appartenente al passato, frutto della fede, della pietà e del sacrificio dei nostri avi e di tutti coloro che ci hanno preceduto. È questa la ragione per cui a distanza di due anni, quando ad essere restaurato fu il settecentesco quadro raffigurante un Compianto sul Cristo morto, un altro dipinto, probabilmente una pala d'altare, è stato affidato alle abili mani del restauratore Davide Parazzi e riportato nelle sue migliori condizioni grazie anche al generoso contributo di alcuni benefattori.
Così al termine della santa messa vespertina di ieri, sabato 5 ottobre, ci si è riuniti nella nostra chiesa ad ascoltare quali tecniche ed interventi si sono resi necessari per il restauro conservativo del dipinto, grazie all'interessante descrizione offerta dal dottor Parazzi, e soprattutto al fine di apprezzare maggiormente il significato dell’opera, grazie alla dettagliata presentazione del professor Alessandro Malinverni, noto storico e critico d'arte, conservatore del Museo Gazzola di Piacenza e referente scientifico dei Musei Civici di Parma. Alla presentazione hanno preso parte, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale, anche la dottoressa Angela Fagnoni, vice sindaco e assessore all'Istruzione e all'Ambiente, e il dottor Roberto Modenesi, assessore alla Cultura, all'Associazionismo e alla Cooperazione Internazionale.
Risalente al XVII secolo, il grande dipinto ad olio su tela, raffigurante la Madonna col Bambino e alcuni santi, era conservato da parecchi anni presso la sagrestia della nostra chiesa (prima ancora era appeso sopra l'entrata di una delle cantorie laterali, probabilmente quella di destra), dove versava in cattive condizioni di conservazione a causa di precedenti interventi di restauro risalenti alla prima metà del secolo scorso e dell'umidità, risultando ormai scarsamente leggibile.
Il quadro raffigura la Madonna attorniata da quattro figure di Santi che le rendono omaggio all'interno di una chiesa, di cui si intravedono i pilastri e la vetrata circolare della contro-facciata o più probabilmente dell'abside. La Vergine è raffigurata mentre è assisa in trono, con in braccio il Bambino e tiene in mano il libro dei Vangeli che poggia sul suo ginocchio destro. In piedi, alle sue spalle, è presente Sant'Apollonia, vissuta in Egitto nel III secolo, che con una mano indica allo spettatore il Bambino, mentre nell'altra stringe le pinze e un'arcata dentale, entrambi attributi iconografici del suo martirio. Nel registro inferiore, in basso a destra, si trova in ginocchio Sant'Isidoro l'Agricoltore, un santo spagnolo canonizzato soltanto nel XVII secolo, che reca un arnese da contadino, forse una vanga, nella mano sinistra. In posizione speculare a questi, in basso a sinistra, è presente invece la figura di Sant'Antonio Abate, anch'esso inginocchiato, vestito di abiti monacali; accanto a sé ha una fiamma ardente, uno dei suoi attributi più noti, che simboleggia il fuoco purificatore. In piedi, sempre alla destra della Madonna, compare infine un personaggio ancora in cerca di identificazione: si tratta forse di San Paolo Eremita. Sul campanello del bastone di Sant'Antonio è forse presente la data a cui potrebbe risalire l'opera: 1652.
Al presente non sono ancora noti né l'autore, anche se è stato evocato il nome del pittore cremasco Gian Giacomo Inchiocchio detto il Barbelli (1604-1656), né la provenienza del dipinto, le cui misure sono di 260 cm di altezza e 175 cm di larghezza, forse proveniente da una chiesa dismessa o chiusa al culto. Allo stato attuale delle ricerche, la prima menzione certa riguardo la presenza del quadro presso la nostra chiesa risale al primo dopoguerra, in un memoriale del 1929 compilato da monsignor Giuseppe Cardinali, arciprete di Pontenure dal 1910 al 1952. La figura centrale della Madonna con Bambino, attorno alle quali si crea una specie di vuoto delimitato dalle figure dei quattro santi, dimostra come il dipinto faccia parte della serie delle "Sacre conversazioni". Da notare sono il colore rosso vivo dell’abito di Maria che ricorda il colore dell’amore e soprattutto del sacrificio, e il bianco del panneggio del Bambino che richiama il bianco del perizoma di Cristo sulla croce e della Sacra Sindone. La rigidità delle pieghe negli abiti fa pensare ancora al Manierismo e lo sfondo scuro suggerisce l’appartenenza alla Scuola lombarda. Durante i lavori di restauro è inoltre emerso un particolare quasi invisibile a occhio nudo: sulla base della pedana su cui è posto il trono della Vergine, con la tecnica del verderame, è stata raffigurata la scena della presentazione del Signore al Tempio.
Il dipinto, restituito a tutto il suo splendore, troverà ora collocazione presso l’altare che fino a qualche mese fa ospitava la statua del Sacro Cuore di Gesù e potrà essere ammirato da ogni fedele che voglia rivolgere una preghiera alla Madonna. Nella nostra chiesa numerosi sono i dipinti e le statue a Lei dedicati, a dimostrare come la fede e la tradizione popolare non si stancano mai di invocare la Sua materna intercessione.